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1 febbraio 2017


PAOLO STAI SERENO…


Dopo la decisione della Corte Costituzionale di non dichiarare incostituzionale la “ nomina” dei capolista, in occasione delle prossime elezioni, Renzi accentua la sua volontà di anticiparne la data per tentare di chiudere il conto aperto con la minoranza del suo partito.
Forse non userà la ben nota espressione riservata due anni fa al Presidente del Consiglio Letta.
La sua posizione di Segretario del Partito avrebbe dovuto, dopo l’esito del referendum, consigliarlo a fare esperienza e valutare serenamente i numerosi errori commessi.
Avere consentito a D’Alema, Bersani ed altri di farsi beffa delle decisioni legittimamente deliberate degli organismi di partito,organizzando manifestazioni contro nel corso della campagna referendaria, è stato un errore madornale.
D’Alema uscito dall’ombra e Bersani risorto continuano oggi a dettare le condizioni su tutto quello che si deve o non si deve fare, fino a pervenire alla conclusione che Renzi sarà il responsabile di una probabile scissione.
Uno dei punti più interessanti di questo confronto è la diversa valutazione sulla legge elettorale.
Renzi, forte della decisione della Corte Costituzionale, vuole andare subito al voto per avere la possibilità di collocare al primo posto delle liste suoi fidati, nominati e non eletti, e garantirsi, nel prossimo Parlamento,più di un centinaio di parlamentari a lui fedeli.
La minoranza Dem, che non ha alcuna premura, chiede le dimissioni di Renzi da Segretario e un congresso per una svolta nuova nella gestione del partito..
E’ chiara la dichiarazione di Bersani : “ Se Renzi forza, rifiutando il congresso e una qualunque altra forma di confronto e di contendibilità della linea politica e della leadership per andare al voto, è finito il P.D..
E non nasce la cosa 3 di D’Alema, di Bersani e di altri, ma un soggetto ulivista,, largo, plurale,democratico.”
Bersani e D’Alema vogliono annullare tutto il travaglio vissuto negli ultimi vent’ anni per creare un partito che ha raccolto sempre la maggioranza dei suffragi, in occasione di tutte le elezioni.
L’espressione “un soggetto ulivista”, usata da Bersani in senso dispregiativo, deve tenere desta la componente ex democristiana che con i suoi uomini migliori ha dato forza e lustro all’Ulivo e successivamente al P.D.
angiolo alerci



 

                                                                                      

 


 

 

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