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6-mar-2013 18.46 

Da: Renato Sgroi (renato.sgroi@virgilio.it) 
A: "ethosassociazione"<ethosassociazione@alice.it>, <info@casasiciliaparigi.com>, <info@terrefrumentarie.com><isa.africa@alice.it>, "Augusto Lucchese"<
augustolucchese@virgilio.it>




Ponte sullo Stretto di Messina 

 

Cari amici,
ritengo opportuno tentare, sulla scorta di alcune riflessioni, di rendere un po' più chiara la vicenda in oggetto.
Va precisato, innanzitutto, che la penale prevista contrattualmente per l'inadempimento ammontava (ed ammonta) ad ottocento milioni di euro e che il risarcimento che Eurolink si accinge a chiedere allo Stato per il mancato rispetto del contratto di appalto della realizzazione del "Ponte" si aggira intorno a 1,2 miliardi di euro. Se si tiene conto del fatto che il contributo pubblico previsto per la realizzazione dell'opera era di 1,5 miliardi - somma che, peraltro, un anno fa il governo Monti ha prelevato dalle casse della società "Stretto di Messina" -, è di tutta evidenza che la rinuncia a realizzare il "Ponte" espone lo Stato al pagamento di una somma pressochè uguale al contributo pubblico a suo tempo previsto. A quanto testè precisato deve aggiungersi che:
a) hanno diritto di essere risarciti anche i proprietari dei terreni e delle case (circa trecento) che siti sulle sponde dello Stretto da dieci anni circa sono sottoposte a vincoli per la realizzazione dell'opera;
b) hanno diritto a risarcimento anche i Comuni il cui sviluppo territoriale è stato congelato in quanto correlato ai lavori programmati per la realizzazione del "Ponte";
c) la drastica decisione del governo di fare caducare il detto contratto d'appalto comporta la rinuncia ad un'opera tecnicamente fattibile, progettualmente pronta, già appaltata ed in grado di partire immediatamente, che avrebbe impegnato oltre diecimila unità di un settore in grande crisi ed in un momento di dilagante disoccupazione;
d) la "caducazione" imposta dal governo Monti (con il puntuale benestare del WWF, del FAI, di Italia Nostra e di Legambiente) ha brutalmente ed irragionevolmente soppresso il più importante progetto di sviluppo e di crescita dell'area più depressa del Paese, progetto che avrebbe lanciato definitivamente il Porto di Augusta (facendone il crocevia fondamentale dei flussi di merci provenienti dall'Estremo Oriente) e messo in moto il volano dell'economia siciliana e nazionale, dando un inarrestabile impulso all'esportazione dei prodotti agricoli siciliani nonchè al settore dei trasporti ed al settore turistico dell'intera Nazione;
e) la detta "caducazione" decisa dal governo Monti (che peraltro non gli competeva, in quanto sarebbe spettata al governo subentrante) comporterà, tra l'altro, la chiusura della società "Stretto di Messina" ed il conseguente licenziamento dei suoi quarantatre addetti.
Orbene, se è evidente che il danno arrecato alla Sicilia (e quindi anche allo Stato) dalla traumatica decisione del cosiddetto "governo dei tecnici" (e meno male che erano "tecnici"!!!) è incalcolabile e se è altrettanto evidente che i risarcimenti dovuti (a Eurolink, ai proprietari degli immobili vincolati ed ai Comuni coinvolti) costeranno allo Stato molto più del contributo pubblico previsto per la realizzazione dell'opera, come si spiega una decisione del genere?
Consentimi alcune personali considerazioni.
Il Premier Mario Monti, qualche settimana fa, è venuto in Sicilia per raccogliere voti (come peraltro hanno sempre fatto tutti i leader dei partiti nazionali) e, per rendersi simpatico, ha esordito con la battuta “sugnu sicilianu” (magari avrà pensato: “ma guarda cosa mi tocca fare per prendere voti!!!). Non sono mancati i calorosi applausi dei suoi “Proconsoli” siciliani (anche se, evidentemente, questi signori sono siciliani solo perché sono nati nell’Isola) e dei loro “parrusciani”: una accoglienza splendida.
Poi, però. sono arrivati i risultati elettorali. Il leader di “Scelta Civica” ha dovuto masticare amaro quando si è reso conto che l’elettorato siciliano lo ha, di fatto, severamente bocciato; ma, da bravo e arrogante bocconiano, il prof. non tollera le bocciature! 
Così, sentendosi in dovere di ricambiare, ha riunito i suoi ministri “tecnici” e, in fretta e furia, ha voluto fare alla Sicilia ed ai siciliani, prima di andare via, un ultimo regalo ( … e speriamo sia davvero il suo ultimo “presente”): non ha concesso la proroga del termine entro il quale la richiedente società “Stretto di Messina” avrebbe dovuto presentare al CIPE il progetto definitivo (indicando le fonti di finanziamento dell’opera) e stipulare con la Eurorolink l’atto aggiuntivo necessario per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Grazie a tale generosa iniziativa, il governo Monti ha messo una pietra tombale sulla realizzazione del “Ponte”, incurante del fatto che si trattava e si tratta di un'opera di fondamentale importanza per lo sviluppo della Sicilia e del Meridione d’Italia, ma soddisfatto di avere penalizzato ulteriormente la nostra Isola.
A questo punto, a noi siciliani non rimane altro da fare se non conservare un gran bel ricordo del governo Monti e dei suoi tanti doni: aumento della disoccupazione, diminuzione del PIL, aumento del debito pubblico, aumento schizofrenico della imposizione fiscale (non sul reddito ma sul patrimonio immobiliare, ancorché non produttivo di reddito), declassamento degli aeroporti siciliani, revoca della concessione per la realizzazione del “ponte”, definitivo depauperamento del nostro tessuto imprenditoriale, etc. etc. Lacrime e sangue, insomma !!!!
Il tutto con il tacito benestare dell’attuale “Governatore” della Sicilia e di tutti i “Proconsoli” siciliani agli ordini dei rispettivi partiti nazionali, grillini compresi: chi tace acconsente!!!
E noi siciliani? Non siamo migliori di loro, perché continuiamo a tacere, perché continuiamo a votare per i partiti nazionali (destra, sinistra, centro) perpetuando il ruolo passivo di “serbatoio di voti” da sempre assegnato alla Sicilia dalla politica nazionale, perché non siamo mai riusciti a creare (con i nostri milioni di voti) un unico grande e forte partito siciliano che si ergesse a paladino di quella autonomia statutaria che la Sicilia ha conquistato (per sé e per altre quattro regioni) nel 1946 con il sangue versato dai separatisti e con i sacrifici profusi dagli indipendentisti negli anni compresi tra il 1943 ed il 1945.
Mi chiedo: dov'è finito l'orgoglio dei siciliani? 
E' vero. Ogni popolo ha i governanti che si merita.

Saluti cordialissimi,
Renato Sgroi Santagati

 

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  Via Lavina, 368 – 95025 Aci Sant’Antonio
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