IL VERO CAPO DEL GOVERNO E’ BOSSI.
E l’ ITALIA STA PRECIPITANDO IN UN BARATRO.
Siamo alle strette. La situazione è ormai fuori controllo e sembra sfuggita di mano al tronfio Cavaliere. La conseguenza è che, di fatto e non per investitura, Bossi s’è altezzosamente arrogato il diritto d’essere sempre più determinante circa le sorti di questa sinistrata Nazione che si chiama Italia. Resosi conto del rischio di perdere una buona parte del plagiato e fanatico elettorato della sua Lega, adesso alza i toni anche nei riguardi del suo “amico” Berlusconi, ricorrendo allo spauracchio di “staccare la spina” ai marchingegni parlamentari che tengono artificialmente in vita il governo di cui, peraltro, egli stesso fa parte. Con inveterata sfacciataggine, dimentica che il nefasto binomio Berlusconi - Bossi ha dato vita ad una ambigua ed eterogenea maggioranza (in gran parte formata da arrivisti e opportunisti privi di valori e ideali) che certamente non ha fatto e non sta facendo gli interessi della Nazione mentre cerca di fare al meglio quelli propri. Dimentica, oltretutto, che da tale alchimia partitica egli, dichiarato secessionista oltre che subdolo divulgatore del famoso slogan “Roma ladrona”, seguita a trarre - non si capisce a fronte di quale meritato apporto - i lauti compensi di “onorevole” e di “ministro”, in aggiunta alle comuni guarentigie parlamentari. A tal proposito, per inciso, sembra che lo Stato Italiano si sia dovuto assumere - obtorto collo - il pesante e ingrato compito di mantenere principescamente la famiglia Bossi. Deputato e Ministro lui, consigliere regionale il figlio Renzo - inteso “trota”-, pensionata “baby” la moglie ex insegnante statale e tuttora docente, sperabilmente in regola con il relativo contratto di lavoro, presso un istituto privato. Nel complesso, incredibile ma vero, nelle casse della famiglia entrano mensilmente diverse decine di migliaia di euro. Chissà se i molti disoccupati o cassa integrati di marca padana conoscono a fondo e condividono tale stato di cose. E’ ben chiaro, a tal punto, il perché Bossi - come di recente ha scritto un ironico giornalista - s’è “avvalso della facoltà di mandare a quel paese” Fini, l’ex compagno di merende che a “Ballarò” s’è permesso di sollevare il problema pur se, nel caso in specie, è valido il detto “da quale pulpito viene la predica”.
Ma tornando al tema principale è allucinante pensare che le future sorti dell’Italia possano ancora essere affidate a personaggi di tanto modesta caratura i quali, per un motivo o per un altro, hanno dimostrato e dimostrano di avere ben poco a cuore le sorti della Nazione mentre, parecchio sfacciatamente, antepongono i giochi di potere - personali o di gruppo - a quelli della collettività.
Senza dire poi dell’uso distorto delle istituzioni per assecondare mire egemoniche di varia natura, per soddisfare i settari interessi dei “grandi elettori”, per assecondare intrallazzi, speculazioni e affarismi vari, per difendersi da clamorosi processi. In merito a questi ultimi non è pensabile, peraltro, che essi siano tutti “inventati” o “amplificati a bella posta” dai cattivi giudici di sinistra per puro e semplice odio nei confronti di taluni esponenti di spicco della destra.
Che razza di Governo è quello che per nascondere artatamente una realtà che è sotto gli occhi di tutti usa i nebbiogeni della demagogia, dei proclami e delle promesse al vento (ormai vecchie di quasi 20 anni), del camuffamento dei fatti, degli accordi sottobanco, dei compromessi?
Che razza di Governo è quello che a braccia aperte accoglie nel proprio ambito personaggi notoriamente inquisiti sol perché influenti esponenti di quegli amorfi gruppi parlamentari che, almeno per il momento, hanno messo in sicurezza la fragile maggioranza numerica cui è affidata la sperata prosecuzione della legislatura?
Che razza di Governo è quello che per ben tre anni è stato incapace di adottare quei provvedimenti che adesso sono divenuti improrogabili a seguito della pressione - più o meno sprezzante e ironica ma inequivocabile - dell’Europa?
Che razza di governo è quello che, a fronte di bambineschi calcoli aritmetici degni uno svogliato alunno delle elementari (forse eseguiti a casaccio con il pallottoliere d’antica memoria) o, peggio ancora, con la palese intenzione di continuare a tutelare precostituiti privilegi di classe o di casta, ha permesso e permette al proprio Ministro della Economia (si e no meritevole di essere un modesto docente universitario o un passabile commercialista) di rinviare senza limiti di tempo la riforma fiscale (promessa sin dal lontano 1994 ma mai attuata), quando è a tutti chiaro che essa sarebbe stata, ed è, l’unico ed efficace antidoto agli annosi problemi del rilancio produttivo?
Che razza di governo è quello che, pur negando ad ogni piè sospinto di mettere le mani nelle tasche dei cittadini onesti, opera sistematicamente in senso contrario sin quasi a sottrarre i magri resti dei redditi già falcidiati dal fisco e dal caro vita?
Che razza di Governo è quello che per combattere l’evasione fiscale ricorre a demenziali “spot” pubblicitari, oltretutto fatti male e certamente non gratuiti?
Che razza di governo è quello che ha perso il controllo, per non dire la memoria, di quella moltitudine di balzelli diretti e indiretti - che sarebbe troppo lungo e angustiante elencare qui - quali, ad esempio, l’iniquo aumento delle accise sui carburanti (fertile terreno per l’indegna quanto incontrollata e truffaldina speculazione dei petrolieri di Stato, oltre che dei “paperoni” che in regime di monopolio gestiscono le ingorde multinazionali arabe, americane e inglesi), l’indiscriminato aumento dell’IVA, l’incontenibile progressivo aumento delle tariffe dei servizi di prima necessità (acqua, elettricità, gas), il ladresco sistema delle polizze RCA portato al limite dell’estorsione autorizzata, il taglieggiamento impunemente applicato dalle deprecate “esattorie”, borbonici organismi burocratici e vessatori che praticano vere e proprie forme di supplizio psicologico e materiale a carico degli indifesi contribuenti?
“Al Capone”, rispetto allo Stato italiano, non avrebbe saputo fare di meglio.
Senza dire, infine, della libera mano accordata agli sciuponi e clientelari Enti Locali in materia di multe, pedaggi, esosi tagliandi di sosta sulle onnipresenti e spesso abusive “strisce bleu”, oltre che di tutti quegli oneri di cui il cittadino è costretto a farsi carico a fronte di servizi scadenti, di frequenti vessazioni da parte di impiegati scortesi, impreparati e talvolta ignoranti, di precari e disarmonici interventi di pubblica utilità.
Che Bossi e la Lega abbiano, in definitiva, tutto l’interesse di continuare a mantenere in vita - magari mediante la maschera ad ossigeno - l’attuale Governo, è talmente palese che anche gli sciocchi e gli sprovveduti l’ hanno da tempo compreso.
Ma per la già disastrata situazione economica e produttiva della Nazione quale sarà la sommatoria dei danni già arrecati e di quelli che ineluttabilmente emergeranno ove definitivamente e al più presto non si chiuda il sipario sulla grottesca sceneggiata berlusconiana e bossiana?
27 ottobre 2011 Luau
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