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                                      2 GIUGNO 2019
73° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA REPUBBLICA.

Pur accollandosi il peccato veniale della mancata osservanza della festività domenicale, anche quest'anno è stata approntata, sebbene in tono minore, a ranghi ridotti e all'insegna di una trita e ritrita routine, la consueta "parata" ai Fori Imperiali. Niente di nuovo sotto il sole, del resto metaforicamente offuscato da una grigia atmosfera di tregua armata fra le varie componenti politiche (o partitiche, che dir si voglia) e di palese formalismo (ai limiti della ipocrisia) fra le alte cariche istituzionali. Nel forzato rispetto della solenne ricorrenza, si può ben dire che è stata una chiara dimostrazione di diffusa abnegazione. A prescindere dalla più o meno coreografica partecipazione dei reparti di rappresentanza delle varie ARMI (Esercito, Marina, Aviazione, Carabinieri) e dei CORPI SPECIALI (Polizia si Stato, Guardia di Finanza, Guardie Carcerarie, Vigili del Fuoco, Croce Rossa, Protezione Civile, ecc.) s'è potuto assistere, tuttavia, ad una sentita e festosa partecipazione di massa, anche di giovani. Un giudizio di sperticato apprezzamento va alla patetica "passeggiata" introduttiva dei circa 300 Sindaci, fra cui un noto "ex" primo cittadino etneo - privo di fascia - che non si capisce a che titolo sia stato ospitato al centro della prima fila. Malgrado la "diserzione" di alcuni insigni esponenti dell' ex "gota" militare, oggi pensionati di lusso e aperti contestatori dell'attuale Ministra, s'è potuto notare, fra i personaggi d'alto lignaggio presenti in tribuna, l'abbondante presenza di Generali e Ammiragli, gioiosi portatori degli alti gradi di cui possono fregiarsi, magari solo a fronte di avanzamenti per anzianità. A fine manifestazione la "corsa" degli impareggiabili bersaglieri e il saluto, dal cielo colorato di verde, bianco e rosso, della onnipresente, pur se costosa, "pattuglia acrobatica" della Aeronautica. E per finire, come spiegare l'anomala presenza di  decine di "uomini in borghese"  (qualcuno piuttosto affannato) che, a piedi, hanno percorso (sull'una e sull'altra parte della carreggiata) un bel tratto di strada a fianco dei Corazzieri a cavallo dediti al compito di porgere "gli onori" al Presidente della Repubblica?  Una scorta alla scorta ?
2 giugno 2019                                                  Luau

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CRONACHETTA del 2 giugno 2018.

ROMA - FORI IMPERIALI


Come previsto, anche quest'anno la montagna ha partorito il topolino di turno: la parata è avvenuta. Solo che, a detta di molti cittadini presenti e di molti telespettatori, l'odierna manifestazione ha chiaramente evidenziato un clima di forzatura formale, di precarietà politica e istituzionale, il tutto dopo ben 88 giorni di governo “provvisorio” e ad appena 12 ore circa dal giuramento in Quirinale della nuova compagine ministeriale.
E' stata notata l'assenza di parecchi "dismessi" personaggi - assenza più o meno significativa - mentre s’è potuto desumere, attraverso il loro atteggiamento, come parecchi dei nuovi timonieri del malandato vascello “Italia”, hanno presenziato alla parata più per “dovere di funzione” o di facciata che per provata convinzione.
Non è stato sufficiente ostentare il solito puntuale schema protocollare e coreografico per mascherare, e tanto meno per dissipare, la palese atmosfera di disagio esistente fra i maggiorenti istituzionali e invitati che hanno affollato il sontuoso palco approntato, come di consueto, per l’occasione.
Sorrisi forzati, strette di mano di prammatica, atteggiamenti di chiara reciproca sornionità, stentata partecipazione all’aspetto scenografico della sfilata, asfittici e stereotipati applausi, hanno più o meno caratterizzato lo scorrere delle circa due ore che hanno segnato l’inizio e la fine della manifestazione.
Non è mancato, tuttavia, un fatto meritevole di particolare nota: fra i presenti è risultata evidente la straripante presenza di appariscenti super gallonati (generali e ammiragli) che, come di consueto, hanno sfoggiato divise e relativi accessori all’ultima moda, anche accettando di buon grado il non indifferente peso di medaglie, croci al merito, simboli di specializzazioni e onorificenze. Considerando la complessità di una tale “tenuta d’ordinanza” è stato del tutto encomiabile il loro spirito di “doverosa” sopportazione e l'impavido sacrificio.
L’incisività spettacolare della parata è apparsa, quest’anno, di ben minore tono rispetto agli anni precedenti.
I circa 5 mila uomini comandati a prendere parte alla sfilata dei vari settori (escludendo ovviamente i circa 400 “sindaci” in spesata missione di rappresentanza semi turistica a Roma, i volontari della Croce Rossa e della Protezione civile) hanno dato dimostrazione, in genere, di valido "addestramento alle parate". Salvo i reparti chiamati a portare in scena talune rimembranze attinenti la 1° guerra mondiale, anche indossando autentiche divise storiche rifatte e riproposte solo ad uso e consumo dello spettacolo, i reparti in parata (ivi comprese le consistenti 14 bande musicali, ciascuna in organico alle varie ARMI) hanno esibito divise, armamenti, attrezzature e strumenti chiaramente rispondenti all'odierna coreografia. S’è avuta, però, la sensazione che il citato addestramento determini nei militari inquadrati un collettivo appiattimento psicologico, una sorta di vera e propria robotizzazione, che sfocia in atteggiamenti, movimentazione e gesticolazioni ben poco naturali e spontanei.
Con tutto rispetto per l’ intrinseca bravura, per l’alta prova di addestramento, per il coraggio, dimostrato dai due paracadutisti della “Folgore” - storica Unità di punta delle Forze Armate - , la discesa dal cielo di una bandiera Tricolore di circa 400 mq., è sembrato più una funambolica prestazione di sapore spettacolare che un incisivo o simbolico apporto al significato della manifestazione, come di norma conclusasi con la esibizione delle “Frecce tricolori” della Pattuglia Acrobatica.
Dai confusionari e logorroici "spiker" (che, poco professionalmente, soprapponevano i loro stentati commenti, generando notevoli difficoltà di comprensione in chi si riprometteva di seguire attentamente lo svolgimento della sfilata), tutto è stato detto, magari un tantino in chiave demagogica, circa il significato della ricorrenza, tranne un pur minimo accenno al costo diretto e indiretto delle manifestazioni indette per la celebrazione del 72° compleanno della Repubblica.
Il pingue bilancio statale è stato disinvoltamente chiamato, anche stavolta, ad adempiere, pur forzando il complessivo saldo in rosso, alle improduttive occorrenze del caso.
Cambiano i suonatori ma, in ossequio al ben noto pensiero del Principe di Salina, si seguita a fare di tutto affinche' la musica rimanga sempre la stessa

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2 giugno 2017

71° anniversario della Fondazione della Repubblica.

Anche quest'anno, malgrado l'incalzare delle varie crisi ordinarie e straordinarie,  economiche e sociali, nazionali o globali (senza dire dell'inverecondo e sconcertante spettacolo offerto dalla politica nazionale), nessuno dei nocchieri d'alto livello della malconcia navicella "Italia" ha pensato e deciso d'evitare il massiccio dispendio di risorse umane e finanziarie legato alla consueta formale quanto inutile parata dei Fori Imperiali.

Nessuno ha preso in giusta considerazione l'ecatombe di uomini, donne e bambini che, quasi quotidianamente, seguita a verificarsi lungo la rotta dell'inarrestabile fiumana d'infinite e massicce migrazioni di massa.

Nessuno ha deciso di porre fine alle sconce diatribe che addirittura offendono il concetto della sana politica, che denotano la pochezza di parecchi indefinibili personaggi, la vacuità degli inflazionati sermoni di coloro i quali, assenti dalla prima linea, si limitano a sproloquiare senza ritegno.

Per quanto in tono ridotto (si presume) è chiaro che la controversa sceneggiata dei Fori Imperiali presuppone pur sempre un notevole e pesante sforzo organizzativo, oltre che il susseguirsi di una catena di adempimenti tutt'altro che a costo zero. Presuppone, altresì, il costosissimo e massiccio impiego di mezzi e di reparti militari, i fatui preparativi folcroristici, la messa in sicurezza (specie nel momento attuale) dei siti interessati, l'onerosa protezione delle Autorità e degli immancabili coreografici VIP.

Festeggiare la Repubblica evitando tutto ciò non sarebbe stato meglio?

Annunciare alla Nazione che quest'anno sarebbe prevalso il buon senso, la responsabilità istituzionale, il rispetto per i morti, per i sofferenti, per i poveri, per i disoccupati, non sarebbe stata la più elevata e meritoria celebrazione della ricorrenza?

                                                      Ethos Associazione

(1) - Senza voler fare alcun paragone e, tanto meno, alcun irriverente riferimento ai maggiori esponenti dell'odierna classe dirigente e pur riflettendo che siamo tutti uguali di fronte alla esistenza umana di ciascuno, si ricorda che nel 1963, a fronte del dovuto rispetto per il morente Santo Papa Giovanni XXIII ("il Papa dell'umiltà e della bontà"),

la parata del 2 giugno venne SOSPESA. Erano altri tempi?

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P.S.  Per gli anni precedenti clicca qui di seguito:

 2giugno - Festa della Repubblica

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 Qui di seguito è riportato il testo di uno scritto di Paolo Castorina, del lontano 1973 (epoca non sospetta), concernente lo stesso argomento.

 Errare umanum est , .... perseverare autem diabolicum .....

ROMA - VIA CASSIA.  01 GIUGNO. 1973

FESTA DELLA REPUBLICA

 

Al Sig. PRESIDENTE LEONE,

 

VORREI PASSARE CON UN PICCOLO CARRO ARMATO DI CARTONE DAVANTI ALLA TRIBUNA PRESIDENZIALE, LA’ AL FORO ROMANO, AI FORI DELL’IMPERO…!

FARE INCHINI E SALUTI A FESTA. IMPRESSIONARE E DIVERTIRE LA GENTE SERIA, QUANDO IL DISCORSO, CON PAROLE SCOLORITE, ORMAI FATTE A BRANDELLI, COME LA BANDIERA DI UN CERTO GIUSEPPE, SEPOLTA IN UN MAUSOLEO MUSSOLINIANO, INCOMINCIA, COME SEMPRE DONATO AL VENTO, UN VENTO TRISTE E SENZA ODORI CHE PASSA SUI VOLTI SPENTI, ORMAI MORTI, SOTTO I PONTI,

LE CHIESE E I PESANTI SANTI…!

VORREI CAMMINARE, BALLARE IL CHARLESTON, BUTTARE GAMBE E BRACCIA ALL’ARIA, MUOVERE LA TESTA COME IL SIMPATICO DE CURTIS, E SALUTARE CON IL MIO PIEDINO, PIANINO, PIANINO, LA MANO DEL PRESIDENTINO CHE LA MUOVE COME UNO ZAMPINO DI UN PICCOLO CAGNOLINO.

VORREI FARE CAPRIOLE, AGITARMI E CAMMINARE ALLA CHAPLIN TENENDOMI SEMPRE STRETTO AI FIANCHI IL CARRO ARMATO DI CARTA COLORATA. POI DISTENDERMI PER TERRA COME MORTO E FAR FERMARE I VERI DURI, TREMENDI CARRI ARMATI DI ACCIAIO LAVORATI CON IL VELENO E LA VIOLENZA, SE NON VOGLIONO SCHIACCIARMI DAVANTI ALLA TURBA FESTANTE E DISSANGUARMI DAVANTI ALLA TRIBUNA DEI CARI COMANDANTI.

I MILITARI E I POLITICI, ANCHE I PRELATI, MUOVONO GLI OCCHIETTI COME BAMBINI, QUANDO GIOCANO COI SOLDATINI E I CAMIONCINI. BOMBE, MISSILI, VELENI, ARMI E MANI COME SUBDOLI DAMERINI…!

VORREI BALLARE, CANTARE E SCHERZARE, FARE IMPAZZIRE LA GENTE CHE PRENDE PER PAZZO ME, DAVANTI ALLA TRIBUNA DOVE PASSANO I BRIGADIERI, I BERSAGLIERI, I BRIGANTI, I MAFIOSI, I BUROCRATI, CAVALIERI, TAVOLIERI, CAVALLI CON TANTA MERDA DI FETIDO FIENO CHE FA PLOF… PLOF…PLOF…! TANTI SOLDATI, POLIZIA DI STATO, GUARDIA DI FINANZA E CARABINIERI. TUTTI AL GALOPPO DELLO SPRECO E DEL RIDICOLO POTERE.

POI VORREI FISCHIARE E CHIAMARE GLI STORMI IN VOLO CON ALI DI SPECIALE METALLO E LUNGHE SCIE COLORATE DI SCOREGGI, PER FARE IMPRESSIONE AL PICCOLO SFRUTTATO OPERAIO.

VORREI GIOCARE IN MUTANDINE PER FARE DIVERTIRE ANCHE LE SIGNORINE. POI FARE UNO SPOGLIARELLO GENERALE. SI… COL PRESIDENTE, I MINISTRI E I GENERALI. TUTTI IN MUTANDINE PER RIDERE E SCHERZARE DAVANTI ALLE PARATE MILTARI.

 

 Paolo Castorina

 

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  
Presidente Augusto Lucchese
-  e-mail: ethosassociazione@alice.it