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9 maggio 2015


LA NUOVA TATTICA DI RENZI


Dopo avere ottenuto l'approvazione definitiva della nuova legge elettorale, pressato dalla minoranza del suo partito, violentemente contestato sia dalla Gamusso e notevolmente infastidito dalle numerose manifestazioni di sciopero da parte dei sindacati della scuola, Renzi ha dato segni di voler modificare la sua tattica offrendo alla minoranza del suo partito la possibilità di rivedere alcune norme della riforma del Senato ed ai sindacati della scuola la possibilità, in sede di esame, di apportare delle modifiche al DDL della scuola.
Ho parlato di tattica e non di una nuova strategia dal momento che il vero scopo di Renzi è il tentativo di calmare le acque in vista delle prossime elezioni.
Mentre per quanto riguarda il DDL della scuola la possibilità di accettare alcune proposte del sindacato, sarà molto più difficile apportare delle modifiche alla legge di riforma del Senato che, essendo legge di riforma costituzionale, comporterebbero l'azzeramento di tutto il lavoro svolto.
L'approvazione definitiva della legge elettorale in terza lettura, avvenuta nel modo in cui tutti sappiamo, è stata possibile per la grande maggioranza di cui Renzi disponeva alla Camera.
Per la modifica del Senato la cosa è ben diversa sia per la esiguità della maggioranza, sia per certe dichiarazioni fatte dalla Bindi e da Civati (oggi già fuori dal PD) in occasione della approvazione della legge elettorale da parte della Camera, l'assenza di Cuperlo e di Letta nelle votazioni e le dichiarazioni fatte da Bersani, D'Alema e dalla Finocchiaro con le quali annunciavano di aspettare Renzi al varco del Senato.
E' utile ricordare, invece, che questi signori al Senato hanno regolarmente votato quella legge e che, con la loro ultra cinquantennale esperienza, hanno poi tentato invano di affossarla alla Camera dove rappresentavano, così come si è verificato, una sparuta minoranza.
Presidente Renzi se nelle sue intenzioni c'è veramente, cosa alla quale io non credo, la possibilità i rivisitare questa legge, si ricordi il travaglio delle due Camere nelle lunghe ed estenuanti e, a volte, inutili discussioni, si ricordi che partendo dalla soppressione del Senato e passando dal Senato delle regioni e delle Autonomie sono state inserite varie nuove competenze che possono interferire sia con l'attività della Camera che con il Governo.
Ed oggi si continua a chiedere di aumentarne ancora le competenze.
Sarebbe facile e giusto, se costretto ad intervenire su questa materia annullando un anno di attività parlamentare, proporne la soppressione così come inizialmente era stato affermato con la espressione di un bicameralismo inutile, dannoso e costoso, sistema voluto dai padri costituenti nel 1945, in un particolare difficile momento che attraversava il nostro paese.
Angiolo Alerci

 

 

 

 

 

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