TELEVISIONE
Parte terza
Anche a non volere entrare nel merito dell’operato di “Mediaset”, di “La 7” e di tante altre trasmittenti regionali e locali (ad esempio “Antenna Sicilia” o “Il Tirreno”) che, essendo aziende a carattere commerciale sono esclusivamente soggette alla discrezionalità operativa dei propri organi pur se nell’ambito dalla vigente legislazione civile e penale, non si può sorvolare a cuor leggero sulle palesi disfunzioni di cui patologicamente soffre la Televisione di Stato (intesa RAI). Non è ammissibile, infatti, che in seno ad un organismo di natura pubblica e di proprietà dello Stato (quindi della collettività), continuino ad esistere macroscopiche “deviazioni”, abusi gestionali, inverosimili sciupii in materia di “compensi a contratto”, di “iperboliche prebende direzionali” e di anomale retribuzioni “ad personam”, senza parlare degli esorbitanti oneri per “spese di rappresentanza”, per “costi strutturali e scenografici”, per incredibili quanto immorali esborsi a fronte dei vari “giochi a premi” (1).
Da più parti s’afferma che la RAI “svolge un servizio pubblico”. Ebbene, se il servizio pubblico consiste nello sperpero, nell’uso distorto e partigiano del palinsesto (in barba alla “corretta informazione”) (2), nella messa in onda di programmi sconci, immorali e diseducativi (meglio conosciuti come la “spazzatura di Via Teulada”) (3), diviene urgente e indifferibile che gli Organi Tutori (Commissione Parlamentare, Ministeri delle Telecomunicazioni e delle Finanze, “Autority”), ove non vogliano essere accusati di complicità, assumano una precisa posizione di legalità emanando idonei provvedimenti che servano a bonificare, una volta per tutte, la maleodorante cloaca della RAI. Ove tale intervento, per motivi di convenienza politica o di collusione partitica, venga ulteriormente disatteso, non sarebbe male che i cittadini assumano una posizione di aperta protesta ignorando drasticamente (che bella invenzione il “telecomando”) gran parte dei programmi delle tre reti RAI, boicottando in tal maniera l’”audience”, colpendo gli assillanti “spot” pubblicitari, (4) oltre a coalizzarsi, magari attraverso autonomi gruppi (stante che molte delle cosiddette organizzazioni istituite a “difesa dei consumatori” hanno provatamente dimostrato di non meritare alcuna fiducia), per sporgere formale denuncia alla competente Magistratura, pur se quest’ultima, in talune palesi circostanze, potrebbe ravvisare l’obbligo dell’ “intervento d’ufficio”.
2007 LUAU
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Note:
(1) - “L’eredità” - “Affari tuoi” – “Piazza grande” ecc.-
(2) - I lacunosi “telegiornali” (molta cronaca nera, disastri e violenze), oltre
alle esilaranti trasmissioni in prima serata di “Anno zero” (Santoro),
“Ballarò” (Flores), “Porta a porta” (Vespa), “Che tempo che fa” (Fazio), ecc.
(3) - “L’isola dei famosi”, “Quelli che… il calcio e…”, “Crozza Italia”, ecc.
(4) - L’interruzione senza preavviso dei programmi è un fatto legalmente non
consentito. Trattasi, quindi, di uno dei tanti abusi perpetrati in danno dei
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