SILICATI, perchè.....
Inutilmente,a partire dagli anni ’90 ho più volte allertato un importante docente dell’ I,C.R. ( con cui sono stati testati materiali da me formulati e prodotti) e la Direzione scientifica dei Musei Vaticani,dall’uso dei silicati di etile quale protettivo consolidante dei materiali litoidi.
Il loro uso, politicamente imposto (forse al 6% ?) produce solo distruzione a costi ingenti di denaro pubblico.
Basta verificarne gli effetti nel tempo ( 2-9 anni date le variabili).
CONSIDERAZIONI
1) i silicati sono impropri nell’uso sulle superfici minerali sotto qualsiasi forma : da fluosilicati (v.pulpito del Donatello del Duomo di Prato -1959-) ad estere etilico dell’acido silicico.
2) la storia insegna che le pietre carbonatiche esposte sono più resistenti delle arenarie
3) i silicati non sono CONSOLIDANTI (proprietà tipica dei leganti ma INDURENTI.
4) in quanto cariche e non cementi, riducono in % i leganti, indebolendo ulteriormente la compagine litoide oltre a formare disuniformità massiva.
5) la neoformazione prodotta dalla reazione col componente umido interno ed esterno non ha termine, pertanto, oltre all’occlusione delle porosità naturali, genera modifica irreversibile della composizione petrografica degli elementi, che implodono.
6) non sono PROTETTIVI ; tutti sanno che la molecola silicio è fortemente attrattiva nei confronti della molecola acqua ( e con quanto dalla stessa veicolato all’interno)
EFFETTI
arenarie = polverizzazione con possibile perdita annua dai 12 ai 16 mm. di superficie
calcari = scagliature, esfoliazioni, distacchi longitudinali alla superficie esterna per 5/7
mm e frammentazioni
corticali per diverso comportamento termico. Perdita delle cromie.
Ha ragione il mio amico, arch. del restauro Lucio Trizzino, che si è dato
alla fotografia; sabbiature e silicati, tecnologia demenziale o criminale, fanno sì che solo le immagini saranno ciò che resta del patrimonio storico più importante al mondo
Nevio Del Monico
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