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3 marzo 2016 


VERDINI ED IL P.D.



Dopo l'approvazione da parte del Senato del disegno di legge relativo alle unioni civili è scoppiata, espressione non tanto appropriata dal momento che dura da parecchio tempo, la netta contrapposizione tra la maggioranza e la minoranza all'interno del P.D.
A creare questi nuovi motivi il voto di fiducia dato al Governo Renzi da parte del Senatori della cosiddetta ALA di Verdini.
Per l'approvazione di questo disegno di legge molti sono stati gli errori commessi.
Da parte di Renzi quello di non avere considerato che il ddl portato alla attenzione del Senato era un provvedimento di iniziativa parlamentare e non governativa, non essendo stato inserito nel programma concordato al momento della costituzione del suo governo.
Non poteva, quindi, coinvolgere in un voto di fiducia una parte della sua maggioranza che, da sempre, si era dichiarata contraria.
Per le valutazioni del provvedimento, che trattava principalmente contenuti di valore più etico che politico, i parlamentari dovevano essere lasciati liberi di votare secondo coscienza e non costretti a votare la fiducia al governo.
Solo le modifiche apportate al ddl, che inizialmente Renzi aveva dichiarato
immodificabile, hanno consentito al NCD di Alfano di votare la fiducia.
Il voto favorevole dei senatori dell'ALA di Verdini ha profondamente turbato i sogni della sinistra del P.D.
La creazione della formazione ALA di Verdini, venuta fuori da un nuovo distacco da Forza Italia, ha creato molti problemi.
La continua frantumazione del centro destra ormai allo sbaraglio, come confermano anche le polemiche sulle scelta del candidato sindaco di Roma, la posizione assunta in parlamento da Verdini, organizzatore del famoso patto del Nazareno e la sua vicinanza personale a Renzi, hanno dato alla sinistra del P.D. molti nuovi elementi di valutazione.
Infatti la possibilità che Renzi per realizzare il suo programma possa gradire i voti di provenienza verdiana, è da considerarsi più che probabile.
La minoranza del P.D. all'interno del partito può porre e discutere tutti i temi che ritiene opportuno, ma non può sottrarsi di rispettare, senza riserve, le decisioni adottate dalla maggioranza
Da quando Renzi ha assunto la responsabilità di Segretario del Partito e di Presidente del Consiglio la minoranza, uscita perdente in occasione delle famose primarie, ha sistematicamente minacciato di votare contro le decisioni assunte all'interno del partito, cosa che qualche parlamentare ha fatto ma che, contestualmente, con grande dignità ha lasciato il partito.
Il fatto più recente: dopo l'approvazione del ddl sulle unioni civili, avvenuta per la modifica ottenuta da Alfano, la sinistra con i soliti toni di ricatto ha espressamente dichiarato che sarà presentato subito un nuovo ddl per riaprire le danze.
In questo clima di studiata contrapposizione una proposta seria viene da Beppe Grillo il quale ha dichiarato che questo particolare problema ,
relativo alla cosiddetta “ step child adoption”, dovrebbe essere direttamente posto alla valutazione degli elettori mediante un chiaro referendum e non affidato agli interessi di una minoranza del Parlamento.

angiolo alerci


 


 

 

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