E' stato proprio il ministro della Difesa, la piduina Roberta
Pinotti, a fare in questi giorni da sponda al premier Renzi
dichiarando la propria disponibilità a partecipare alla
razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica riguardante
le Forze Armate, anche ridimensionando gli organici in base alle
effettive occorrenze.
Ed è proprio la Pinotti ad essere considerata come una sorta di
"garante" per quella che potrebbe essere una storica e clamorosa
inversione di tendenza rispetto ai miliardi buttati nel pozzo
senza fondo del settore "acquisto armamenti". E’
considerata, oltretutto, molto vicina a Napolitano e, prima di
uscire allo scoperto, ha probabilmente condiviso con lo staff
del Quirinale il perimetro entro il quale muoversi.
IL TAGLIO AGLI F-35 - La scelta del governo è quella di
dimezzare l'ordine degli F-35 americani, passando da 90 a 45.
Inizialmente il governo Monti ne aveva ordinati (parecchio
generosamente con i soldi degli altri) ben 131. Il suo
successore, Enrico Letta li aveva ridotti (più modestamente ma
pur sempre esageratamente) a 90. Ora, sembra, che si sia decisa
l'ulteriore riduzione e si prevede di risparmiare circa 7
miliardi, sui 14 già stanziati.
LA GARIBAL
DI
- Altro capitolo riguarda le portaerei della Marina Militare:
l'Italia ne ha due, la Garibaldi e la Cavour. In tempo di guerra
non ne aveva alcuna e, per inciso, va sottolineato che
l’Inghilterra (ex prima potenza navale del Mondo) non si
permette oggi di averne neppure una. Col previsto taglio
all’ordinazione degli F-35 le due portaerei diventano un
autentico e spropositato lusso. Dopo avere buttato alle ortiche
oltre 3 miliardi, si pensa, quasi inevitabilmente, di salvare la
più moderna, la Cavour, che è in esercizio da cinque anni (10
giugno 2009) e che per di più è l’unica che potrà ospitare ciò
che resta della commessa degli F-35. La Garibaldi, si dice,
verrà sacrificata. Dopo 33 anni di pressoché inutile utilizzo -
pur se di costoso mantenimento - sembra destinata alla vendita
(non si capisce, però, chi potrebbe essere l'eventuale
acquirente, ove si escluda di destinarla alla demolizione) o ad
una riconversione "dual use", militare e civile
contemporaneamente. Affrontando, ovviamente, altre spese pazze.
IL TAGLIO di "FORZA NEC" – Sembra che i le alte sfere
militari di casa nostra abbiano compreso, alla fine, che occorre
tagliare di brutto gli oneri tanto magnanimamente preventivati
per alcuni “programmi futuri”. Primo fra tutti quello denominato
"Forza Nec", il "soldato del futuro", un progetto
di carattere cibernetico che costerebbe circa 14 miliardi e che,
palesemente, è da considerare, come molti sostengono, talmente
avveniristico da essere del tutto fuor di luogo rispetto alle
reali occorrenze delle nostre Forze Armate.
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A fronte del preannunciato riesame delle spese militari e
relativo sensibile dimagrimento delle stesse, l'incognita
maggiore - cosa del tutto strana - sembra però essere
rappresentata dal Presidente della Repubblica che ha convocato
per questa settimana il Consiglio supremo di Difesa di cui,
almeno formalmente, è il capo. All'ordine del giorno c'è la
"valutazione delle criticità" della norma che prevede i tagli di
cui sopra.
Già la scorsa estate Napolitano aveva provato a disinnescare un
ordine del giorno del Pd per l'istituzione di una commissione
che valutasse l'effettiva occorrenza dell'acquisto degli F-35.
Ritenne, allora, di rispolverare e utilizzare le prerogative
presidenziali in tema di Difesa. E’ pensabile che la sua odierna
posizione non sia cambiata di molto.
Per come accennato, sembra che il ministro della Difesa Pinotti,
pur se apparsa disponibile ai tagli, è considerata parecchio
vicina al Presidente della Repubblica.
Luglio 2014
Luau