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2 giugno 2021

75° anniversario della Repubblica Italiana.

Un altro anno si aggiunge alla ancor giovane esistenza della Repubblica Italiana, nata nel giugno del 1946. Una ricorrenza che vedrà ben poco dei variegati festeggiamenti posti precedentemente in essere, di anno in anno, sino al 2019. Il “covid 19”, nel 2020 e nel 2021, ha imposto la rinuncia, presumibilmente con un certo rammarico, a parecchie consuete celebrazioni di prammatica, in particolare a quelle che avrebbero potuto determinare “assembramenti” o pericolose occasioni di ravvicinato contagio. Sono stati depennati dal calendario le visite del pubblico al Quirinale, alle Caserme, agli Aeroporti e ai siti più o meno variamente interessanti. E’ stato anche deciso, cosa altamente saggia, di non effettuare la consueta dispendiosa “parata militare” ai Fori Imperiali. Quando si dice che “non tutto il male viene per nuocere”. La spettacolarità ha dovuto cedere il passo alla razionalità e al buon senso. Meglio così. Solo le “Frecce tricolori” sfrecceranno nel cielo del 2 giugno 2021. Si afferma che “sarà un 2 giugno sobrio”.
Il tutto, in ogni caso, non dovrebbe far dimenticare il significato ideale della nascita della Repubblica. Alla fine del disastroso lungo periodo della 2° Guerra Mondiale in Europa (settembre 1939/ maggio 1945), per significative riprovevoli motivazioni comportamentali oltre che per l’inarrestabile evolversi delle concezioni libertarie di massa, politiche e culturali, si esaurì il ruolo della Monarchia che, nel bene e nel male, aveva parecchio influito sugli avvenimenti storici che portarono alla unificazione dell'Italia. Seppure forzatamente, il nuovo Stato italiano (Regno d’Italia) sorse nel 1861. Sembrò che fosse giunto, alla fine, il tormentato periodo delle guerre d’indipendenza contro l’oppressore Impero Austro-ungarico e della annessione (più o meno plebiscitaria o coatta) di quasi tutti gli Stati Sovrani sparsi per la Penisola, a suo tempo territorialmente tracciati dal Congresso di Vienna del 1815 e arbitrariamente assegnati a vari Casati d’alto lignaggio dell'epoca, fermo restando i possedimenti dello Stato Pontificio. Il combattuto “referendum” del 2 giugno 1946 segnò una radicale svolta istituzionale e comportò l’avvento della odierna Repubblica Italiana. La nuova “Carta Costituzionale” del 1948 ne sancì i basilari canoni divenendo, di fatto, il pilastro fondante dello Stato democratico repubblicano italiano. La speranza di un netto miglioramento della situazione sociale, economica e politica del Paese divenne il motore di spinta della “ricostruzione”, del “miracolo economico”, delle “conquiste” del mondo lavorativo, del graduale inserimento della “pari opportunità femminile” in ogni settore della collettività. Tutti sanno che, tuttavia, la crescita e la vita della giovane Repubblica italiana fu spesso tormentata da deplorevoli risvolti della lotta politica, da tentativi di fantasiosi e grotteschi “golpe”, dalla nefanda e stragista “stagione terroristica”, dalla presunta collusione di taluni settori dello Stato con gli emergenti nuovi gangli della efferata mafia. Ciò in aggiunta alla constatazione che parecchi aspetti del potere esecutivo e amministrativo del nuovo Stato erano rimasti pressappoco tali e quali rispetto al passato, mentre la funzione legislativa, costituzionalmente affidata ai due rami del Parlamento democraticamente eletti, era divenuta frequentemente terreno di duri e settoriali scontri ideologici e di potere fra i numerosi partiti, ufficialmente sorti, in contemporanea, con la ormai decretata fine del ventennale periodo dittatoriale. Il quadro complessivo della variegata, prolifica ed edonistica compagine dei partiti è scivolato nel tempo verso una costante fase di deprezzamento e deterioramento della funzione democratica loro devoluta. Di contro, purtroppo, s’è accresciuta la generalizzata sfiducia della base elettorale nei confronti di gran parte della classe politica e manageriale di Stato. La notevole percentuale dei non votanti (talvolta attorno al 40 % degli aventi diritto) ne è la riprova. E’ augurabile, oggi, che si possa avviare una decisa inversione di tendenza, tale da consentire una sana e proficua “ripresa” dello sviluppo sociale ed economico dopo il disastroso e ferale fenomeno della pandemia generata dal misterioso “covid 19”.
In conclusione, nel rispetto delle regole sancite dalla Costituzione e dei valori dello Stato democratico, il miglior modo di festeggiare l’anniversario della Repubblica dovrebbe essere quello di rivalutare e perseguire il senso di responsabilità, di correttezza, di lealtà, di onestà, di condivisione di un ideale collettivo, che dovrebbe animare ogni cittadino italiano meritevole di tale appellativo, politici e uomini di potere primi fra tutti. Diversamente, più che parlare di festeggiamenti occorrerebbe ammettere che si va incontro ad un puro caso di autolesionismo nazionale.
2 giugno 2021 Luau

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Per chi volesse addentrarsi nella cronologia dei festeggiamenti posti in essere nei precedenti anni, ci si può collegare col sito www.ethosassociazione.com, cliccando sul “link” http://www.ethosassociazione.it/2%20giugno%20-%20Roma%20-%20Fori%20Imperiali.htm
 

 

    Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  
Presidente Augusto Lucchese
  e-mail: augustolucchese@virgilio.it