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27 ottobre 2014

 

 Il Ritorno di Berlusconi

 

In questi giorni l'on. Berlusconi torna ad essere più presente nelle trasmissioni televisive con collegamenti video, specie in occasione delle tante manifestazioni in corso per tentare la riorganizzazione di Forza Italia sul territorio.

La intesa con Renzi per la realizzazione delle riforme, in particolare quella riforma elettorale, incomincia a dare segni di scollamento.

A mettere in allarme Berlusconi è la intenzione manifestata da Renzi di modificare il punto dell'accordo che prevedeva il premio di maggioranza alla coalizione, in premio al partito che ottiene la maggioranza, nonché la possibilità di ridurre la percentuale di  accesso  prevista per i partiti non collegati.

Berlusconi sa bene che con le previsioni in atto Forza Italia verrebbe notevolmente danneggiata da una modifica del genere.

Per questo motivo si sta attivando nella speranza di poter costituire un nuovo polo di centro destra che potesse attrarre parte dell'elettorato che si è astenuto nelle ultime elezioni e superare la  lista grillina nel tentativo di raggiungere il secondo posto.

In verità gli annunci di chiamata alle armi  esageratamente parlano di un polo che dovrebbe ottenere la maggioranza, per potere governare da solo.

Tra i temi molto cari, cogliendo spunto della legge di stabilità in corso, critica i criteri adottati dal governo  Renzi il quale, da una parte concede degli spiccioli e dall'altra aumenta le tasse dei servizi degli enti locali, facendo il gioco delle tre carte.

Come è sua abitudine continua a ricordare agli elettori che in questi ultimi venti anni solo i governi Berlusconi hanno ridotto le tasse e non hanno messo le mani nelle tasche dei contribuenti.

Senza  enfasi diversi provvedimenti adottati da questi governi in effetti hanno ridotto o eliminato alcune tasse.

E' vero quindi che durante i suoi governi Berlusconi non ha messo le mani nelle tasche dei contribuenti.

Con la stessa chiarezza, però, dobbiamo chiarire che, nel contempo, Berlusconi ha firmato molte cambiali che dovranno essere pagate sempre dagli stessi contribuenti.

Infatti nel 2002 il 1° governo Berlusconi trovò un debito pubblico  di 1.350.000 miliardi di eu e nel 2007 lasciò in eredità al Governo Prodi un debito di 1.590.000 miliardi di eu, rimasti uguali al  momento in cui Prodi restituì a Berlusconi la conduzione del Governo, e che nel 2011 il debito lasciato da Berlusconi al governo a Monti ammontava ad oltre 1.900.000/miliardi di eu..

Da quanto sopra appare chiaro che Berlusconi non ha messo le mani nelle tasche dei contribuenti ma, nel contempo, li ha costretti a dover assumere l'impegno di pagare oltre 500.000  miliardi di eu, per il maggiore debito prodotto nel periodo dei suoi governi.

 

Angiolo Alerci


 

 

 

 

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