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Enna, da Comune a Provincia


IL 27 ottobre 1927, dopo 900 anni , un regio decreto ripropose l’antica denominazione latina . 
Da Castrogiovanni a Enna , 80 anni fa la città riacquistava il nome originario. E in un decennio il capoluogo cambiò volto con la costruzione di tanti edifici.
Lo storico “passaggio” avvenne ottant’anni fa , a quasi un anno dall’elevazione a Provincia della città, che diventò il capoluogo più alto d’Italia . Era , infatti , il 27 ottobre 1927 quando riprese il suo nome classico citato da Ovidio e da Cicerone, che la difese al senato romano dopo gli anni del saccheggio per opera di Verre , e da Tito Livio , che la definì “Urbs Inexpugnabilis” . Il re Vittorio Emanuele, con proprio decreto regio, autorizzò l’ allora podestà di Castrogiovanni” a scrivere sul Labaro del Comune l’ antico nome di ENNA” . Fino ad allora , e per circa novecento anni , sin dalla dominazione araba , iniziata nell’anno859 d.c. , la città fu conosciuto col toponimo di Castrogiovanni che come si sa deriva dalla corruzione di “Castrum Hennae-Castro Joannis” .
Al podestà Enrico Anzalone non sembrò vero che dopo cosi poco tempo dall’arrivo dello storico telegramma di stato a firma di Mussolini , il governo fascista accogliesse “le suppliche del Municipio” perché la città riprendesse il suo antico nome latino. In segno di gratitudine al Sovrano , il primo cittadino fece affiggere, in data 2 novembre 1927, un manifesto di ringraziamento . 
Nell’ambio della “riorganizzazione delle circoscrizioni provinciali” decisa dal consiglio dei ministri il 6 dicembre 1926, il governo quindi privilegiò Enna”, una scelta che si rilevò determinante per il suo futuro sviluppo”.
Per dirla con Leonardo Sciascia , “Castrogiovanni ( romanamente ribattezzata Enna) è elevata a Provincia non per particolari meriti fascisti , piuttosto in ricordo di Diodoro Siculo, di Euno ,che fu a capo della rivolta degli schiavi: temi cui Mussolini, per il suo passato libertario, era sensibile”. 
Da quel momento “la città di Cerere e Proserpina” diventò un cantiere a cielo aperto . 
“Un fervore di iniziative coinvolse tutti”, cittadini e uomini delle nuova provincia , la cui prima sede fu nello storico edificio dell’ex monastero di San Marco, ora scuola media Pascoli, si mise all’opera per approntare i piani urbanistici e i progetti degli edifici che dovevano ospitare le sedi istituzionali , provvisoriamente sistemati presso immobili comunali o in affitto . In poco più di un decennio Enna fu dotata del Palazzo del governo e della Provincia; del Palazzo delle Corporazioni (Camera di commercio); della Casa del Fascio in piazza Coppola (attuale sede del gabinetto del sindaco ed uffici comunali); della sede della Banca d’ Italia, che il prossimo anno verrà soppressa; degli edifici scolastici di Santa Chiara e del DeAmicis; della sede dell’Opera nazionale fascista di via IV Novembre, di cinquanta alloggi per gli impiegati statali (Incis); del dispensario antitubercolare di viale Diaz; della casa della madre e del fanciullo di via Roma , sita nei pressi della chiesa di S.Francesco di Paola , e del carcere di via Mulino a Vento . In quelgli anni si ottennero inoltre notevoli finanziamenti statali con i quali furono migliorate le condizioni “più che mediocri” delle strade provinciali , e s’iniziò e si portò a termine la bonifica del Lago di Pergusa , con la costruzione del villaggio rurale omonimo inaugurato nel 1937 . 
“In pochi anni la città cambiò il suo aspetto urbanistico ed edilizio urbano, mutando il suo antico volto di gran borgo rurale, per prendere l’aspetto di una cittadina moderna”. Queste le riflessioni di Francesco Longo in un articolo pubblicato sulla rivista “Henna”, edita dal Comune . 


SALVATORE PRESTI

 

 

 

 

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