* Home

* Scrivi

11 marzo 2015
 

LE CORRENTI NEI PARTITI: ieri e oggi


Da molto tempo assistiamo alle lotte intestine che travagliano tutti i gruppi politici presenti nel nostro parlamento.
Da quando Berlusconi costrinse Gianfranco Fini a dire “ che fai mi cacci”, alla scissione provocata da Alfano, al distinguo piuttosto pesante dichiarato da Fitto ed alla lettera firmata da un folto gruppo di deputati i quali, in occasione della recente votazione della legge di riforma costituzionale, hanno scritto che votavano contro la legge pur condividendone il contenuto, non per disciplina di partito, ma solo per un motivo di affetto nei confronti di Berlusconi.
Nel movimento cinque stelle la emorragia è continua da parte di coloro i quali non sono soddisfatti dalle strategie messe in campo da Grillo e Casaleggio.
Nella Lega è di oggi la comunicazione ufficiale che Salvini ha buttato fuori Tosi, il quale aveva sollecitato soltanto il rispetto dello statuto per quanto concerne la scelta dei candidati, in vista delle imminenti elezioni regionali del Veneto.
A fronte di questo continuo bailamme non può passare inosservato quello che sta accadendo all'interno del P.D.
Mentre Renzi con toni trionfalistici sottolinea i risultati che sta conseguendo il suo governo, fa finta di ignorare i comportamenti e le dichiarazioni di molti personaggi del P.D.
Bersani, Cuperlo ed altri hanno dichiarato che la votazione della riforma del titolo V della Costituzione è stata l'ultima sopportata per disciplina di partito.
Più pesanti i comportamenti di Fassina e Civati mentre altri parlamentari non hanno partecipato alla votazione.
Questi personaggi hanno chiaramente dichiarato che aspettano Renzi al varco, in occasione delle necessarie ulteriori votazione al Senato.
Ad un vecchio democristiano non è stato difficile ripercorrere il cammino della D.C. nel quarantennio della sua presenza nell'agone politico italiano.
Nel primo periodo di gestione degasperiana (1945/1954) all'interno del partito, la cui base era tendenzialmente monarchica, si creò un movimento repubblicano fondato da Giuseppe Dossetti del quale facevano parte i cosiddetti “ professorini” Fanfani, Luzzatti e La Pira.
Gruppo che cessò di vivere nel 1956 quando Dossetti decise di ritirarsi dalla politica e dedicarsi al sacerdozio, divenendo il primo collaboratore del Cardinale Lercaro in occasione della organizzazione del Concilio Vaticano del 1960.
Con la rivista Cronache Sociali si ritrovarono molti personaggi che avrebbero condizionato “da sinistra” l'attività di governo della D.C.
Sorsero così diversi gruppi e gruppetti: Politica Sociale di Gronchi ( primo d.c. Eletto Presidente della Repubblica), Forze Sociali che faceva capo a Giulio Pastore segretario della L.C.G.I.L (dopo chiamata CISL), Iniziativa democratica di Fanfani con Moro, Rumor, Zaccagnini e Colombo, Primavera di Andreotti, Centrismo Popolare di Scelba, e la Sinistra di Base di Marcora.
E ancora i Dorotei, che ottennero la maggioranza nel congresso nazionale del 1960, mettendo il minoranza il gruppo Fanfaniano che aveva per molti anni gestito governo e partito.
I Dorotei erano stati un gruppo molto etorogeneo per poter convivere a lungo.
Dalle loro ceneri nacquero nel tempo i cosiddetti Pontieri di Taviani, i morotei di Moro, Iniziativa Popolare di Rumor, Colombo e Forlani, la sinistra di Zaccagnini e la Base di Ciriaco De Mita che governò fino all'inizio degli anni '90 ,inizio anche della fine della vecchia D.C.
Perchè ho voluto fare questo lungo excursus.
Tutti questi gruppi, che allora venivano chiamate correnti, ad eccezione di quelle con riferimento a Scelba ed a Andreotti, si ponevano alla sinistra della consolidata area del centro degasperiano
e le contrapposizioni, sia programmatiche che di potere, assumevano continuamente forme di pesante intolleranza.
Ma una grande differenza c'è tra quanto succedeva allora e quanto accade oggi.
Le contrapposizioni congressuali, le differenziazioni programmatiche e i comportamenti all'esterno, erano molto diversi da quelli di oggi,.
I congressi, i Consigli Nazionali del Partito, il Governo portavano all'esame atti o provvedimenti che venivano ampiamente discussi e votati.
Le differenze di vedute venivano regolarmente portate all'esterno con comunicati o con la stampa di parte, ma il risultato del voto impegnava tutti in modo leale e corretto.
Questo è quello che vuole una vera democrazia: la maggioranza deve governare e la minoranza deve rispettare le decisioni legittimamente deliberate.

Angiolo Alerci

 

 

 

 

 

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  Via Lavina, 368 – 95025 Aci Sant’Antonio
Presidente Augusto Lucchese
Tel. - Fax: 095-790.11.80 - Cell.: 340-251.39.36 - e-mail: augustolucchese@virgilio.it