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Da un reportage apparso su “VIRGILIO.it” in data 16 settembre e poi ripreso dalla stampa nazionale fra cui “Il Sole 24 ore”.

Un'Italia trasformata in "Bordello State", in cui non solo "alcune donne arrivano in Parlamento attraverso una camera da letto", ma soprattutto "donne e uomini, giornalisti e professionisti, hanno dato via le loro menti e i loro principi, anziché i loro corpi": così scrive sull'autorevole rivista americana "Foreign Policy" (ndr - quotato magazine di politica internazionale edito a Washington) James Walston, professore di relazioni internazionali all'American University di Roma.
L'articolo si apre con una citazione di Dante dal canto VI del Purgatorio: "Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!" Dopo aver ricordato che la stessa profezia era contenuta in un libro di Paolo Sylos Labini pubblicato postumo nel 2006 ("Ahi serva Italia. Un appello ai miei concittadini"), Walston passa ad analizzare le ultime vicende politiche, sottolineando come "ci sia stata una mancanza di leadership dalla fine di luglio, ma nelle ultime due settimane la mancanza di una direzione è arrivata al parossismo".
Dopo svariate fughe in avanti e marce indietro sulle elezioni, afferma l'articolo, ora si attende un voto sul piano dei "cinque punti", su cui la questione più controversa resta la "Giustizia". Intanto la politica estera di cui il premier va fiero, cioè l'amicizia con Vladimir Putin e Muanmar Gheddafi, non è riuscita a evitare l'episodio "imbarazzante" di una motovedetta italiana ceduta ai libici che ha mitragliato un peschereccio italiano. (Apcom)


Commento inviato da “Luau” il 16 settembre alle ore ore 12,45

“Non occorreva certo "l'autorevole" Foreign Policy per rendersi conto che, da oltre un decennio a questa parte, i versi di Dante calzano a pennello all'Italia berlusconiana. 
Nel nostro modesto Sito Ethos <www.ethosassociazione.it>, già da parecchio tempo avevamo evidenziato tale pertinente accostamento e avevamo anche pubblicato il testo integrale dei versi del Sommo Poeta. 
Che il Foreign Policy, o più semplicemente James Walston - romano d’adozione - c’abbia copiato? 
Ci fa molto onore avere anticipato il suo “autorevole” giudizio. 
Non sarebbe il caso, comunque, che gli americani mady in USA, guardassero di più a ciò che accade in casa loro? 
Hanno ben poco da criticare gli altri, specie dal punto di vista etico, sociale e morale. A parte la politica egemonica, economica e speculativa che tanti danni ha arrecato e continua ad arrecare ai paesi sottosviluppati. Dante, per molti versi, non l’aveva solo con ciò che accadeva nell’Italia del 1300, non ancora eletta a Nazione “puramente geografica”. Luau”






Testo dell’articolo apparso su “IL SOLE 24 ORE”


“L’Italia di Berlusconi è un bordello” Magazine Usa all'attacco
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” La citazione dal VI canto del Purgatorio dantesco fa da epigrafe a un reportage dal titolo esplicito, “The Bordello State”, pubblicato da Fp – Foreign Policy, stimato e quotato magazine di politica internazionale edito a Washington e molto seguito anche attraverso il suo sito. La foto, nel caso sorgessero dubbi, ritrae il nostro premier. La tesi dell'articolo a firma di James Walston è che il premier è in crisi nera. Ma non è quello il dramma. Il dramma sta nella conclusione, per noi amarissima: “Dante è citato spesso (nel servizio) per una buona ragione: lo Stato è precipitato all'Inferno”. E' un “bordello”, grazie anche alle frequentazioni di escort. E chi riprende Dante è uno studioso dell'università di Princeton, l'italiano Maurizio Viroli, nel libro “La libertà dei servi”. Dove scrive: l'Itala è riuscita "nell'esperimento politico di trasformare, senza violenze, una repubblica democratica in una corte intorno a un signore feudale circondato da una pletora di cortigiani ammirati e invidiati da una moltitudine di persone con spirito servile”. Come rimproverava il poeta agli italiani sette secoli fa. 
Walston riprende la citazione dall'Alighieri e da un libro postumo del 2006 Paolo Sylos Labini. E riprende l'analisi e l'appello dell'economista “di un'integrità assoluta” che vedeva il Paese nell'abisso, che voleva difendere le regole del mercato dal potere politico ma dove lo spropositato conflitto d'interessi di Berlusconi si è fatto bellamente beffe di quelle regole. 
Dopo di che, mentre l'Italia è stata schiaffeggiata da tempeste interne, oltre che quelle internazionali, “le residenze del primo ministro sono diventate dei bordelli, e non solo metaforicamente”. Le notizie delle escort non sono rimaste entro i confini patrii. Ma l'articolista affonda il coltello sull'ultima estate del premier. “Dalla fine di luglio è mancata una leadership chiara”. Watson ricorda che il premier in agosto ha minacciato le elezioni per mettere nell'angolo Fini e i suoi. Poi, “come i sondaggi hanno mostrato che l'unico vero vincitore in un voto anticipato sarebbe stato Bossi”, e che forse non otteneva una maggioranza al Senato, allora Silvio ha inserito la retromarcia. Così ora parla di altri “tre anni” di governo e di far passare i famosi cinque punti su economia, il Sud, il federalismo fiscale, la sicurezza e la giustizia. E, ricorda l'articolista, questo è il punto più controverso. “Perché garantisce a Berlusconi l'immunità” dai processi penali. 
Lo sguardo dall'estero, attacca Walston, non è meno desolante. Il nostro premier, dice, si vanta che la sua politica estera è “l'invidia d'Europa” ma la realtà è diversa. La settimana ha attaccato Fini da un forum internazionale sulla politica globale in Russia, poi ha criticato per “l'ennesima volta” i “giudici comunisti” che gli impedirebbero di governare, poi ha dato un caloroso benvenuto al dittatore libico Gheddafi, infine ha definito Putin e Medvedev “un dono di Dio per la democrazia russa”. Noi in Italia lo sappiamo, il giornalista sembra stupirsi anche se sa. E più imbarazzante di tutte, la notizia del peschereccio mitragliato dalla motovedetta libica donata dal governo. 
Intanto i dolori interni si “moltiplicano”. Stando ai sondaggi, Berlusconi è sceso del 4,9% nei favori degli elettori arrivando al 37% e mentre va a caccia di parlamentari il Pdl è calato ancora e sta sotto il 30%. 
Il Foreign Policy non dimentica il caso P3, ricorda come l'associazione abbia manovrato nell'ombra e con denaro per cercare di defenestrare Prodi nel 2007. E aggiunge: alcuni indagati parlano come per fuggire da una nave che sta affondando. Ma Berlusconi “è preoccupato della sua sopravvivenza mentre l'Italia è in guai grossi”. Il declino, iniziato quasi 20 anni fa, si è fatto più pesante, il World Economic Forum non vede da noi una ripresa e ci colloca al 48esimo posto nella competitività mondiale, dietro la Lithuania prima del Montenegro. Intanto la disoccupazione giovanile è salita al 29.2% in maggio. 
Le rivelazioni, gli scandali sui protagonisti del Pdl o su affaristi, non fanno “colore” giornalistico, stavolta. Piuttosto fanno immaginare a Watson uno scenario perfetto per l'opera verdiana del “Rigoletto” (forse ha visto la recente versione della Rai in tv mandata in mondovisione): trame, intrighi e il gobbo che intona “Cortigiani vil razza dannata”. Perché il dramma autentico, scrive amareggiato Walston, “non che se alcune donne sono entrate in Parlamento passando dalla camera da letto, è che donne e uomini, giornalisti e professionisti, hanno abbandonato la loro volontà di pensare e i loro principi”.
















 

 

 

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