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SOS ITALIA - MOLTE PROMESSE E POCHI FATTI
 

Qualche lustro addietro, esattamente nel 1939 - pochi mesi prima dell’inizio della 2° guerra mondiale - Renato Rascel compose, musicò e con la sua coinvolgente voce cantò quel famoso brano che ironicamente preannunciava “…. è arrivata la bufera, …. è arrivato il temporale, …. chi sta bene e chi sta male, ….. e chi sta come gli par …” , pur se …“nel … morbido lettino” ….. “dorme placido Pierino”.
Se oggi l’indimenticabile Rascel fosse ancora presente fra noi, non avrebbe certo la necessità di modificare il senso dei suoi versi d’allora. Alla luce di ciò che sta accadendo nelle alte sfere della politica italiana, nella fossa dei leoni degli infidi partiti, nelle disorganiche Istituzioni di riferimento, nei meandri della incurabile burocrazia, il sottinteso significato della citata canzone appare estremamente confacente alla congiuntura molti “onorevolicchi” di turno e qualche professore - avvocato in trasfertache ci stanno facendo vivere.
Varrebbe la pena che taluni “ospiti di passaggio” dei sontuosi palazzi del potere dedicassero magari solo qualche minuto del loro “prezioso” tempo (prezioso solo perché è ben pagato) a riascoltarlo e perché no a “meditarlo”, ove la loro dubbia sensibilità glielo permetta.
Sta di fatto che nella Italia 2019 – 2020 (pur non sussistendo, dalle nostre parti, realistici pericoli di conflitti armati) non si può parlare di una semplice “bufera” o di un grazioso “temporale estivo”, bensì  di un persistente “ciclone tropicale”, di un “uragano”, di un “tornado”, comunque si voglia chiamarli in relazione ai tragici effetti che  potrebbero arrecare. Oltretutto si è ancora profondamente debilitati per gli effetti di taluni altri recenti “cicloni”, più o meno di origine U.S.A. o made in “Bruxelles”.
La premessa di cui sopra potrebbe trovare, purtroppo, (il condizionale è d’obbligo nella misura in cui esiste ancora la tangibile possibilità di rimediare) una spiacevole conferma nell’odierno laborioso, insicuro e ingannevole “varo” dei finti “aggiustamenti” (?) in materia di “legge finanziaria” di fine anno.
Sembrerebbe che i signori della torre di babele della politica italiana, entro cui agisce e si muove il mostro a sette teste meglio conosciuto come FISCO, stiano approntando un bel regalo di Natale. Non c’è che dire e, quasi quasi, dovremmo ringraziati per le illusorie promesse di non sottoporre la povera gente ad ulteriori balzelli. A Napoli si diceva una volta che il Monte di Pietà non impegna “chiacchiere” o “promesse”. Nell’ambito dei luoghi dello svalutato “potere”, invece, sembra che esista una vera e propria “fabbrica modello” dei tossici ingredienti dell’indigeribile minestrone politico. In tale contesto (quotidianamente alla portata di tutti attraverso il piccolo schermo e le varie testate giornalistiche), non sono pochi coloro i quali dimostrano di avere perso la bussola. I timonieri del malconcio battello “ITALIA”, ad esempio, dimostrano di non avere compreso che nel fare continuo riferimento alla “lotta alla evasione fiscale”, come panacea di ogni frustrante esigenza di bilancio, trascurano (forse volutamente) le cause che stanno a monte del deprecato fenomeno. E’ notorio che l’evasione proveniente dai piccoli contribuenti, è praticata a livello di furbastro tentativo (pur se illegittimo e immorale) di autodifesa dalle carnivore fauci del sistema tributario che stritolano e soffocano (in genere) le piccole e medie aziende e le attività artigianali. Per i grossi complessi commerciali e industriali è tutt’altra musica. Trattasi di truffa e di “illecito arricchimento”. Solo che gli occhiali del tentacolare fisco - regolati o regolabili caso per caso - fanno in modo, talvolta con provvedimenti sanatori o con leggi ad personam, di far finta di niente. Occorrerebbe modificare il sistema per come più volte promesso (dal 1994 anno del proclama berlusconiano a "porta a porta") ma mai linearmente e doverosamente attuato. Non c’è peggio di un male trascurato.
Provvedimenti tampone, promesse archiviate zitti zitti, previsioni parecchio incerte, numeri che sembrano estratti da una sorta di banco del lotto, progetti fantasiosi e difficilmente concretizzabili, mancato avvio delle concrete quanto indifferibili “riforme”, specie in campo fiscale. Questi in sintesi i dati segnaletici del quadro del tutto improvvisato e raffazzonato che il nuovo “pittore” del fisco italiano, di recente insediatosi in Via XX Settembre, ha ufficialmente esposto ieri sera nella galleria dei “progetti perduti” di Palazzo Ghigi. La pressione fiscale si combatte con la tattica del buon padre di famiglia che effettivamente riduce le spese non necessarie, gli sperperi, gli sciupii, gli oneri di facciata. Si potrebbe abbassare e di molto non correndo dietro alla sfacciata richiesta americana di fare uno sforzo per incrementare gli stanziamenti del comparto militare.
Sarebbe prolisso e deprimente entrare nel merito di ogni “capoverso” del testo redatto ad uso e consumo dei “diversamente pensanti e vedenti” che se ne stano beatamente appollaiati nei centri nevralgici dell’autolesionismo di marca europea. Parecchi politici di casa nostra (qualche già vecchiotto “processo” ha posto in evidenza che ce ne sono stati anche di “cosa nostra”), ciarlieri, esibizionisti e virtualmente formattati (per non dire altro), fanno stabilmente parte della “claque” plaudente a comando, mentre parecchi smemorati di Collegno (esponenti di prima fila del centro destra arcoriano o di Pondida, che dir si voglia), convinti di esercitare (pur non riuscendoci) una vivace forma di opposizione, non sanno fare altro che ricorrere allo stonato suono di vari strumenti idiofonici allocati negli insicuri campanili delle loro farisaiche chiese.
Chissà se nel giorno della catarsi politica, il tempo riuscirà a “giudicare vivi e morti”. Chi vivrà vedrà.
Oggi solo le nuove generazioni potrebbero alzare la testa, con coraggio, per cercare di correggere le future sorti del Pianeta, e quindi dell'Italia, mediante lo stimolo di nuovi ideali e con diversi sistemi di governo.
E, a proposito del Pianeta e delle ciance scaturite dal recente dibattito globale indetto dall’ ONU, perché a Palazzo Ghici, al Quirinale, a Monte Citorio, a Palazzo Madama e in molti altri “templi” del potere (non sarebbe male includere anche San Pietro e vari luoghi sacri), non si comincia a dare l’esempio riducendo drasticamente, se non addirittura spegnendo, parecchia inutile quanto sfarzosa illuminazione, interna ed esterna, fonte di un rilevante sciupio energetico e,quindi,dell’emissione di parecchia Co2.
Il buon esempio potrebbe indurre chi di ragione e, chissà, anche milioni di uomini allo sbando, ad invertire la rotta, non fra decenni avvenire ma subito, anche da oggi, prima che sia troppo tardi.
Perché l’attuale “giovane” Ministro degli Esteri, piuttosto che passare il tempo dinanzi le telecamere, magari solo per cincischiarsi in giochi pre-elettorali, non si fa portavoce della meritevole iniziativa di spegnere molte superflue luci che inutilmente abbagliano monumenti, luoghi pubblici, palazzi residenziali ecc. ecc. ? Potrebbe essere un ottimo messaggio da indirizzare, con determinazione, ai molti gradassi “leader” delle variegate Nazioni (piccole e grandi) dei cinque Continenti che, parecchio irresponsabilmente, seguitano a trascurare la futura sorte del già debilitato Pianeta. Chissà quanto sciupio di energia “poco pulita” si potrebbe evitare, a tutto vantaggio dell’ossigeno di cui oggi ha bisogno la natura e la Terra.
Torna sempre alla ribalta della mente, però, l’antico e mai archiviato slogan “armiamoci e …. partite” .
Ne esiste un altro parecchio più incisivo e colorito, ma è meglio non riferirlo, per rispetto dei lettori.
1 ottobre 2019

 

 


 

 

    Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  
Presidente Augusto Lucchese
  e-mail: ethosassociazione@alice.it