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Ricordi ennesi
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Ricalcando le orme
che al natio paese adducono,
il pensiero, a ritroso, negli anni corre.
Dell'adolescenza l’atmosfera magica rivive,
sentimenti d’ideali saturi e di memoria rifioriscono,
l’animo ad inebriarsi torna.
Fu il fato capriccioso,
ad un crocicchio della vita,
a decidere per me.
A viver lontano abituarmi ho dovuto,
in ambienti inconsueti,
talvolta non facili, se non proprio ostili.
Privo rimasi
dei forti legami rimasti fra le vestigia
dell’antica “Henna”,
di storia cantori e custodi,
fra le anguste e impervie stradine che,
come tanti scoscesi torrentelli,
nel vetusto alveo del centro
sfociano.
Solo,
lontano da parenti e amici, dai luoghi
che gli anni dell’infanzia e della giovinezza scandirono, fatica m’è costato
mantener salde le radici avite.
Altri, invece,
i loro siti e le loro case,
lasciati hanno,
per fare del "mio paese” la nuova dimora.
Un generoso afflato li ha accolti e a condividere li ha
indotti
il buono ed il meno buono,
financo l'incerto clima.
Hanno attraversato un ponte ideale,
che unisce il mio passato al loro presente.
Son venuti a vivere nella Città turrita,
chissà se lontano dalla mia casa nativa,
ignari forse di sfiorare
quelle vetuste mura
che udire ebbero quel primo vagito
che la mia esistenza proiettò
verso i vasti orizzonti della vita.
Tanto tempo è trascorso,
ma niente e nessuno può impedirmi,
ancor oggi, di vivere,
orgogliosamente,
da "ennese" !
A. Lucchese
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