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ENNA – 26 maggio 2011
Giornata delle Vittime Civili di Guerra

Riassunto dell’intervento conclusivo tenuto dal Presidente della Associazione ETHOS


· Quali sono i motivi per cui tanto spesso si è costretti a parlare di “VITTIME CIVILI DI GUERRA” ?
· Sono motivi vari e complessi e, purtroppo, sono collegati  ai fatti cruenti che accadono in ogni parte del Mondo (in atto ci sono ben 56 focolai di guerra, fra scontri armati, guerre tribali o di religione, rivoluzioni, azioni di bande terroristiche. di narco-traffico, ecc.) coinvolgono, spesso e spietatamente, la società civile, anche se i luoghi ove vive la popolazione sono ben distanti e staccati dai luoghi degli scontri armati;
· Sono sempre da ritenere oltremodo esecrabili le cause e le decisioni che determinano il coinvolgimento di inermi civili in azioni di guerra;
· Ciò, purtroppo,  avviene frequentemente nell’ambito dei citati ricorrenti conflitti locali e non è da meravigliarsi se fatti del genere si verificano anche negli interventi condotti sotto l’egida dell’ONU e della NATO, senza dire di quegl'altri fomentati dai variegati organismi facenti capo ai ben noti “signori della guerra”.
· I poteri forti di parecchi dei cosiddetti Paesi emergenti, ove frequentemente si determina la morte di indifesi cittadini o dove avvengono eccidi, genocidi e massacri, sono molto spesso in mano a despoti che, per perseguire i propri fini egemonici, il fanatismo religioso o razziale, gli interessi di arricchimento personale, non rispettano e non tutelano la popolazione civile.
· Taluni Stati che si auto definiscono democratici e parlamentari, ma che in effetti non sono più di tanto rispettabili e affidabili, contribuiscono a che ciò avvenga, specie quando, e non è raro il caso, si trovano a sostenere i poco limpidi interessi di una minoranza di speculatori senza scrupoli (gruppi di controllo delle multinazionali e dell’alta finanza) che dai conflitti locali - magari da loro stessi finanziati - e dalle guerre ricavano enormi profitti;
· Vieppiù si deve assistere al fatto che le industrie belliche dei Paesi industrializzati, che magari operano dietro il paravento dell'occorrenza di sempre nuovi e più sofisticati strumenti "di difesa", sono in realtà veri e propri DISPENSATORI DI MORTE;
· Fra le ben note Nazioni produttrici e venditrici di armamenti (Stati Uniti, Francia, Russia, Inghilterra, Cina, ecc.) non va dimenticata anche l’Italia che occupa un posto di rilievo nel settore dell’immondo commercio di armi;
· Basti ricordare il gruppo di aziende FINMECCANICA, BREDA, FINCANTIERI, AGUSTA, BERETTA ecc. 
· La politica italiana, in materia, è parecchio ipocrita. 
· Da una parte dice di volere rispettare la Costituzione (art.11) che sancisce il principio della messa al bando di ogni e qualsiasi azioni di guerra mentre, dall’altra, rincorre la partecipazione, pur se dietro il paravento di astrusi concetti di tutela della pace o di “finalità umanitarie”, ad autentiche azioni di guerra contro ben determinati “nemici”, purché ritenuti tali dall’ONU o dalla NATO;
· L’antico Ministero della Guerra si chiama oggi Ministero della Difesa, ma è difficile comprendere da quale ipotetico attacco o da chi dovremmo difenderci, ove si escluda il terrorismo che non va combattuto certo con lo schieramento di un elefantiaco e dispendiosissimo apparato militare;
· ONU e NATO dovrebbero essere solo Organizzazioni di pace e di difesa ma, sostanzialmente, hanno assunto la veste di veri e propri organismi di intervento militare nell'ambito di alcuni conflitti locali - non di tutti, ovviamente - che disturbano equilibri egemonici, di natura squisitamente speculativa o  mirati all'accaparramento di materie prime.

Fatta questa premessa di carattere generale, parecchio utile a spiegare il perché nel Mondo sono milioni e milioni le VITTIME CIVILI DI GUERRA, riprendiamo il discorso riguardante la pur circoscritta ma ugualmente tragica esperienza dei bombardamenti aerei del luglio 1943 su Enna. Senza dimenticare un circostanziato riferimento all’inumano e criminale ricorso ai famigerati “bombardamenti a tappeto”, spregiudicatamente posti in atto da ambedue le parti belligeranti ma, principalmente, dalle aviazioni alleate, specie nell’ultima fase del conflitto. 

Per quanto riguarda, più da vicino, la nostra Enna va brevemente ricordato come essa ebbe a vivere gli anni di guerra che si conclusero, purtroppo, con i tragici avvenimenti del luglio del 1943.

Meglio di ogni altra argomentazione sono le cifre che possono dare la dimostrazione della crudeltà di dell'uomo contro l'uomo e, in particolare, contro le indifese e inermi popolazioni civili. 
Non si venga a dire che talune guerre sono “indispensabili”, “giustificabili” o anche solo “condivisibili”. 
Esse, risaputamente, sono quasi sempre generate da demagogismi ideologici, razziali, religiosi, egemonici, parecchio gravanti sulla bilancia dei rapporti fra popoli e nazioni; ma non va sottaciuta la specifica responsabilità di quegli uomini di governo che, nello scorrere e maturare dei vari periodi storici, sono stato o sono alla guida di ciascuna Nazione. Tali demagogismi esprimono talvolta vere e proprie deviazioni mentali, ai limiti della pura follia. 
E’ difficile pensare che l’uomo possa rinsavire attraverso le esperienze passate. Ne è prova il continuo determinarsi di conflitti in ogni parte del Pianeta.
E’ la forza bruta e crudele che seguita a prendere il sopravvento e apporta distruzione e morte nei luoghi in cui essa si manifesta e si muove.
La colpa è in gran parte attribuibile a quei centri di potere che rifuggono dal dialogo razionale e che, viceversa, vogliono imporre, con arroganza e presunzione, una linea di pura prepotenza. 
Nell’ambito del quadro guerrafondaio prima tracciato - da cui, oltre alle diffuse sofferenze di larghe fasce di popolazione, scaturiscono gran parte delle lamentate perdite umane fra la popolazione civile - proliferano e prosperano, ovviamente, le industrie degli armamenti, dalla cui oscura attività viene magari fuori un consistente ma nauseabondo apporto al PIL. Si vengono a creare, così, vorticosi giri di denaro cui sono palesemente interessate parecchie malavitose organizzazioni internazionali che dal delittuoso commercio delle armi traggono immense fortune. Senza dire che buona parte di tali immondi proventi sono spesso riciclati in varie maniere per essere poi indirizzati all’acquisto di titoli di debito pubblico di varie Nazioni e finiscono anche con l’alimentare il sottobosco della speculazione finanziaria attraverso la borsa e le holding bancarie.

Il tutto non rappresenta certo un edificante modo di salvaguardare il destino delle future generazioni cui, presumibilmente e senza beneficio d’inventario, sarà lasciata la pesante eredità di un Pianeta irrazionalmente sfruttato e gravemente danneggiato, oltre che di una società sfrenatamente lanciata verso la rinuncia ad ogni valore umano, civile ed etico. 

 

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  Via Lavina, 368 – 95025 Aci Sant’Antonio
Presidente Augusto Lucchese
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