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  10 luglio 2015


LA RIFORMA DELLA SCUOLA


Anche la riforma della scuola ha ottenuto l'approvazione definitiva
da parte del Parlamento e Renzi, con una certa fatica, è riuscito nel suo intendo di fare approvare la legge entro i termini previsti.
In sede di votazione, però, si è verificato qualcosa di nuovo dal momento che una ventina di parlamentari della minoranza del partito non sono stati presenti in aula mentre quattro, compreso Bersani, hanno espresso un giudizio pesantemente negativo alla legge.
Di contro alcuni deputati di Forza Italia vicini alle posizioni dell'on.Verdini, disattendendo la indicazione del partito, hanno votato a favore.
Non è mia intenzione, in questa sede, esprimere le mie opinioni né sul merito di questa legge né sul voto dei “verdiniani”, ma sottolineare la posizione di Renzi che, ottenuto questo importante risultato, nonostante siamo alla vigilia del tradizionale periodo di ferie, ha fissato altra nuova data per la definitiva approvazione della legge relativa alla riforma della Pubblica Amministrazione entro l'inizio delle prossime ferie.
Certamente solo in questo modo alcune importanti riforme sono state proposte ed approvate.
Un dubbio, però, mi assale: questo suo decisionismo a senso unico.
Nessun segnale da molto tempo viene dato sulle iniziative intraprese per la riduzione del nostro debito, causa principale dei ricorrenti accostamenti dell'Italia alla crisi, ancora non risolta, che ha travolto la Grecia.
Nel mese di settembre del 2013 il prof. Pitruzzella, Presidente Antitrust suggeriva che “ sarebbe stato opportuno concentrare l'attenzione del Governo sulla dismissione dell'enorme patrimonio immobiliare e finanziario, specie le partecipazioni su ENI ed ENEL”.
Il 7 settembre del 2013, commentando questo suggerimento su giornali on line, dopo avere sottolineato che da oltre venti anni tutti i partiti avevano sempre posto la soluzione di questo problema nel loro programma elettorale, senza mai trasferirlo a serio programma di governo, avevo suggerito una soluzione realizzabile in tempi relativamente brevi.
“ Conferire l'ingente patrimonio immobiliare e finanziario in una società per azioni da trasferire a istituzioni bancarie ( allora in attesa dei notevoli benefici collegati alla rivalutazione delle “famose” riserve della Banca d'Italia) ai gruppi assicurativi, a Poste Italiane, all'Ente Depositi e Prestiti ed a gruppi privati.
Il valore di queste partecipazioni era stato calcolato in circa 500/milioni di euro che avrebbero potuto ridurre del 25% il nostro debito pubblico, determinando un netto miglioramento nel rapporto deficit-pil.”
Nel contempo sottolineavo che i sottoscrittori avrebbero potuto, nel breve e medio periodo con il superamento della crisi,realizzare buoni profitti da questa operazione.
Oggi, nonostante i frequenti richiami, il problema non risulta nella agenda “ seria” del Presidente Renzi il quale, con la sua consueta chiarezza preferisce non parlarne.

Angiolo Alerci


 

 

 

 

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