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25 novembre 2014



LE ELEZIONI REGIONALI
 


Come era facilmente intuibile i risultati delle recenti elezioni regionali svoltesi in Calabria e in Emilia sono stati messi sotto i raggi x da parte di tutte le televisioni.
I commenti, questa volta, si sono soffermati principalmente, non tanto sui voti conseguiti dai principali contendenti, ma sulla entità delle astensioni che hanno superato il 60% dei aventi diritto.
I risultati, anche nella loro ridotta dimensione, si commentano da solo.
La concentrazione di centro sinistra ha migliorato la percentuale avuta in occasione delle ultime elezioni europee, nella coalizione del centro destra si è avuta un buona performance da parte della Lega e la contestuale caduta verticale di Forza Italia, mentre il Movimento Cinque Stelle ha accentuato il declino già manifestatosi in occasione delle europee.
I commenti sulla notevole astensione sono stati visti da molti punti di vista: la crisi economica che da anni grava sul paese, la difficoltà cui vanno incontro i ceti meno abbienti, la dilagante disoccupazione, l'effettivo disagio sociale e il ritardo con il quale per certi gravi problemi si fa ancora solo della demagogia.Un punto è stato trascurato nelle discussioni: la vera causa dell'astensionismo che, rispetto alle elezioni europee, è aumentato di oltre il50%.
Gli elettori italiani sono buoni, molto buoni ma non cretini.
Gli scandali che hanno stravolto la vita di tutte le regioni d'Italia nessuna esclusa, gli eccessivi costi di tutte le strutture regionali, gli arresti e le condanne di politici di primo piano, i disastri economici e sociali che quasi tutte le regioni hanno creato non sono stati questa volta dimenticati dagli elettori.
E' il vero primo grande segnale che l'elettorato italiano ha dato alla politica.
Un suggerimento al dinamico Presidente Renzi.
Guardi con particolare attenzione la riforma del titolo V della Costituzione per quanto concerne la riforma regioni.
Non bisogna fare una leggera rivisitazione alle funzioni attribuite, ma la completa sottrazione di quelle che possono e devono essere espresse in maniere univoca dal Governo e dal Parlamento.
Evitiamo costi diversi per gli stessi servizi e la continua ed affannosa creazione di carrozzoni, che hanno determinato migliaia di precari e diamo un taglio ai cosiddetti Statuti Speciali creati dai costituenti in un particolare difficile momento, che di speciale hanno avuto solo la possibilità di operare peggio.
Se non vengono dati ai cittadini segnali concreti di quella effettiva svolta che il Presidente Renzi va predicando, tempi più bui saranno riservati sia al Governo che a noi, ai nostri figli ed ai nostri nipoti.


Angiolo Alerci
 

 

 

 

 

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