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POLITICA BERLUSCONIANA = CAOS NAZIONALE

La Nazione italiana - che faticosamente festeggia il suo 150mo compleanno - è oggi afflitta da un pernicioso morbo: la falsa democrazia di stampo berlusconiano. 
Una maggioranza di cartapesta, asservita al principe, incollata alle poltrone, dedita ai sotterranei giochi di potere (spesso e volentieri di natura speculativa, affaristica e sfacciatamente “ad personam”), condizionata da insani equilibrismi di correnti e gruppi interni, si intestardisce e si ostina ancora nel non volere cedere il passo ad un salutare governo di larga intesa istituzionale.
L’Italia è chiaramente governata da una arrogante, falsa e raccattata maggioranza in prevalenza composta da personaggi senza spina dorsale, incapaci di ragionare con la propria testa, intruppati in gruppi parlamentari dispoticamente gestiti dai vari pro-consoli, sempre pronta a sostenere l’insostenibile e la menzogna pur di mantenere una sufficiente visibilità nei confronti dei capi bastone del momento. 
La Nazione italiana, pur a fronte delle ataviche anomalie funzionali e istituzionali, non merita tutto ciò. Ha in se ottime potenzialità, dispone di risorse intellettuali non comuni, gode di un entroterra culturale solo con pochi altri raffrontabile, possiede un patrimonio monumentale e artistico forse unico al Mondo, ma è costretta a portarsi dietro la zavorra di una classe politica di basso profilo, scadente e arruffona. Una vera e propria “corte dei miracoli” in cui si muovono a frotte i cosiddetti professionisti della politica, alcuni ormai da tempo obsoleti, altri neofiti tutto fare, altri ancora imbarcati per meriti speciali o per processi in corso e infine i “peones” che, ubbidienti quanto anonimi, riempiono gli scanni del Parlamento e delle sale consiliari degli Enti istituzionali periferici. Non siamo poi tanto lontani dalla pur blasfema frase pronunciata da un certo vanesio quanto inetto Maresciallo d’Italia per definire i cortigiani e la massa dei fanatici che all’epoca attorniavano Mussolini, l’ “uomo della provvidenza” di una ben nota era. Cotanto controverso personaggio ebbe ad affermare che era triste e sconsolante osservare il numeroso “pecorume” che pasceva nei “grigioverdi” prati del regime. Ogni allusione, si dice, è puramente casuale.
L’Italia politica di oggi è divenuta una sorta di palcoscenico da avanspettacolo ove, di massima, si esibiscono personaggi squallidi, ciarlatani, imbonitori, menzogneri, infidi approfittatori e chi più ne ha più ne metta. 
L’attuale entourage di governo e gli ispiratori dell’odierna linea politica dei partiti, partitini e agglomerati vari di opportunisti transfughi e mercenari vari che formano l’amorfa maggioranza, hanno peraltro discreditato, speriamo non irreversibilmente, l’immagine di un Paese civile, operoso e produttivo, rendendola opaca e irriconoscibile rispetto a quella che il “miracolo italiano” aveva accreditato nel consesso delle nazioni di tutti i continenti. 
Più che fare la conta dei parlamentari asserviti che, magari sotto ricatto morale per lo spauracchio di essere cancellati dalle future liste dei prescelti, occorrerebbe fare un bilancio dei gravi danni che l’era berlusconiana ha arrecato e seguita ad arrecare, di recente in maniera esponenziale, alla Nazione Italiana. 
Forse non basterebbe una sorta di nuova enciclopedia Treccani per elencare, evidenziare, analizzare le voci, i fatti, gli episodi, le magagne, le promesse non mantenute, le turlupinature propinate in sede elettorale, i mille rivoli degli sprechi di corte, gli abusi dei vari vassalli, che direttamente o indirettamente hanno una connessione con il “ventennio” berlusconiano. Senza dire dei multiformi e continui tentativi di modificare e distorcere a proprio vantaggio leggi, regolamenti, prassi consolidate ecc. ecc., oltre che degli accordi sottobanco che, in maniera più o meno segreta e omertosa, regolano gli apparentamenti elettorali e di legislatura opportunisticamente convenuti fra i capoccia dei partiti interessati a conquistare il potere. Accordi che vengono sfacciatamente e disinvoltamente camuffati sotto la dicitura di “bipolarismo”. 
Ciò, quantomeno, servirebbe a spiegare la triste e preoccupante realtà a chi non è informato circa la quotidianità dei molti squallidi intrecci che si tessono, molto spesso in danno della collettività, nelle stanze dei bottoni di taluni settori della politica. 
Ottobre 2011 A.Lucchese
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