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27 gennaio 2015



Il lungo iter per l'approvazione della nuova legge elettorale
 

Oggi si è conclusa la seconda parte della lunga telenovela relativa alla approvazione della nuova legge elettorale da parte del Senato.
Legge già approvata dalla Camera dei Deputati, che alla stessa Camera dovrà ritornare per delle modifiche apportate dal Senato.
Assisteremo ad una nuova pseudo discussione alla Camera dei Deputati , con una possibile modifica “ migliorativa” che determinerebbe la necessità di un nuovo esame da parte del Senato.
Alla legge approvata dalla Camera le cosiddette modifiche “ migliorative” presentate al Senato erano solo cinquantamila emendamenti e sub emendamenti, che hanno costretto i presentatori ad effettuare un tipo di filibustering che, a coloro i quali l'hanno seguito in diretta,è apparso soltanto farsesco.
Senatori ai quali veniva data dal regolamento la possibilità di intervenire per un solo minuto, possibilità utilizzata da oltre cento nostri rappresentanti i quali, in una stessa seduta, intervenivano decine di volte trattando spesso argomenti completamente estranei rispetto al tema in discussione.
Filibustering in parte causato da incaute, almeno sul piano formale, dichiarazioni del Presidente Renzi il quale aveva dato una scadenza precisa alla discussione per l'approvazione della legge, scadenza rigorosamente rispettata.
In gioco non vi era il contenuto della legge ma il tentativo di non darla vinta al Presidente del Consiglio.
Dopo la elezione del nuovo Presidente della Repubblica assisteremo alla battaglia che ci riserverà la discussione in terza lettura alla Camera dei Deputati.
Ma la legge così come approvata dal Senato presenta molti e gravi aspetti di incostituzionalità.
A distanza di 14 mesi dalla Sentenza della Consulta che bocciò il Porcellum i nostri parlamentari sono riusciti ad approvare una legge che, non solo non tiene conto delle indicazioni della Consulta, ma è notevolmente peggiorativa.
Tutti i deputati potrebbero risultare nominati se non interverranno nuove modifiche nell'esame da parte della Camera dei Deputati.
Le circoscrizioni previste saranno cento e ai candidati sarà data la possibilità di candidarsi in non più di dieci collegi.
La doppia candidatura di dieci soggetti , tenuto conto anche del numero delle liste, potrebbe determinare la nomina, e non la elezione, dell'intero parlamento.
Senza tener nel debito conto che il privilegio riservato ai capo lista cozza con l'art.51 della Costituzione ancora in vita, che così recita:
“ Tutti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici ed alle cariche elettive in condizione di eguaglianza”
Non c'è eguaglianza tra chi ,nel corso della campagna elettorale può andare alle Maldive, perché sa di esser già stato nominato e chi deve sudare le proverbiali camice alla ricerca delle preferenze.
Però si dice che l'aspetto di costituzionalità di questa riforma è stato vistato da illustri costituzionalisti !

Angiolo Alerci

 

 

 

 

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