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NAZIONE ALLO SBANDO - GOVERNO PAROLAIO E DUBITABILE.
POLITICA INCAPACE - ECONOMIA CLAUDICANTE.
SERVIZI PUBBLICI TRASCURATI E LARGAMENTE INEFFICIENTI.
GUERRE DISTRUTTRICI DI VITA E DI CIVILTA’.

 UN PIANETA IN FIAMME.


Il titolo potrebbe sembrare allarmistico, esagerato o semplicemente pessimistico ma, alla luce di quanto sta avvenendo in queste ultime settimane, particolarmente in questi ultimi giorni, non sembra esserlo.
Trattasi, viceversa, di una “tempestosa” e “cocente” realtà che è sotto gli occhi di tutti.
Parecchi dei disastri avvenuti erano prevedibili e contenibili ma l’incuria, la sciatteria, la ben modesta capacità di chi sta in timoneria, le remore interne ai vari schieramenti partitici, il permissivismo, il lassismo e il basto burocratico ampiamente dimostrati dagli organi istituzionali di riferimento e di controllo ecc. ecc., come ormai accade in Italia da almeno cinquant’anni a questa parte, hanno portato molti degli amministratori comunali, regionali e nazionali a non adottare seri provvedimenti in materia del delittuoso reiterarsi dei consueti roghi estivi.
Ma chi può giudicare i responsabili di tante “omissioni” se un po’ tutti nella scala gerarchica istituzionale e politica sono presuntivamente invischiati in un sistema che porta a privilegiare più l’apparenza e il formalismo piuttosto che la sostanza dei doveri amministrativi ?
Troppi “poteri” vacui e inconsistenti, quando non addirittura “condizionati” a vario titolo, non sono certo il toccasana atto a correggere un andazzo di cose pressoché fuori controllo.
Ciò non toglie, tuttavia, che parecchi dei signorotti da strapazzo che affollano le aule parlamentari, le stanze del “potere” (effettivo o meno, quale quello del sempre osannato “Colle”), le più o meno precarie segreterie dei partiti, i centri nevralgici esecutivi spesso e volentieri in ritardo rispetto agli avvenimenti, se non proprio in “tilt”, le più o meno appariscenti e bene addobbate sedi di Regioni, Prefetture, Comuni, Enti locali ecc, ecc., seguitino imperterriti a diffondere chiacchiere, proclami, aleatori bollettini di positivi risultati, trattati di bugie e fregnacce elettorali.
La dilagante concrea dei politici di professione - ben pasciuti e per molti versi appartenenti ad un mondo di alieni - non ha più alcunché di affidabile e sembra abbia perso per strada qualsivoglia caratteristica di obiettività e di spirito di servizio.
Chi più e chi meno presumono di recitare la parte dei “salvatori della Patria” ma più che altro appaiono, spesso e volentieri, come attori da avanspettacolo, neppure tanto bravi.
Ritornando sull’argomento delle sempre più ricorrenti e deleterie emergenze meteorologiche - risaputamente dovute al surriscaldamento degli oceani, dei mari, dell'atmosfera - che nel complesso impattano disastrosamente sull’ambiente abitativo e produttivo della sbandata società umana dei nostri tempi, non appare agevole dare fiato ad alcun plauso ad una Presidente del Consiglio che, correndo da un capo all’altro della Nazione e del Pianeta (oggi è negli Stati Uniti, a Canossa da Biden), dimostra ampiamente di essere dedita più alle “conferenze internazionali” e ai frequenti incontri con capi di Stato più o meno illustri, che a risolvere con i fatti e senza demagogia le emergenze di casa nostra, non sempre facenti capo a problematiche in corso con l’Europa o con altri Paesi.
Che giudizio esprimere, altresì, a carico di un certo ex siciliano, reduce dall’avere ricoperto per cinque anni la Presidenza di un incerto e discusso governo della Regione Sicilia (quindi politicamente corresponsabile dei guasti oggi affiorati in materia di tutela del patrimonio boschivo e del territorio), oggi Senatore e - vedi caso - Ministro della Protezione Civile, quando alla specifica domanda posta da un giornalista circa le cause dei disastri verificatisi (aeroporto Fontanarossa compreso), non ha saputo fare altro che trarsi d’impaccio con una laconica quanto sciocca dichiarazione: … “riferirò domani in Parlamento”.
Ognuno ne tragga le considerazioni che ritiene più pertinenti. Senza dire che cotanto personaggio è costato, per 5 anni, la bella sommetta di circa 14/mila euro al mese e tuttora ne costa circa 12/mila da Senatore, oltre al congruo appannaggio concernente la carica di Ministro.
Il susseguirsi di disastri ambientali non va affrontato con dispendiosi “dispiegamenti a fatto avvenuto” di massicci reparti di Vigili del Fuoco (uomini meritevoli di ogni elogio), della Protezione Civile (più o meno articolata con il volontariato), di reiterati bombardamenti d’acqua da parte dei rinomati “Canadair” (da una discussa organizzazione europea semiprivata onerosamente gestiti), di elicotteri delle varie FF.AA. all’uopo attrezzati, di un variegato parco di mezzi motorizzati di Corpi e Polizie istituzionali e locali. Una mobilitazione oltremodo costosa e non sempre bene coordinata. Non è sufficiente, parimenti, che i danni emergenti a carico di famiglie, attività lavorative, stabilimenti produttivi, aziende agricole ecc. siano di volta involta minimizzati mediante straordinari stanziamenti tampone deliberati in regime di “stato di emergenza”.
I competenti Organi Istituzionali centrali e periferici dovrebbero svegliarsi una buona volta dal secolare sonno che li ottenebra e intervenire, almeno per il futuro, con seri ed efficaci piani di ristrutturazione, modernizzazione e messa in tutela sia del territorio (sino ad esso abbondantemente maltrattato e trascurato) che degli impianti che erogano servizi di base quali luce, acqua, gas ecc. (chiaramente non sempre realizzati a regola d’arte dalla ben diffusa rete di affaristi speculatori o addirittura fatiscenti per motivi di età), oltre che della viabilità autostradale e ferroviaria in molte zone del sud parecchio carente.
Sig.ra Meloni, queste sono le cose che gli italiani per bene, specie quelli danneggiati da fattori del tutto imprevedibili che dalla vetusta cattiva gestione della cosa pubblica, si attendono da un Governo responsabile e accorto.
I miliardi che nel tempo sono stati spesi male, si pensa siano serviti in buona parte ad impinguare gli illeciti arricchimenti di taluni gruppi industriali (alcuni addirittura a gestione statale) e commerciali, tuttora in posizione di predominio.
Se le paurose tempeste di grandine, i tornado, i cicloni, prima quasi sconosciuti dalle nostre parti, le “bombe d’acqua” e i disastrosi allagamenti possono essere interpretati come una non opponibile rivalsa della bistrattata natura, i devastanti incendi, in gran parte chiaramente innescati da piromani criminali, avrebbero potuto essere evitati se le irresponsabili autorità si fossero degnati di intervenire a tempo opportuno e in fase preventiva.
Non sarebbe dovuta mancare, innanzi tutto, la più consona manutenzione dei secolari boschi e delle riserve forestali, specie quando adiacenti a zone abitate o a delicate strutture di pubblica utilità. Talune di tali aree, peraltro, andrebbero addirittura recintate e tenute sotto attento controllo da chi di dovere mediante assidui pattugliamenti, sia impiegando più razionalmente uomini e mezzi già addetti alla bisogna che avvalendosi dei moderni mezzi offerti dalla tecnologia avanzata.
Nei mesi estivi poi non sarebbe male che i funzionali controlli a tappeto fossero intensificati e integrati mediante il massiccio intervento di idonei reparti dell'Esercito. Un po’ di “campeggio estivo” (in tempi andati era una normale prassi) fra querce, abeti e pini non farebbe certo male a dei giovani militari di caserma, oggi peraltro ben retribuiti.
A fronte di tutto ciò l’onesto comune cittadino subisce continui abusi, prolungati e debilitanti blackout elettrici, la frequente mancanza di acqua corrente, oltre a tutta una serie di disagi e danni di non poco conto pur se, tuttavia, non può esimersi dal seguitare a pagare, seppure contritamente e di malumore, le salate incontrollabili e non contrattabili “bollette” energetiche in uno a multiformi balzelli fiscali, ladroneschi canoni, imposte dirette e indirette, contributi più o meno obbligatori a fronte di servizi sanitari che dovrebbero essere gratuiti.
Ecco da dove proviene la generalizzata avversione nei confronti della classe politica ipocrita, retorica e ridondante che mal rappresenta quello Stato che sembra non sia più l’attento custode di consolidati valori, di principi legalitari, di diritti costituzionali collettivi e soggettivi.
I responsabili annidati nei vari sontuosi centri di potere (vedi ENEL - TIM - CONSORZI DI BONIFICA - PARCHI REGIONALI – ACQUEDOTTI PUBBLICI ecc. ecc.) stanno li a blaterare le loro improvvide giustificazioni ma nessuno - talvolta nemmeno la Magistratura - riesce a far loro scontare delle sacrosante punizioni. Manchevolezze, disattenzioni, trascuratezze, scarsa capacità tecnica e gestionale, rinvii strumentali di saputi lavori impellenti, fanno parte del loro operato ma i pesanti danni ricadono solo sul cittadino abbandonato al proprio destino in una giungla strapiena di felini e di avvoltoi.
Abbondano i controllori che non controllano o controllano ben poco, le incapaci “autority”, brave solo a dispensare lauti compensi, le ingolfate strutture regionali e comunali, autentici stipendifici e, di massima, buone solo ad incrementare la burocrazia oltre che a spendere soldi in iniziative che sanno parecchio di “voto di scambio”.
Esiste, di contro, la fitta ragnatela di variegato e dissipatore mondo ludico, affaristicamente alimentato dai mass media, che imperterrito seguita ad organizzare insulsi festival, rischiosi spettacoli di massa, convegni pseudo culturali o politici, mostre e rassegne culinarie, nauseabondi e talvolta volgari intrattenimenti televisivi, becere tavole rotonde a beneficio dei consueti chiacchieroni salottieri, ecc. ecc.
Il tutto come se nulla stesse accadendo di tragico, di catastrofico, di pericoloso al di fuori del loro mondo bacato e insensibile.
Le sofferenze, le angustie, le tribolazioni di un mondo in subbuglio, le tragiche migrazioni di gente senza futuro, i bollettini di guerra di disastri, incidenti, omicidi, mala sanità, e chi più ne ha più ne metta, è come se non li riguardassero.
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Tornando ad osservare il folcloristico palcoscenico dell'apparato istituzionale governativo balza subito all’attenzione dell'’uomo della strada il fatto che la Presidente del Consiglio, dopo avere metabolizzato, almeno in parte, lo sforzo per acquisire una certa dose di dimestichezza con la parte di “personaggio emergente” dello stereotipato mondo dei “potenti” della Terra, non ha tuttavia trascurato un collaterale aspetto della sua instancabile attività di “viaggiatrice”. Sembra che abbia incentivato la congeniale operosità di un qualche “atelier” cui ha demandato il compito di fornirle abiti di rappresentanza e vestimenti vari, sempre nuovi e sempre diversi, da indossare nel corso delle varie “presenze” a manifestazioni e incontri vari o nel corso delle “missioni” in terra straniera, magari ispirati ad usi e costumi dei Paesi visitati. Una sorta di parallelo “defilé d’elite” che, presumibilmente, dovrebbe servire a conferire un qual certo grado di migliorativa attenzione alla figura alquanto mingherlina della premier italiana, anche in rappresentanza del rinomato Paese esportatore di moda d’alto livello.
Non si capisce bene, tuttavia, chi paga le abbondanti cifrette in Euro che è dato immaginare siano poste a piè pagina dei relativi scontrini fiscali escludendo, ovviamente, che possa trattarsi di “regalie” o di capi “in prestito”.
La modestia e la parsimonia non sembrano essere di casa a Palazzo Ghigi e in parecchie delle “stanze dei bottoni” sparse per la Capitale (Quirinale compreso) e per il Paese del “ben godi”, ove sfarzo, ostentazione e “protocollo” la fanno da padroni e alimentano un nutrito codazzo di cortigiani e addetti, ben paragonabili alle coorti dei coreografici servitori dei palazzi imperiali degli antichi romani.
Cui prodest ? (a chi giova?), affermavano i padri latini.
Senza dire dell'uso eccessivo e costoso dei “voli di Stato” che vengono effettuati a mezzo di una dozzina di aerei (8) e di elicotteri (4) da trasporto VIP (qualcuno allestito con addobbi di lusso addirittura superiori a quelli dell' “AIR ONE” del Presidente USA), del costo iniziale di svariati miliardi di €. acquistati con fondi della Presidenza del Consiglio e alquanto onerosamente gestiti, sull’Aeroporto di Ciampino, con personale, attrezzature e servizi del 31° Stormo della Aeronautica Militare. Il consueto sistema, per molti versi abusivo, di impiegare in maniera impropria e a danno del contribuente, strutture, mezzi, personale delle costosissime Forze Armate. Ove è stato relegato il mai attuato doveroso contenimento delle spese non essenziali?
Il costo degli abusati “voli di Stato”, per inciso, è a dir poco stratosferico stante che l’uso degli stessi varia da reiterate e continue percorrenze di breve raggio (voli interni) a rotte internazionali di lungo raggio, a prescindere dai costi aggiuntivi riferiti al numero di persone trasportate al seguito, talvolta superiore a 100 unità. Spese di rilevante ammontare che in gran parte potrebbero essere evitate ove fossero utilizzati i normali voli di linea. Vedi il caso, ad esempio, di Patrik Zaki (l’ormai famoso ricercatore italo-egiziano di recente graziato) che ha dignitosamente rifiutato la magnanima offerta di un “volo speciale” e da Il Cairo ha raggiunto Milano a bordo di un aereo di linea.
Un complessivo quadro nazionale e internazionale costruito più sull’apparenza, sul formalismo, sulle conferenze stampa, sulle dichiarazioni di intendi, che sui fatti e sulle urgenti e non più differibili terapie d’urto indispensabili ad imprimere una salutare ripresa di fondo alla malmessa paziente chiamata “Italia”.
Che il Governo Meloni aspiri a ritagliare per l’Italia un posto di maggiore prestigio e incisività va sicuramente bene ma chi di ragione dovrebbe rendersi conto, una buona volta per tutte, che la politica estera non può più essere basata sulla sottomessa acquiescenza al volere o agli interessi dei satrapi delle Nazioni dominanti o dei voraci centri di potere economici e finanziari che, nell'’ambito di molto meno del 10% della complessiva popolazione mondiale, detengono nei loro caveau virtuali o materiali circa l’85% della ricchezza globale, mantenendo in vita, spregiudicatamente, il nefasto fenomeno della cosiddetta disuguaglianza economica di classe.
Ricchezza e povertà sono tuttora quell’antico venefico binomio che seguita a compromettere il sacrosanto diritto alla sopravvivenza della umanità, purtroppo avviata verso difficili e perigliosi traguardi di superpopolazione, di rarefazione di materie prime ed alimentari, di tecnicismo esasperato, di consumismo sfrenato, di inquinamento terracqueo insostenibile.
Ed allora, piuttosto che seguitare ad agire da inconcludenti conformisti, occorrerebbe alzare la cresta, puntare i piedi, ruggire da leoni alla Luther King , usare quando necessario il diritto di veto in sede europea e NATO, rifiutare taluni dannosi compromessi, astenersi coraggiosamente da ogni iniziativa volta ad alimentare le guerre in corso o a mantenere apparati militari schierati all’estero magari con finti intendimenti di pacificazione o di interposizione fra opposti schieramenti in lotta. Ciò senza cedere ai ricatti di chi ci tiene al guinzaglio per via della instabile situazione politica e dell'asfissiante debito pubblico.
Il nostro bilancio non ce lo permette e il contingente stato di fragilità del territorio, la vetustà di gran parte delle infrastrutture di pubblica utilità, la carenza di adeguamento alle occorrenze telematiche, la povertà crescente di parecchi strati di popolazione, imporrebbero doverosamente di impiegare in questi settori portanti ogni pur minima risorsa piuttosto che svenarsi per finanziare stratosferici programmi militari, impieghi impropri delle FF.AA. all’estero, l’eccessivo onere degli affollati “quadri” di medio e alto livello gerarchico, l’acquisto di armamenti non attinenti al limitato dovere di “difesa” sancito dall’art.11 della Costituzione.
Mascherare la realtà con infingimenti di varia natura, con maldestre scusanti in materia di “indiscutibili impegni assunti” nell'ambito di pregressi trattati (specie quando altri furbescamente non lo fanno o si rifiutano di farlo), con il ricorrente differimento delle annunciate riforme strutturali, con la politica del vivere alla giornata o del vivi e lascia vivere, non conduce certo a risultati risanatori di apprezzabile valenza.
La ben modeste figure di “statisti” che in atto occupano i posti di governo della Nazione (Meloni compresa), saranno in grado di fare attraversare alla derelitta Italia il periglioso guado dell'attuale scabrosa congiuntura?
Che la Provvidenza li illumini.

27 luglio 2023




 

 

 

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»
Presidente Augusto Lucchese
e-mail: augustolucchese@virgilio.it