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UNA STRANA FAVOLA DEI NOSTRI TEMPI.
IL
SULTANO DELL’OMAN A
PALERMO.
Fra
mille sfarzi, un moderno “Ali Babà” è giunto fra la gente
incredula e attonita.
I “quaranta ladroni” erano già sul posto, …. forse sperando di rifarsi.
Che i vari Sultani, Scieicchi ed Emiri della miriade di
stati e staterelli che
si affacciano sul Golfo Persico, sul Golfo dell’Oman e sul Mar
arabico, siano degli autentici moderni “nababbi” [1],
nessuno può contestarlo.
E’ pertinente, però, evidenziare - per chi non lo
sapesse - da dove scaturisce cotanta smisurata ricchezza. Non
certo dalla sabbia dei deserti che, pur coprendo vastissime e
improduttive aree di quelle aride e soffocanti zone, è
tutt’altro che preziosa. E’ risaputo, inoltre, che da quelle
parti non si trovano miniere d’oro, di diamanti o di pregiati
altri minerali. E allora ? Il “rebus” è di facile
soluzione. Il
famigerato “oro nero” (leggi petrolio), si sa,
alimenta in maniera abnorme e incontrollata le capienti
casse (oltre che l’ingordigia) dei vari sultani, sceicchi,
emiri e “alti dignitari” della variegata “elite” feudale
della penisola araba e del Golfo Persico. I nuovi “Paperon dei
Paperoni” (magari alquanto grezzi e vanitosi) rappresentano
oggi l’aspetto più deteriore di un capitalismo parassitario e
accentratore di ricchezza che, spesso e volentieri, vive e
agisce in aperto contrasto con la diffusa stentatezza e
arretratezza delle classi popolari dei territori da essi
spregiudicatamente controllati.
In quasi tutti i paesi produttori di petrolio, arabi e
non arabi, il benessere collettivo e sociale, infatti, è
tuttora un miraggio o rappresenta solo la circoscritta apparenza
di settori di facciata.
Detto ciò, a mo’ di premessa, è da dire che l’argomento che più da vicino ci interessa è la faraonica quanto discussa messa in scena della “visita” del Sultano dell’OMAN a Palermo.Sayed Qabus Ben Sayed, così si chiama il sovrano assoluto che da 40 anni governa l’Oman, è atterrato, con il suo personale “Boeing 740”, all’aeroporto “Falcone e Borsellino” (Punta Raisi) e si è subito trasferito a bordo del panfilo reale “Al Said” che, per come evidente, non ha per niente le caratteristiche di un piccolo battello da diporto bensì quelle di un vero e proprio “transatlantico”. Qabus Ben Sayed, ha raggiunto il porto di Palermo con una colonna di 13 Mercedes, una Audi e altre nove vetture di servizio. Il corteo era scortato da motociclisti della polizia di Stato. Davanti all'ingresso del porto, per fare defluire il traffico, erano schierate, inoltre, diverse auto di polizia, carabinieri e vigili urbani, a parte la nave militare (con apparati antiaerei) dislocata nel porto e un elicottero militare pronto ad intervenire.
Il Sultano indossava un abito grigio e,
malgrado il caldo, un sorta di colbacco di lana. Non è superfluo porre
l’attenzione sul fatto che la “reggia galleggiante”
(ben155 metri di lunghezza e cinque ponti di altezza) è dotata
di sofisticatissimi “confort” e di rifiniture, [2]
tali da fare impallidire di vergogna i migliori Hotel a “5
stelle”.
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Ass.
Socio-Cult. «ETHOS
- VIAGRANDE»
Via Lavina, 368 – 95025 Aci Sant’Antonio
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