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IL MEDIO EVO ECONOMICO



Il potere economico e la finanza mondiali sono sempre più concentrati nelle mani di un manipolo di “magnati” e di un centinaio di “gruppi” a livello multinazionale che, pur rappresentando una sparuta minoranza, controllano e determinano le condizioni di vita di miliardi di persone.

S’è venuta a creare, di fatto, una sorta di congrega egemonica che spesso opera senza tanti scrupoli, mossa esclusivamente dalla incondizionata devozione al “Dio profitto”.

Devozione basata sull’osservanza di taciti canoni e che, quotidianamente, si estrinseca attraverso una ben definita “liturgia” fatta di complicati riti, fatti di “analisi di mercato”, di “previsioni di sviluppo”, di “temute recessioni”, di “quotazioni”, di “diagrammi e schemi”, tutte cose più o meno fondate ma che spesso e volentieri sono manipolate dagli addetti ai lavori. I “Templi” sono le Borse o le faraoniche sedi delle aziende “capo gruppo”, localizzate nelle megalopoli dei vari continenti in relazione all’importanza delle principali aree economiche e finanziarie. Tra essi, la cattedrale che ricopre un ruolo di centralità del sistema mondiale e che rappresenta una sorta di “Vaticano” della finanza mondiale è, senza alcun dubbio, la famelica Walt Strett. 

La speculazione finanziaria o di Borsa, divenuta una sorta di “gioco del monòpoli”, sembra essersi specializzata nell’ “assalto” al sistema economico produttivo delle varie Nazioni, particolarmente nell’ambito dei cosiddetti Paesi sottosviluppati che rischiano di essere definitivamente soffocati e fagocitati dall’ingordigia speculativa di chi adora il già citato “Dio profitto”.

L’economia mondiale, che ha operato sino ad oggi sulla scia del sistema americano, o per meglio dire statunitense (visto adesso come l’anello più debole della catena), potrebbe essere censita e classificata stilando apposite mappe delle varie zone del Pianeta, molto simili, nella sostanza, a quelle che, una volta, esprimevano la consistenza dei vari “feudi baronali” di medievale memoria. I “moderni feudi”, pur non avendo più specifici confini territoriali, mantengono parecchi dei loro retrogradi connotati e, di massima, sono stati spartiti fra le potenti “multinazionali” per effetto di accordi, più o meno taciti, intercorsi fra gruppi finanziari e industriali a livello internazionale e il potere politico delle Nazioni più industrializzate, Stati Uniti, Inghilterra, Giappone, Germania, Canadà, Francia e Italia, sottolineando che quest’ultima è finita in posizione parecchio arretrata per avere dimostrato, da un decennio a questa parte, di non sapere tenere il passo. Trattasi, in molti casi, proprio di quelle “multinazionali” che sono da annoverare fra i maggiori responsabili del degrado ecologico planetario e dell’inquinamento atmosferico che attanagliano sempre più la vita delle incolpevoli popolazioni dei cinque Continenti, ponendo a rischio la stessa sopravvivenza del Pianeta.
I moderni “feudatari” gestiscono senza scrupoli i vari comparti finanziari, industriali, estrattivi, terrieri, commerciali, e non si pongono limiti di alcun genere nel seguitare a spremere l’economia mondiale, magari usufruendo del lasciapassare di un ben poco raccomandabile mondo politico, sbandierando le teorie di un distorto “liberismo” e praticando le perverse tecniche della incentivazione al “consumismo” (in parecchi casi ai limiti dell’abuso) che non è certo finalizzata all’accresciuto del benessere collettivo ma risulta essere, prevalentemente, una sorta di legalizzato prelievo estorsivo nei confronti dei consumatori. Di quei consumatori che in massima parte, purtroppo per loro, non appartengono alle variegate categorie dei magnati, dei manager di lusso, dei politici arruffoni, dei furbacchioni evasori, dei professionisti del “nero”, dei fuorilegge della malavita, ecc. ecc., che non hanno necessità, ovviamente, di centellinare il denaro della spesa. Attraverso massicce e spesso menzognere “campagne pubblicitarie”, infatti, vengono poste in essere costosissime quanto subdole tecniche commerciali e pubblicitarie che sono divenute, ad opera delle grosse aziende parassite del settore e mercé la connivenza del potere politico, che tutto fa tranne che difendere dalla speculazione i ceti medio bassi, un vero e proprio “onere impositivo” responsabile di fare lievitare notevolmente i prezzi dei prodotti in genere e vieppiù dei beni di largo consumo, a tutto scapito, ovviamente, degli acquirenti. 

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E a proposito della forzata espansione dei consumi, vale la pena soffermarsi a parlare, in particolare, dell’Italia, paese in cui la nefasta tendenza (ormai divenuta “portante” del sistema commerciale) ad ampliare il mercato attraverso la incontrollata attività di istituti para bancari (proliferati a macchia d’olio e senza alcun responsabile controllo), ha determinato una paurosa corsa all’indebitamento sistematico e progressivo (per non dire esponenziale) delle classi meno abbienti. Codesti istituti hanno messo a punto un sistema di “finanziamenti al consumo” più che altro incline e mirato a spremere ingenti risorse alla massa dei disattenti e disinformati clienti. La maggior parte di tali organismi contravvengono spesso e volentieri ai dichiarati limiti del “T.A.N.” (tasso annuo netto) e del “T.A.E.G.” (tasso annuo effettivamente garantito), operando spregiudicatamente ai limiti del taglieggiamento e dell’usura, sino a spingersi, in alcuni casi, in zona truffa. E’ però un fatto notorio che la maggior parte delle citate finanziarie risultano ampiamente alimentate, quando non addirittura “partecipate”, dal sistema creditizio ordinario. Uno stratagemma che consente a quest’ultimo di ottenere rilevanti profitti, pur se talvolta poco puliti, in barba allo strombazzato “cartello interbancario”, convenuto in sede A.B.I. (Associazione Bancaria Italiana), sottoposto alla supervisione (?) dell’ “Organo di Vigilanza sulle Aziende di Credito” presente presso la Banca d’Italia e fornito di tanto di “imprimatur” dai formalisti Organi Istituzionali preposti. 
E che dire, ancora, dell’inutile quanto inconcludente presenza delle varie “autority” (buone solo ad elargire lauti compensi ai “supervisori” che le governano) che altro non riescono a fare se non ammannire vacui “proclami” senza mai ottenere concreti risultati.

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Ritornando col discorso ai poco benemeriti “feudatari” delle varie multinazionali, va evidenziato che essi influiscono massicciamente, oltretutto, sul corso della politica interna dei vari Stati (democratici, pseudo democratici o assolutisti, che dir si voglia), finanziando campagne elettorali (attraverso varie organizzazioni corporative o lobbistiche), scegliendo, suggerendo e talvolta imponendo uomini di governo, adoperandosi per far sì che venga data priorità a specifici indirizzi settoriali connessi con i vari progetti politici, esercitando pressioni per ottenere l’approvazione, la modifica o l’insabbiamento di leggi, decreti e regolamenti. Tutto ciò, molto chiaramente, rappresenta la migliore riprova dell’assioma che “è il denaro che governa la vita dell’uomo, della Società, degli Stati e, in definitiva, del Mondo intero”. Non è accettabile, in ogni caso, che un simile riprovevole stato di cose venga demagogicamente spacciato per un valido “sistema di governo democratico” e che quasi tutti i partiti, principali responsabili di tale stato di cose, si autodefiniscano “democratici”, abusando dei valori filosofici, storici e culturali della democrazia. 

NeI momento in cui la tendenza alla “globalizzazione” prende sempre più piede, l’andazzo di cose prima tratteggiato assume i connotati di una vera e propria “patologia da virus” (non volendo plagiare la berlusconiana espressione della “metastasi”) che sta colpendo e indebolendo i gangli vitali della società senza alcuna tutela per l’avvenire della stessa. Il pianeta Terra può essere oggi considerato come un grande bastimento alla deriva e privo di validi nocchieri su cui l’intera popolazione mondiale è stipata. Se dovesse verificarsi un malaugurato naufragio, non disponendo esso di adeguati compartimenti stagni, nessuno potrebbe considerarsi sicuro di salvarsi, ne ricchi ne poveri, ne bianchi, neri o gialli, ne cristiani, buddisti o mussulmani, ne americani attaccabrighe o europei permalosi, ne miti lapponi o “terroristi” di qualsiasi razza o religione, e tanto meno i già indicati presuntuosi e incoscienti “feudatari”. Per alcuni di loro sarebbe forse più indicato adoperare la definizione di “criminali” e, quantomeno, annoverarli fra i discendenti di “Al Capone”. Le falle e i cedimenti strutturali che stanno verificandosi nel fragile bastimento, potrebbero divenire presto irreparabili. Le raccapriccianti scene dei disastri che sempre più spesso l’informazione mediatica ci ammannisce, potrebbero divenire un nulla rispetto allo scenario apocalittico di un Pianeta avviato alla distruzione per grave colpa di uno sparuto gruppo di figli degeneri, oltretutto autolesionisti. 

Con buona pace di quegli scienziati, qualcuno magari proveniente da rinomate università d’oltreoceano, che negli anni scorsi, ad Erice, hanno fanno da spalla al nostrano “Zichichi d’oro” quando poco felicemente ha affermato, forse sperando di convincere almeno una buona percentuale di tondi e sprovveduti, che il Pianeta non corre alcun rischio . 

 2005

 A. Lucchese

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  Via Lavina, 368 – 95025 Aci Sant’Antonio
Presidente Augusto Lucchese
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