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PERSONAGGI CONTROVERSI - DARIO FO - (Il trafiletto che segue, riportato nell’interezza d’allora, risale ad alcuni annetti addietro - marzo 2002 - e fa riferimento alla partecipazione di Dario Fo ad una delle prime trasmissioni del noto Talk Show “Ballarò”, condotto, con malcelata iattanza, da Giovanni Floris, negli studi di RAI 3).
In una recente puntata di “Ballarò”, andata in onda nel marzo scorso, molti teleutenti hanno potuto assistere alla sfrontata esibizione del ben noto “Nobel” sig. Dario Fo’,
il
quale, sfoggiando l’arrogante dialettica che è divenuta il suo
biglietto da visita e la consueta presuntuosa ironia, s’è
adoperato a fondo (anche mercé la preconfezionata “claque”) per
fare credere che gli
[1] - I bombardamenti a tappeto, una criminale invenzione degli alti comandi alleati nel corso della 2° Guerra, produssero parecchie centinaia di migliaia di morti, un numero spaventevole di feriti, la distruzione del tessuto urbano e talvolta monumentale di molte grandi Città. Accanimento scellerato (oltre che criminale) che, in base alla Convenzione di Ginevra, avrebbe dovuto essere evitato. Non è ammissibile che per il fatto che un delinquente colpevolmente uccide a cuor leggero lo si deve imitare e surclassare.
parte fondate. Non sarebbe bene che l’ilare marionettista si decidesse a limitare i propri commenti alle sue apparizioni negli spazi chiusi dei teatri e delle arene? In tali circoscritti luoghi i molti o i pochi che lo apprezzano e ne condividono il pensiero, potrebbero liberamente osannarlo e applaudirlo mentre, di riflesso, canoni e nei confini della decenza e del buon gusto. Senza dire che, anzi, molto spesso sconfinano nella volgarità. Ha fatto bene “Blob”, alcune sere dopo, a fare risaltare la goffaggine da avanspettacolo del logorroico personaggio e la mancanza di rispetto nei riguardi della massa non plaudente dei teleutenti, certamente non inquadrata fra la su citata “claque”, nella misura in cui l’indefinibile ma schierato Sig. Floris lo ha convintamente ospitato in una trasmissione Rai di largo ascolto, “Ballarò” per l’appunto.[1]
Una delle viuzze del quartiere Ballarò di Palermo
[1] La trasmissione “Ballarò” prende il nome dal noto omonimo “quartiere mercato” palermitano, rinomato sia per la gazzarra che lo contraddistingue che per la diffusa presenza di poco raccomandabili personaggi. E’ del tutto consimile alla non meno rinomata “vucciria” (satura di bancherelle di pescivendoli e di carnezzieri che ne caratterizzano l’aspetto folcroristico), da cui trae origine l’usatissimo termine locale che è sinonimo di baldoria e d’incontrollati schiamazzi.
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