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24 ottobre 2014
DEBITO PUBBLICO
In occasione dell’approvazione da parte del Governo del patto di stabilità, non si è tenuta nella debita considerazione che il problema dei problemi,come sollevato più volte dagli organismi europei, è la dimensione del nostro debito pubblico. Il prof. Giovanni Pitruzzelli Presidente dell'Antitrust, in una sua dichiarazione fatta nel settembre del 2013,parlando del nostro debito pubblico affermava che “prima di pensare a vendere quote di società pubbliche, come ENI o ENEL,sarebbe più opportuno concentrare l'attenzione sulle dismissioni dell'enorme patrimonio immobiliare pubblico”. Il prof. Pitruzzella sa bene che il problema delle dismissioni di quote di società e di beni immobili si trascina da tempo, sempre promesso dai governi che si sono succeduti negli ultimi venti anni , ma mai realizzato. Non è stato realizzato quando sia le quotazioni di borsa dei titoli ENI ed ENEL , che le valutazioni degli immobili erano di gran lunga migliori di quelle realizzabili oggi, anche per le condizioni generali del mercato immobiliare. E se, per quanto riguarda le cessioni delle partecipazioni di ENEL ed ENI, queste potrebbero essere effettuate anche con una certa facilità, non si può dire la stessa cosa, in questo particolare momento di crisi, per quanto riguarda la vendita del corposo patrimonio immobiliare. Una proposta vorrei sottoporre all'attenzione del prof. Pitruzzella ”conferire in un fondo sia gli importi delle valutazioni correnti delle partecipazioni azionarie, che del patrimonio immobiliare e concordare con gli Istituti di Credito, le grosse finanziarie ed i grandi gruppi Assicurativi la sottoscrizione del relativo capitale, il cui ammontare che, secondo le indiscrezioni giornalistiche di circa 500/mila miliardi, potrebbe ridurre in modo considerevole il nostro debito pubblico. I sottoscrittori dalla loro parte potrebbero trarne notevole profitto nel medio termine, dal momento che il superamento dell'attuale crisi certamente ne migliorerà di molto i relativi valori di carico.
Angiolo Alerci
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