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Analisi e Previsioni


Giorno 13 luglio, a Palermo, ho avuto occasione di partecipare al convegno organizzato a Villa Zito dalla Fondazione Congiuntura RES (Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia) sul tema “Analisi e Previsioni della economia in Sicilia”, cui sono intervenuti personaggi di alto profilo fra cui Pier Francesco Asso - coordinatore scientifico Fondazione Res, Adam Asmundo - responsabile Analisi Economiche Fondazione Res, Marco Venturi -Assessore Regionale alle Attività Produttive, Mariella Maggio - Segretaria Generale CGIL Sicilia, Zeno Rotondi - responsabile Ufficio Studi Divisione Retail - Unicredit, Salvatore Butera - ex Presidente Fondazione Banco di Sicilia e attuale Presidente Fondazione Salvare Palermo. Non è stato un “incontro” fra gente arroccata su preordinate posizioni, ma è stata, invece, una chiara e attenta esposizione di dati scientifico-analitici, oltre che di proiezioni e previsioni meditate, realistiche e veritiere che sicuramente sarebbero molto utili alla politica nazionale o regionale se solo s’avesse la buona creanza di prenderle in seria considerazione. Gli interventi e la conseguente discussione non sono mai stati orientati verso qualsivoglia forma di preconcette contestazioni. Parecchio condiviso, viceversa, è stato lo sforzo di rassegnare asetticamente l’attuale sconfortante quadro economico della Regione. E' stato evidenziato il notevole divario esistente fra il PIL rilevato nell'Isola e la dinamica dei consumi non essenziali o voluttuari  (che si manifesta peraltro attraverso l'espandersi dei "centri commerciali" di grandi dimensioni). Ciò denota l'esistenza di un massiccio apporto di liquidità che sfugge a qualsivoglia rilevazione statistica, apporto principalmente dovuto al diffusissimo "lavoro nero", al "doppio lavoro" (fenomeno incisivamente presente fra alcune categorie di impiegati non a tempo pieno), alla evasione fiscale, alla presenza di attività occulte, talvolta illegali, di varia natura. Sono stati posti in risalto, fra l’altro, i dati riguardanti la sensibile diminuzione della spesa delle famiglie – dall’1,1 a 3,65% -, l’aumento della cassa integrazione impiegati (in gran parte riguardante il precariato) per circa il 56%, la disoccupazione totale del 15,8 %, la disoccupazione giovanile che in talune realtà dell'entroterra supera il 38 %, il minore flusso turistico che in alcune zone a prevalente vocazione turistica – Taormina e Piazza Armerina, ad esempio - va dal 17,27 al 32,8%, il maggiore indebitamento bancario che sale del 9,8 % - dato comprensivo della crescita delle sofferenze -, una minore raccolta di risparmio per circa 1,9%, l’indebitamento delle famiglie che aumenta del 15,5 %. In Sicilia, nel 2010, sono cessate 32.687 aziende e si prevede, specie fra quelle piccole e medie, il protrarsi di una stato di maggiore crisi dovuta a mancati investimenti strutturali, costi non competitivi, difficoltà di accesso al credito ecc. Diversi grossi insediamenti industriali sono in fase di pressoché totale smobilitazione (Fiat Termini Imprese, Keller, Cantieri Navali Palermo) mentre nei comparti industriali e chimici di Priolo, Milazzo e Gela si registra una notevole contrazione degli organici. Anche l’agricoltura e la pesca stanno affrontando una preoccupante crisi essenzialmente dovuta ai maggiori oneri di gestione e ai minori profitti netti.  La disamina dei dati scientificamente elaborati, ha coinvolto l’attenzione dei presenti e i lavori si sono protratti in un clima di rispettoso self control pur senza risparmiare frizzanti e talvolta caustici giudizi sull’operato dei governi centrali e regionali, siano stati essi, nel passato, espressione del  discutibile periodo della cosiddetta “prima repubblica” o siano, adesso, frutto di un anomalo e inefficace bipolarismo basato su una legge elettorale faziosa e per molti versi antidemocratica. A fronte delle puntualizzazioni e dei circostanziati rilievi rassegnati dalla D/ssa Maggio ("il coraggio di licenziare i parassiti” che, pur a fronte di ben 22 mila dipendenti – di cui oltre 2.500 dirigenti - manca ai politici della Regione, l'esistenza di retribuzioni parecchio più elevate rispetto alla media nazionale, le vergognose liquidazioni e pensioni d’oro), l’Assessore Venturi è stato parecchio onesto nel riconoscere le responsabilità della Regione, pregresse e attuali, pur rivendicando alcuni recenti provvedimenti mirati a correggere, nei limiti di uno scarso margine di manovra, talune palesi quanto radicate disfunzioni. Scrupoloso ed esauriente, oltre che parecchio incisivo, è stato l’apporto riepilogativo e conclusivo del Dr.Salvatore Butera. Hanno dato lustro ai lavori gli efficaci interventi di alcuni qualificati personaggi del mondo accademico e imprenditoriale presenti in sala che, in particolare, si sono soffermati sul problema giovanile (proponendo di coinvolgere nelle prossime riunioni RES gli allievi di talune facoltà), sulla situazione bancaria e creditizia dell’Isola (oggi non c’è più la Banca tradizionale ma esistono solo delle “aziende commerciali” che, fra tante altre cose, si occupano anche di vendere servizi bancari e creditizi), sulla disattenzione governativa circa la potenzialità dei “distretti produttivi”, uno per tutti quello del settore pesca, l’oro azzurro della Sicilia, che abbisognerebbe di lungimiranti investimenti oltre che di una moderna e funzionale riorganizzazione dei servizi collaterali. 
Tale, in brevissima sintesi, lo svolgimento della per niente tediosa mattinata dedicata alla presentazione dello studio RES sulla congiuntura siciliana. 

Luglio 2011                                                                                               A. Lucchese



 

 

 

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