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Quei grandi commercianti di Catania ebbero nonni e padri targati Enna

 

Quando Catania, tra l’Ottocento e il Novecento, e fino a qualche decennio fa, accoglieva flussi migratori, costituiti anche da interi gruppi familiari provenienti dai paesi dell’entroterra dell’isola, da Enna si spostarono nella città etnea, attirati dal dinamismo economico-commerciale di quell’area, eccellenze d’imprenditori ed anche semplici commercianti in cerca di miglior fortune economiche che non solo si sono inseriti nel tessuto sociale della città ospitante ma hanno contribuito alla sua crescita economica e industriale. Il legame tra Enna e Catania risale ad oltre un secolo e mezzo fa, quando era fiorente l’industria dell’estrazione e della raffinazione dello zolfo. Ad Enna l’industria estrattiva zolfifera, a Catania la lavorazione e la commercializzazione dell’ “oro giallo”. I valatuna, venivano trasportati su vagoni ferroviari direttamente dalle zolfare agli stabilimenti “Le ciminiere” che sorsero numerosi tra la stazione ferroviaria e viale Africa. Alcune famiglie ennesi, ex proprietarie terrieri e di miniere, trasferirono i loro capitali e le loro capacità imprenditoriali nella città jonica. Tra queste, va ricordata la famiglia Pantò che investì nel commercio, nell’industria dei tessuti e nell’agricoltura. Ai Pantò seguirono i Fondacaro, che aprirono negozi di tessuti in piazza Stesicoro e in via Etnea. Rimase ad Enna uno dei fratelli, Filippo, il cui negozio di “Tessuti Fondacaro” si affacciava su piazza San Francesco. Dopo la sua prematura scomparsa, la famiglia lo cedette ad Angelo Vetri che lo tenne fino agli anni ’50. Dopo la seconda guerra mondiale il commerciante di legname Francesco Virlinzi trasferì la sua falegnameria di Via Pergusa a Catania, in Piazza Jolanda. Dopo pochi anni, ampliati i locali, sorse un grande emporio di ferramenta e legnami. Alla sua morte, la moglie Giuseppina Grillo e i figli Carmelo,Ennio e Oreste fondarono una grande azienda fatta d’industrie, di commercio d’articoli per l’edilizia e di servizi, ancora oggi esistente, che tutti conosciamo. A fine anni Cinquanta del secolo scorso Angelo Restivo e il figlio Francesco dalla Via Roma, dove nel 1922 iniziarono l’attività di commercianti d’ orologi e di preziosi, si trasferirono in Corso Italia diventando i gioiellieri più prestigiosi di Catania. Adesso i figli Mauro e Giovanni conducono quattro negozi di alta classe: Taormina, Siracusa, Lipari e Catania. Anche i Corona, più conosciuti come i proprietari dell’ ”Hotel Corona” di Via Etnea, erano originari di Enna. Nel 1887 i fratelli Di Stefano, Enzo, Attilio e Stefano, fondarono, in società tra loro, un’attività per il commercio di pellame, cuoiami e articoli per calzolai, con bottega artigiana sita in piazza Balata. Due dei fratelli, Stefano ed Enzo, alla fine degli anni ’30 si trasferirono a Catania dove in Piazza Mazzini aprirono un magazzino all’ingrosso e al dettaglio. Attilio, invece, rimasto ad Enna trasferì il negozio in Piazza San Francesco, dove la signora Carmela, pronipote del fondatore, continua ancor oggi l’attività. Altra famiglia prestigiosa trasferitasi a Catania è quella dei Savoca-Milazzo che investì sia nell’attività turistica alberghiera, sia in quella industriale e nell’edilizia. Altri commercianti furono attirati dalla “Milano del Sud”, tra questi Giovanni Corona Di Maria che aprì agli inizi degli anni ’50 un elegante negozio di abbigliamento in Via Umberto, lasciando quello di Via Roma in Enna, sito a fianco della farmacia Tanteri, e Rosario Liborio Di Bella che ai negozi di Enna e Acireale aggiunse, negli anni Quaranta nel centro storico di Catania, nei pressi di Via Caronte, un grande magazzino all’ingrosso di tessuti e foderami, dove si rifornivano tanti piccoli commercianti dei paesi etnei e dell’entroterra siciliano. 


Salvatore Presti


Pubblicato sul Giornale di Sicilia (pag.20) il 10/11/2011 col titolo “Quei grandi commercianti di Catania ebbero nonni e padri targati Enna” 

 

 

 

 

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