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I padroni del vapore nel meridione
Gli ultimi “patrioti” resisteranno? 


di Pino Ferrante 

Appare vivo e vegeto il piccolo mondo antico dei poteri urbani in mano a cricche annidate nei vari enti, che sponsorizzano club, associazioni, sodalizi di varia natura, finti democratici o falsi profeti della fratellanza umana in giacca e cravatta, ma anche in tuta operaia e in tonaca. Si ripetono riti di un mondo umbertino di fine ottocento nel quale il movimento proletario dei fasci siciliani con le sue utopie tentava invano di rompere le catene del privilegio ma lo faceva suonando nelle sue assemblee l’inno nazionale, la marcia reale. Era indotto a credere, nonostante la criminale repressione del 1893 ( oltre cento morti ) nel potere salvifico del re, perché la sua ignoranza gli impediva di scorgere che dietro il sovrano a reggere la partita vi era la borghesia affaristica Crispina affamata di potere, sedicente di sinistra. Ieri come oggi ai giovani meridionali la borghesia di paese al potere offre la medesima alternativa: rimanere sul territorio mendicando occupazione precaria e malpagata o l’emigrazione, pur se quel mondo di fine ottocento era fatto per oltre l’80% da analfabeti ed oggi da diplomati e laureati in cerca di identità e di collocazione sociale, vittime anch’essi della manipolazione culturale perpetrata dai media degli antivalori. 
Questo secolare ballo in maschera di verginelle e di ruffiani provoca stanchezza, disgusto, rifiuto viscerale; il teatro delle marionette, in mano a mediatori gestiti dalle cricche, sopravvive nonostante le rivoluzioni, le innovazioni, il progresso scientifico, l’istruzione obbligatoria. 
Nel profondo meridione si è ancora in attesa dell’illuminismo, di Voltaire, della rivoluzione francese. 
Si assiste impotenti al perpetuarsi del “grande imbroglio” in nome della stabilità sociale, dell’ordine, della sicurezza a favore di chi ha tutto contro chi non ha niente, anche se inutilmente possiede ingegno, talento, onestà, etica, moralità, tutta merce in disuso che impaurisce i privilegiati e i truffatori di oggi e di sempre. Timorosi di essere scoperti nel loro sporco gioco che tentano di nascondere attraverso il controllo dei media e del consenso clientelare e familistico, si danno progressivamente al “sovversivismo”, alla demolizione dello stato di diritto, loro antico e ricorrente mestiere. L’autocrate, in questa suo disegno, non teme di accusare di sovversivismo gli altri organi di supremo controllo, la presidenza della repubblica, la corte costituzionale, la magistratura e per ultima anche la scuola pubblica, cui è assegnato il compito della formazione democratica e pluralista dei cittadini, trincea finale da conquistare. 
I contrabbandieri del pensiero hanno invaso il territorio, imperversano, saccheggiano, intimidiscono, corrompono o tentano di corrompere i pochi assediati all’interno del castello della decenza, della dignità, dell’onore, dell’onestà intellettuale, delle fedi pure esenti dalla contaminazione purulenta ed epidemica del facile guadagno, dell’individualismo, del familismo, del servilismo.
La santa alleanza procede nella sua opera di restaurazione iniziata nel 1815, riproponendo a distanza di circa due secoli - ancora una volta - il suo dispotico modello dei privilegi e delle diseguaglianze. 
I pochi “patrioti” ancora in azione sono tenuti al margine, vilipesi e calunniati. Resisteranno ? Le cricche sono in attesa di tempi migliori nei quali la voce fastidiosa e petulante di chi denuncia potrà essere impunemente strozzata, in nome della stabilità infinita e rassicurante dei “padroni del vapore”.
Sarà quella l’era della normalizzazione o della definitiva stabilizzazione degli acquisti illeciti, dei proventi delle truffe e delle ruberie perpetrate a danno della collettività, attraverso indulti e sanatorie da essa stessa decisi. Sarà il momento del chi ha avuto ha avuto, e dello “scordiamoci il passato”. La borghesia riacquisterà così la sua verginità di fronte al popolo plaudente di poca memoria; ma sarà pronta a riperderla ogni volta occorra. Così come avviene ciclicamente da secoli. 

 

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  Via Lavina, 368 – 95025 Aci Sant’Antonio
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