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Messina 27.09.2010


Il VIDEOMESSAGGIO DI FINI


di Enzo Palumbo


Ho seguito con interesse il video messaggio di Gianfranco Fini sulla tormentata vicenda dell’appartamento di Montecarlo, e mi è sembrato che si sia trattato del discorso onesto di un uomo per bene, che si dimostra tale anche quando ammette di avere commesso qualche ingenuità e, ancora di più, quando accetta la prospettiva di pagare il prezzo altissimo delle dimissioni ove mai si acclarasse che sia stata carpita la sua buona fede, e ciò pur in mancanza di una sua qualsiasi responsabilità che vada oltre la confessata ingenuità. Ciò che proprio farei fatica a capire è se, dopo avere detto ciò che ha detto di Berlusconi e dei suoi metodi, che mettono addirittura a rischio la tenuta democratica del Paese, Fini proponesse al suo gruppo parlamentare di votare la fiducia al Governo, giustificandola con la volontà di rispettare un presunto patto cogli elettori (che, se mai, altri ha rotto) per l’attuazione di un programma (che quasi nessuno ha mai letto), che per altro viene interpretato a fisarmonica da Berlusconi, di volta in volta piegandolo alle sue personali esigenze. Se il Presidente del Consiglio è l’uomo che Fini ha descritto in tutti questi mesi ed anche ieri (ed io credo che lo sia), l’ultima cosa che è possibile fare è quella di rinnovargli una fiducia che non merita.
Credo che sia ormai giunto il momento di trarre le naturali conseguenze di tutto ciò che è successo negli ultimi tempi, senza lanciare al Presidente del Consiglio una ciambella di salvataggio che lo farebbe sopravvivere ancora per qualche settimana o per qualche mese, e tuttavia con grave rischio per la vita democratica del Paese, e comunque con ulteriore degrado del dibattito politico. A parte ciò, esiste poi una fondamentale ragione perché F.L.I. decida di staccare la spina a questo governo, sempre che la Lega non decida di farlo lei stessa per prima, guadagnandosi ancora una volta il ruolo di king maker nel panorama politico italiano.
Per avere una chance di uscire dalla crisi morale e politica nella quale siamo immersi sino al collo, occorre cambiare subito la legge elettorale, e questo obiettivo, che deve essere considerato prioritario rispetto ad ogni altro, non è perseguibile con l’attuale assetto di governo, giacché Berlusconi non acconsentirà mai a cambiare una legge che, persistendo le divisioni nell’ambito dell’opposizione, gli dà la ragionevole prospettiva di vincere le elezioni (almeno alla Camera), avendo la Lega come esclusivo e sempre più pretenzioso alleato, che a sua volta, non appena incassato il federalismo, proporrà prima l’ipotesi della confederazione tra la c.d. “padania” ed il resto d’Italia, per poi sfociare nella vera e propria secessione.
E quindi, al di là di tutte le ragioni (morali e politiche) che spingono per la crisi di governo, c’è una ragione ulteriore, di natura istituzionale, che, come ho più volte detto e scritto, va considerata come la madre di tutte le battaglie: cambiare il porcellum, con chiunque sia disposto a farlo e prima che sia troppo tardi, restituendo agli elettori il diritto di eleggere i loro rappresentanti e senza innaturali premi di maggioranza; e poi, si vada pure a votare, garantendo il pluralismo nei mezzi di informazione!

 

 

 

 

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