In
ricordo dell’ ITAVIA
che cessò di volare alle 19:40 di mercoledì 10/12/1980,
e dei suoi 1.000 dipendenti.
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(Testo liberamente tratto dal sito web:
http://www.noidellitavia.it/176334376 - Storia di come la
vigliaccheria politica e l’idiozia sindacale possano distruggere
un’azienda e la famiglia che la gestisce.)
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La società, "Società di Navigazione Aerea" fondata nel 1958, nel
1962 prese il nome di "Aerolinee Itavia S.p.a." trasferendo la
propria sede operativa dall'aeroporto dell'Urbe (LIRU) a quello
di Ciampino (CIA-LIRA).
Nel 1961 entrò a far parte degli azionisti il Principe Giovanni
Battista Caracciolo mentre, verso la fine del 1965, fecero parte
della società anche la famiglia Tudini e l'Avvocato Aldo
Davanzali che ne diverrà poi il maggior azionista,
amministratore delegato e Presidente.
Nel 1972 venne scelta Catanzaro (Via Settembrini 8) come sede
legale della società, mentre fu scelta Roma (Via Sicilia 43) per
quella amministrativa e per la direzione generale e commerciale.
Alla Società Aerolinee Itavia S.p.a. fu assegnato il codice
IATA: IH
Alla fine degli anni ’70 l'ITAVIA, con la sua organizzazione
Commerciale, Amministrativa, Direzione traffico/scali,
Operazioni di Volo e Direzione tecnica, poteva contare su circa
1.000 dipendenti.
A seguito dell'incidente di Ustica (27 giugno ’80) e delle
indagini della magistratura che ne seguirono, il 10 Dicembre
1980 l'Itavia sospese ogni attività di volo. Il 16 Dicembre
1980, con decreto del Ministero dei Trasporti, vengono
dichiarati decaduti tutti i servizi di linea affidati all'ITAVIA.
Il 31 Marzo 1981 l'avvocato Amedeo M.Gagliardi, legale dell'ITAVIA,
depositava al Tribunale Civile di Roma la citazione a giudizio
della compagnia aerea nei confronti dello Stato Italiano, nelle
persone degli allora ministri della Difesa Lelio Lagorio,
dell'Interno Virginio Rognoni e dei Trasporti Rino Formica, per
un risarcimento calcolato a quel tempo in oltre 30 miliardi di
lire.
Dopo la revoca della licenza di volo dell'ITAVIA (COA), nella
seduta parlamentare del 16 Gennaio 1981, presieduta dall'allora
Ministro dei Trasporti Rino Formica, venne costituita la
compagnia aerea Aermediterranea (BQ) che iniziò a volare sulle
rotte precedentemente operate da ITAVIA e su altre lasciate da
Alitalia. Parte del personale di terra e di volo, messo in cassa
integrazione speciale nel 1981 con una legge "ad hoc" venne
assorbito dall'Aermediterranea, in parte da Alitalia e Alisarda,
a condizioni contrattuali ed economiche più svantaggiose e con
la retrocessione delle qualifiche acquisite in ITAVIA.
DC9-10 dotato di due motori P&W JT8D-5
Lunghezza 31,82 mt. Apertura alare 27,25 mt.
MTOW 41.142 Kg. - Passeggeri 90 - Velocità 874 km/h -Autonomia
2.367 Km.
° Venerdì 27.06.1980 - Il DC9 I-TIGI con 77 passeggeri e 4
membri di equipaggio cade nelle vicinanze di Ustica. Nessun
superstite.
• Sabato 28.06.1980 - Viene nominata una Commissione d'inchiesta
da parte del Ministero dei Trasporti ed un'altra da parte della
società Itavia.
• Luglio 1980 - Una sigla sindacale emette dei volantini nei
quali si evidenzia che il DC9 ITAVIA sarebbe caduto per la
cattiva manutenzione. Questi comunicati oltre alle affermazioni
di alcuni di questi dirigenti sindacali, danno inizio alla
campagna stampa che influenzerà negativamente l'opinione
pubblica e quella parlamentare. A dar peso a questa campagna
mediatica negativa, vi è anche una nota di un Comandante ITAVIA
che arrivò a dichiarare: "Su quell'aereo (I-TIGI) volavo a
velocità ridotta. Aveva forti vibrazioni laterali che più di una
volta avevo fatto notare alla manutenzione la quale,
puntualmente, non eseguiva i lavori"
• 03.07.1980 - Un gruppo di dipendenti ITAVIA scrive al
Presidente della Repubblica, all'epoca Sandro Pertini, per
chiedergli di intervenire nella vicenda e per fare smettere la
campagna mediatica diffamatoria.
• 05.07.1980 - Gruppi parlamentari del Senato e della Camera,
influenzati dalle notizie circa le responsabilità aziendali
sull'incidente, chiedono al Ministro dei Trasporti Formica che
vengano revocate all'ITAVIA le concessioni di volo. Il Ministro
Formica risponde che per far questo è necessario attendere
l'esito della Commissione d'inchiesta.
• 16.07.1980 - Una delle tre organizzazioni sindacali, a causa
delle divergenze di opinione sulle cause dell'incidente aereo,
sospende l'attività unitaria, dissociandosi dalle altre due
organizzazioni e indice una conferenza stampa allo scopo di dare
una corretta informazione circa la sicurezza del volo IH870.
• Novembre 1980 - La campagna di stampa contro l'ITAVIA ha
contribuito, nel frattempo, a causare un forte calo di
passeggeri sui voli della compagnia aerea e contestualmente
vengono meno anche i finanziamenti da parte delle banche. La
Società è quindi nell'impossibilità di onorare gli stipendi del
personale di ottobre e novembre.
• 10.12.1980 - L'ITAVIA sospende l'attività di volo sulle rotte
in concessione.
• 17.12.1980 - Il Ministro Formica comunica i risultati della
Commissione d'inchiesta ministeriale ed afferma: "Dalla
relazione si evince che vi è stata un’esplosione. Non è stato
accertato se avvenuta a bordo o causata da un corpo estraneo."
Quella del missile resta peraltro l'ipotesi più forte delle
altre.
• Gennaio 1981 - Il Ministro dei Trasporti, contrariamente alle
sue precedenti dichiarazioni, revoca le concessioni di volo all'ITAVIA.
Inizia quindi l'occupazione da parte dei lavoratori, dei locali
di Ciampino e di Via Sicilia.
• 19.01.1981 - Durante una riunione al Ministero dei Trasporti
sono state prospettate alle Organizzazioni Sindacali, tre
ipotesi di soluzione.
• 22.01.1981 - Il Ministro del Lavoro Foschi, annuncia l'ipotesi
di soluzione: "costituzione di una nuova Azienda a capitale
prevalentemente pubblico che assorbirà tutto il personale
garantendo il mantenimento dei diritti acquisiti".
• 06.03.1981 - Comunicati del Ministero del Lavoro: scompare la
garanzia sul mantenimento dei diritti acquisiti dai lavoratori.
Il personale verrà quindi assunto "ex novo". Viene
ufficializzata la titolarità azionaria dell'Alitalia.
• 11.03.1981 - Visto il non rispetto delle indicazioni
parlamentari nel ricercare la soluzione nell'ambito della
pluralità dei vettori, la maggioranza dei parlamentari della
Camera si esprime a favore del Commissariamento. Formica chiama
"cretinismo parlamentare" tale atteggiamento e minaccia la crisi
di governo se non verrà accolta la sua proposta. Verrà in
seguito decisa la costituzione dell'Aermediterranea (BQ) del
gruppo Alitalia che assorbirà solo il personale di volo e circa
120 lavoratori di terra. Il restante personale verrà assorbito
in tre trance nell'Alitalia, Ati e Alisarda. Le assunzioni si
concluderanno nell'Aprile 1983.
• 09.04.1981 - Viene corrisposta la Cassa Integrazione.
• Aprile 1981 - I creditori presentano istanza di fallimento
presso il Tribunale Fallimentare di Roma decretando lo stato di
insolvenza e ponendo, il 31 Luglio 1981, la compagnia in
amministrazione straordinaria. Il liquidatore è l'Ing. Bruno
Velani, già Presidente di Alitalia negli anni '70, che con
diligenza e serietà provvederà a vendere il patrimonio
aziendale, a pagare i creditori e, cosa importante, a
regolarizzare la maggior parte dei dipendenti in Alitalia e
nella nuova compagnia aerea Aermediterranea (creata ad hoc),
controllata da Alitalia.
• 17.04.1981 - Il Tribunale Fallimentare di Roma dichiara lo
stato di insolvenza dell'Itavia la quale può ora essere
assoggettata alla legge "Prodi". Il ministro dell'Industria
nomina il Commissario.
• 23.04.1981 - Iniziano le assunzioni e le operazioni di
assorbimento comporteranno, per alcuni lavoratori, il
declassamento sino a 4 categorie.
• 31.07.1981 - Il Ministro dell'Industria Marcora, nomina il
Commissario Ing. Velani come "atto dovuto" a seguito della
sentenza del Tribunale Fallimentare.
• 18.09.1981 - Alitalia minaccia la sospensione delle assunzioni
(circa 500) se il Commissario inizierà l'attività.
• Ottobre 1981 - Formica diventa Ministro delle Finanze e
apporrà i sigilli in tutti gli uffici Itavia impedendo così
qualsiasi attività al neo Commissario. I sigilli saranno tolti
alcuni mesi dopo.
• 31.07.1983 - Il Ministro dei Trasporti Signorile informerà il
Commissario Velani che l'Itavia non potrà effettuare nessuna
attività di volo e quindi si dovrà procedere alla vendita di
tutti i beni.
• 29.06.1984 - Il Commissario Itavia, attraverso l'Avvocato
Fassari, si costituisce parte civile contro ignoti nel
procedimento penale pendente in fase di istruttoria formale.
• Gennaio 1985 - L'operazione di vendita dei beni Itavia si
concluderà con un introito di circa 26 miliardi di Lire. Il
Commissario non può procedere al pagamento delle liquidazioni ai
lavoratori Itavia, per un susseguirsi di ricorsi al piano di
riparto da parte di INPS, IMI,Cassa Marittima, ecc. ecc.
• Settembre 1986 - A seguito dell'appello rivolto al Capo dello
Stato da personalità del mondo culturale e politico, circa
l'esigenza di fare finalmente chiarezza sulle responsabilità
dell'incidente e da una campagna mediatica ora più vicina all'Itavia,
è sorto un nuovo interesse nella stampa e nell'opinione pubblica
che ha portato all'abbandono della deviante tesi iniziale sulle
responsabilità della compagnia nel disastro di Ustica.
Giugno 2015
Mario Guzzardi
mario.guzzardi@teletu.it
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