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Raffaele Lombardo – Presidente della Regione Sicilia


 
UN AUTONOMISTA SENZA AUTONOMIA ?
OVVERO, UN GENERALE PRIGIONIERO DEI SUOI COLONNELLI ?

Quando, anni or sono, balenò la felice idea di dare vita ad un Movimento siciliano di alto profilo, sperabilmente capace di soddisfare le aspettative di una larga fascia di siciliani doc - senza distinzioni di ceto, cultura, religione, appartenenza partitica -, sembrò che si fosse palesata all’orizzonte una impareggiabile nuova prospettiva. Sembrò che fosse stato posto in essere un potente catalizzatore, capace di far coagulare in un unico contenitore le molte, frazionate e talvolta utopistiche correnti di pensiero che, manovrate ed esteriorizzate da personaggi inguaribilmente individualisti ed egocentrici, hanno svuotato di contenuto ideale l’inderogabile esigenza del popolo siciliano di disporre di una propria e consistente forza politica, operante al di fuori della sfera d’azione dei partiti nazionali e con metodi e sistemi ben diversi da quelli adottati da questi ultimi. Una forza che avrebbe dovuto essere in grado di contrastare validamente l’inqualificabile operato di molti dei vari più o meno noti e più o meno qualificati personaggi politici eletti nelle Circoscrizioni dell'Isola.  Personaggi che supinamente inquadrati, di massima, nei partiti nazionali, hanno agito e seguitano ad agire con cieca, strumentale e talvolta interessata obbedienza alle potenti direzioni centrali. Personaggi che, in gran parte, hanno sostanzialmente disatteso l’inderogabile dovere di adoperarsi per cercare di colmare, mediante una realistica politica di sviluppo economico e sociale dell’Isola, il notevole divario fra nord e sud. Divario che, come storicamente acclarato, è frutto degli errori - per non dire delle ingiustizie e delle vessazioni - nel tempo perpetrati da quello Stato nazionale disordinatamente quanto affrettatamente sorto a seguito della lacunosa unificazione realizzata, talvolta con metodi forzosi e impropri, oltre che poco democratici, dal Piemonte dei Savoia e dei Cavour. 
In atto il Presidente Lombardo sembra avere perso la qualifica di portabandiera di un ideale che dovrebbe proiettarsi al di sopra del solito ristretto scenario locale e provincialistico. Sembra essere divenuto una sorta di portavoce afono di un debole apparato partitico fatto di interessi di bottega, di clientelismo elettorale, di beghe personalistiche, di corsa all’ottenimento di utili privilegi e di posti di comando. In parole povere la solita endogena smania di potere. E' uno scenario tutt’altro che incoraggiante del quale non conviene neppure parlare in questa sede. 

Alla luce dei fatti, sembrerebbe che il tanto strombazzato Movimento per l'Autonomia sia venuto meno alla sua iniziale finalità che era quella di rappresentare gli ideali del sicilianismo mentre, oltretutto,  dimostra di non essere in grado di difendere dall'orda famelica dei veri detentori dei poteri forti (centralismo partitico, affarismo speculativo, alta finanza, lobby industriali, commerciali e di casta) gli interessi di una Sicilia depredata, maltrattata ed emarginata.

luglio 2011                                                                                                              A. Lucchese

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P.S. 
Giorno 13 luglio ho avuto occasione, a Palermo, di partecipare al convegno organizzato a Villa Zito dalla Fondazione Congiuntura RES (Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia) sul tema “Analisi e Previsioni della economia in Sicilia”, cui sono intervenuti personaggi di alto profilo. Leggi la sintesi.
Lungo il viaggio di ritorno, lungo la cosiddetta Autostrada Palermo-Catania, è emerso nella sua interezza il complessivo quadro del degrado ambientale, paesaggistico e strutturale in cui versa la Sicilia per colpa della nefasta incuria degli organi di governo nazionale e regionale. A prescindere dal fatto che il viaggiare da Catania a Palermo e viceversa (come di massima accade anche in altre zone dell’Isola) è divenuto un costante fattore di rischio, è assolutamente vergognoso che per percorrere una distanza di appena 190 chilometri si debba impiegare circa tre ore, se tutto va bene. Senza dire poi dei frequentissimi  ingorghi, di eventuali incidenti che bloccano per ore la circolazione, delle consuete deviazioni per lavori in corso ecc. ecc.  Uno scenario da terzo mondo, non certo degno di una Regione a vocazione turistica.  Uno spettacolo indegno fatto di "guard rail" divelti e contorti, di muretti dissestati, di aiole divenute autentiche pattumiere, di erbacce che invadono anche la carreggiata, di piante abbandonate ad un ben misero destino, di aree di sosta inadeguate, non attrezzate e colme di rifiuti, di raccordi e svincoli stretti e pericolosi, di segnaletica insufficiente, non curata e spesso non visibile. E' evidente che l'ANAS non ritiene doveroso dotarsi di un preciso piano di periodici controlli delle imponenti strutture abbandonate a se stesse, di sicurezza del tracciato, di manutenzione e ripristini straordinari. Si limita, di massima e con molta flemma, ai "normali" interventi di ripristino del manto bituminoso della carreggiata a fronte di lavori assegnati in appalto a ditte private non si sa se nel rispetto di precise "norme di legge" o solo a discrezione dei funzionari addetti. Forse in base a reconditi "regolamenti" e a "burocratici adempimenti"  che lasciano parecchi varchi aperti ad eventuali "accordi" sottobanco, per come qualcuno, magari malignamente, insinua?  Non parliamo poi di miglioramenti estetici, di razionale sistemazione di talune squallide, franose e quasi desertiche aree attraversate (la Forestale esiste solo come capitolo di spesa e come stipendificio?), di segnaletica efficiente, di adeguati spiazzi di sosta dotati di funzionali impianti di segnalazione e comunicazione.

Quale giudizio possono esprimere coloro i quali vengono a contatto con una realtà parecchio deludente rispetto alle pur normali aspettative? Quando costoro, specie se cittadini di Nazioni più efficienti e scrupolose, torneranno nelle loro zone di provenienza, quale tipo di pubblicità faranno alla Sicilia?

Anche l’attuale governo regionale, smentendo clamorosamente le promesse elettorali, ha dato dimostrazione di sostanziale rinuncia a qualsivoglia intenzione di affrontare, seriamente e non demagogicamente, l’annoso problema che minaccia di divenire sempre più grave.

Sta di fatto che la già malconcia e inadeguata rete viaria isolana è, di mese in mese, sempre più impercorribile, trascurata e pericolosa  I modesti e rari interventi delle amministrazioni locali (Comuni e Province), l’ammodernamento di brevi tratti di qualche strada nazionale (magari per intercessione, a fini elettorali, di qualche capo bastone politico), l'invalsa smania delle "rotonde" (non sempre funzionali o risolutive pur se costose) sono i miseri tasselli di un complessivo mosaico fatto di colposa trascuratezza, di inadempienze, di mancanza di una visione chiara e razionale delle problematiche.

Il tutto in gran parte scaturente dalla incapacità della classe dirigente di affrontare la questione alle radici. E' da bugiardi affermare che "mancano le risorse finanziarie". Occorrerebbe che molti politici, talvolta autentici turlupinatori, avessero l'onestà soggettiva e civile di ammettere che il fiume di denaro direttamente o indirettamente spremuto agli utenti della strada (semplici cittadini, imprenditori, commercianti, aziende di servizi di trasporto merci o passeggeri) viene sistematicamente e furbescamente - per non dire colpevolmente - dirottato verso le macroscopiche e tracimanti esigenze del malgoverno della spesa pubblica.  La viabilità, le infrastrutture, la funzionalità dei servizi, la protezione e la sicurezza dei cittadini passano in secondo piano e non trovano adeguato riscontro. Aggiungasi che anche le residuali briciole vengono spesso inutilmente sperperate.

E' scandaloso, in merito, che interi capitoli si spesa (si tratta di miliardi e non di bruscolini) siano sfacciatamente dedicati al mantenimento dei novanta onorevoli (?) di Sala d'Ercole, alle spese di rappresentanza dell'apparato governativo (che purtroppo ingloba, di massima, solo dilettanti allo sbaraglio o furbi tornacontisti), alla gestione delle principesche strutture parlamentari e burocratiche,  al mantenimento di una pletora di enti e aziende regionali molto spesso improduttivi pur se ingorde mangiasoldi, al soddisfacimento dei pesantissimi oneri derivanti dalla gestione del personale, il cui abnorme e inverecondo organico e sotto gli occhi di tutti.   La Regione è divenuta una sorta di bancomat  a disposizione delle pretese dei vari boss politici locali - specie se titolari di più o meno ricchi portafogli di voti - mirate a soddisfare  esigenze clientelari ed elettorali. 

Come dire che ci si trova al cospetto di una sorta di pozzo di San Patrizio che ingoia ogni risorsa ma non i responsabili  della cattiva gestione del denaro pubblico, dello sperpero, degli abusi.   

luglio 2011                                                                                              Luau

 

 

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  Via Lavina, 368 – 95025 Aci Sant’Antonio
Presidente Augusto Lucchese
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