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6 luglio 2015



IL REFERENDUM DELLA GRECIA



Nella mia nota dal titolo “La Grecia e L'Europa” pubblicata il 4 aprile scorso su questa stessa rubrica così concludevo:
“La verità è che l'Europa continuerà ad assecondare le richieste della Grecia, non tanto perché le condizioni poste sarebbero accettabili, ma perché la Grecia sta giocando la partita nascondendo un asso nella manica.
Da un po' di tempo in vista di una possibile uscita dall'Europa, con il conseguente fallimento della Grecia, Tsipras ha intavolato rapporti con il russo Putin il quale attende con molta ansia la possibilità di salvare la Grecia.
In questo caso, dopo la Crimea, Putin potrebbe utilizzare per i suoi scopi i numerosissimi porti disseminati nelle isole greche.”
Dopo solo quindici giorni il Giornale di Sicilia del 19 aprile 2015 con un titolo “Putin pronto a dare ad Atene 5 miliardi” così si esprimeva.
“Mentre l'Europa tiene il rubinetto ancora chiuso, la Grecia potrebbe ricevere liquidità da Mosca già la prossima settimana: Putin sarebbe pronto a versare ad Atene cinque miliardi di euro come anticipo sull'accordo energetico stretto con Tsipras”.
Oggi annotiamo i risultati del referendum che con oltre il 60% ha bocciato il quesito posto: “ accettare o bocciare il piano proposto per la sistemazione del grosso debito maturato nei confronti dei creditori”.
Il risultato del referendum pone oggi seri problemi all'Europa.
Accettare il ricatto di coloro i quali, votando per il no, oggi chiedono la ripresa di quelle trattative dagli stessi abbandonate al momento in cui l’accordo era molto vicino, utilizzando l’arma del referendum per ottenere condizioni più favorevoli rispetto a quelle già negate all’Italia, alla Spagna al Portogallo.
Non si può né si deve essere teneri con coloro i quali hanno usato metodi non corretti nei rapporti per evitare, nell’attuale contesto delle situazioni di tutti i paesi dell’euro, la possibilità di contagiare l’uso del referendum, come arma per ottenere ciò che non è previsto, anzi contrario, agli accordi sottoscritti.
Accordi che, se superati, dovrebbero essere modificati per poterne fruire ugualmente tutti i paesi dell’euro.
I toni di minaccia nei confronti dei creditori che hanno consentito alla Grecia di sopravvivere in questi ultimi cinque anni, non possono non essere tenuti presente se, come sembra, si riaprirà un nuovo tavolo per nuove trattative.
Solo oggi la stampa ed i media hanno scoperto che il problema, oltre ad essere di natura finanziaria e politica, doveva essere considerato anche sotto l’aspetto geo-politico poiché, non solo la Russia, ma anche la Cina stanno valutando in modo concreto la possibilità di salvare la Grecia da un possibile default.
Eventualità questa non considerata per la miopia dei maggiori responsabili dell’Unione ai quali deve essere addebitata la difficile situazione in cui oggi versa l’Europa.

Angiolo Alerci

 

  

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