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Abolizione concessioni esattoriali

Da tempo, anche con toni duri e da rivolta popolare, si discute sul fatto che nessun Organo istituzionale o parlamentare abbia mai preso in esame, almeno sino ad ora, l’inderogabile “necessità nazionale” di eliminare la cancrena delle “Concessioni esattoriali” che, col crisma di una ben opinabile legalità (peraltro frutto della gretta mentalità impositoria risalente al periodo dell’unificazione d’Italia), portano avanti la loro attività con metodi che non è azzardato definire medioevali.

L’istituto delle “Concessioni esattoriali”, con la copertura dell’antiquata e oppressiva prassi burocratica statalista (che non riesce ad intrattenere civili rapporti col cittadino) e della complessa e farraginosa normativa fiscale vigente, agisce peraltro in regime di incontrollata e sostanzialmente non opponibile autonomia operativa. Le diversificate aziende esattoriali (quasi tutte facenti capo a grossi istituti bancari) riescono a produrre, in tal modo, lauti profitti a fronte di risultati ben poco soddisfacenti per il Fisco ma assurdamente deleteri per i rapporti Stato – cittadino.

Tranne, forse, ai competenti Organi Istituzionali (Parlamento, Governo, Ministeri), anche in questa delicata materia bloccati dal congeniale lassismo politico e dalla palese incapacità tempistica ad affrontare preventivamente i problemi della società, è a tutti noto come le Concessioni esattoriali estorcano ai contribuenti fior di quattrini in relazione alla vampiresca applicazione di “penali”, “aggi” e “interessi” che abbondantemente ricadono nell’area dell’usura. Senza dire dei danni finanziari e patrimoniali che si determinano a carico di una ben determinata fascia di cittadini contribuenti che, proprio per il fatto di essere talvolta “morosi” (non sempre in mala fede o per dichiarata volontà) vedono ineluttabilmente precipitare verso il baratro dell’insolvenza o di anacronistiche procedure legali, veri atti intimidatori e ricattatori, la propria situazione economica e lavorativa. A ciò aggiungasi il paludoso e maleodorante sistema delle “aste giudiziarie” e il complessivo fosco quadro del sistema esattoriale italiano è tristemente completo.

Va ricordato, ancora, che l’acredine, l’astio, l’odiosità, ormai diffusissima in vasti strati della popolazione nei confronti dell’iniquo peso fiscale (diretto e indiretto), hanno raggiunto i limiti di guardia e il sistema esattoriale non fa che aggravare pesantemente la situazione. Una accorta politica fiscale, viceversa, basata essenzialmente sulla operatività delle Agenzie delle Entrate ormai adeguatamente informatizzate e più che idonee a svolgere tale compito, porterebbe a smaltire molto più rapidamente il fisiologico contenzioso tributario, eliminando il facile ricorso ai nefandi “ruoli” che, nel contesto delle diverse competenze degli uffici tributari, divengono vere e proprie “liste di persecuzione” da cui (per la vetustà della normativa e per il recente improvvido inasprimento delle procedure applicative in vigore) risulta parecchio difficile, se non impossibile, difendersi.

Va da sé che, modificando opportunamente e civilmente il sistema di recupero dei tributi in contenzioso, si alleggerirebbe la citata pressione fiscale, si sconfiggerebbe la farraginosa e perversa burocrazia fatta di “cartelle” più o meno “pazze”, si cancellerebbe, una volta per tutte, l’iniqua immagine della tetra e malvoluta figura dell’esattore. Nelle casse dell’Erario, di contro, affluirebbe certamente un immediato e forse più consistente gettito, mentre il tartassato contribuente, evitando umilianti e rissose file agli sportelli esattoriali, sarebbe certamente ben felice di dirimere bonariamente ogni pendenza. 
Ai nuovi parlamentari, al nuovo Governo, ai politici coscienti e onesti, si chiede un immediato e risolutivo intervento, nel superiore interesse della Nazione !
E, se la speranza è l’ultima a morire, ci auguriamo che la coscienza e il buon senso prevalgano, una volta tanto, sull’oscurantismo e sull’incuria.


P R O P O S T E:


* sostituire l’obsoleto sistema delle “Concessioni” con una efficiente e più accorta politica fiscale, essenzialmente basata sulla operatività dei vari settori delle Agenzie delle Entrate, ormai adeguatamente informatizzati e più che idonei a svolgere utilmente tale compito; 

* smaltire rapidamente il fisiologico contenzioso tributario mediante il contatto diretto fra Amministrazione fiscale e contribuente onde eliminare il facile ma nefando ricorso ai “ruoli” che, nel contesto delle diverse competenze degli uffici fiscali, divengono vere e proprie “liste di persecuzione” a cui (per l’assodata vetustà e per l’improvvido recente inasprimento delle norme in vigore) diviene parecchio difficile, se non impossibile, opporsi validamente; 

* modificare civilmente il sistema di recupero dei tributi in contenzioso, per alleggerire, oltretutto, la pressione fiscale e psicologica che grava sul contribuente e per sconfiggere l’infida e farraginosa burocrazia che sciupa il prezioso tempo di chi ad essa e addetto oltre che del cittadino costretto a roteare da uno sportello all’altro; 

* cancellare, una volta per tutte, l’iniqua immagine della triste e malvista figura dell’esattore, puntando sull’obiettivo di fare affluire nelle casse dell’Erario un più immediato e consistente gettito. Il contribuente leale e ben pensante eviterebbe, di contro, umilianti e rissose file agli sportelli esattoriali e sarebbe certamente ben felice di dirimere bonariamente ogni dovuta pendenza con il Fisco. 

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»
Presidente Augusto Lucchese
 e-mail: augustolucchese@virgilio.it