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L’IGNORANTE E LO STOLTO
PARLANO TROPPO,
SPESSO A SPROPOSITO.
IL PRESUNTUOSO
PARLA A RUOTA LIBERA,
ANCHE QUANDO NON E’ OPPORTUNO.
IL COLTO
PARLA QUANDO E’ NECESSARIO.
IL SAGGIO
PARLA SOLO SE INTERPELLATO.
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Con riferimento alle massime
citate, è da dire che è certamente una mania tutta italiana quella di
"parlare in eccesso", in ogni occasione, in ogni circostanza,
in ogni riunione e molto spesso con l’arroganza di chi vuole prevaricare l’interlocutore, magari con l’intento di ridurlo al
silenzio. C'è poi chi
infrange ogni principio di buona educazione e di auto controllo
nella misura in cui non dà agli altri lo spazio per partecipare alla
conversazione o impedisce, di fatto, un egualitario dibattito. Con buona pace di ogni e qualsivoglia
civile "pari opportunità".
Ma l’aspetto più grave del fenomeno si manifesta quando si giunge
quasi a togliere la parola agli altri, magari alzando il tono di voce o sovrapponendosi, prepotentemente, al loro
dire. Azzerando, in sostanza, la possibilità di portare avanti un paritetico dialogo.
E che dire, poi, della brutta tendenza a interferire sui discorsi
altrui al solo fine di fare emergere, più volutamente che inconsciamente, il proprio “ego”,
inframmettendo spesso soggettive valutazioni, citazioni non
pertinenti o riferimenti personali, tutte
cose che intralciano o sviano, talvolta, il corso della
discussione o della conversazione.
Guai ad incappare, infine, in personaggi afflitti da una qualche forma di patologica logorrea, quasi sempre sfuggente ad ogni controllo di tempo, di raziocinio, di rispetto per gli astanti. Costoro, con la loro irrefrenabile prolissità,
assumono le sembianze di veri persecutori degli inermi
ascoltatori, a parte la violenza esercitata sulla psiche altrui. Senza dire che, spesso e volentieri,
essi sono permalosi, suscettibili, pronti alla facile offesa,
specie quando qualcuno cerca di riprenderli per frenare, almeno nei limiti del possibile,
l'addensarsi della tempesta verbale che accompagna,
frequentemente, i loro interventi.
Vale la pena ricordare, a chi di ragione, che ogni
"parlare" è utile quando è conciso, chiaro e breve.
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