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15 giugno 2015

 

LA MAFIA DI ROMA CAPITALE


In occasione di una mia nota pubblicata il 31 dicembre scorso su questa stessa testata dal titolo “Parlamentari inquisiti”, ho commentato la situazione in cui si trovava nel 1993 gran parte dei parlamentari inquisiti nel corso della famosa tangentopoli.
Tangentopoli che ebbe inizio il 17 febbraio del 1992 con l'arresto dell'ing. Mario Chiesa , esponente del Partito Socialista Italiano, colto in fragrante mentre intascava una tangente di sette milioni di vecchie lire, per agevolare la concessione di un appalto.
La notizia fece scalpore e venne ripresa sia dalla stampa nazionale che da tutti i media e costrinse l'on: Craxi, impegnato nella campagna elettorale per le elezioni politiche, a prendere le distanze dall'ing.Chiesa, sottolineando che si trattava di una scheggia impazzita.
Ma dopo quell'arresto la Magistratura volle allargare le indagini con una serie di inchieste giudiziarie, condotte a livello nazionale, nei confronti di esponenti della politica, della economia e delle Istituzioni, indagini che portarono alla luce un sistema di corruzione e di concussione teso, in parte, al recepimento di fondi per l'illecito finanziamento dei partiti.
Operazione cui venne data il nome di “mani pulite” e che vide indagati a vario titolo personaggi di primo piano sia del mondo politico che imprenditoriale.
Craxi ne fu il personaggio politico maggiormente coinvolto che , con l'esilio in Tunisia ove è morto e seppellito, evitò la mortificazione di essere arrestato.
Ma quella stagione venne funestata da diversi suicidi.
Sergio Moroni lasciando una lettera con la quale si dichiarava colpevole, sottolineava che si trattava di un sistema illecito di finanziamento di tutti i partiti .
Altri suicidi importanti furono quelli di Gabriele Cagliari ex Presidente dell'ENI e di Raul Gardini Presidente della Montedison.
L'ammontare di tutti gli illeciti accertati rispetto a quanto sta accadendo oggi, usando una espressione del grande Totò , sarebbero “pinzellacchere”.
Solo in quest'ultimo periodo della cosiddetta seconda Repubblica i fatti illeciti accertati sono moltissimi ed i danni rilevantissimi.
Senza voler entrare nel merito della distrazione dei fondi che ha riguardato tutte le regioni d'Italia, alcuni altri fatti hanno avuto un impatto particolare nella pubblica opinione.
Lo scandalo del “Mose” che ha coinvolto l'ex Governatore del Veneto Giancarlo Galan, quello della cosiddetta casa del Colosseo dell'ex Ministro Claudio Scajola, lo scandalo della formazione che ha coinvolto Francantonio Genovese, quello che ha coinvolto Francesco Belsito relativo alla gestione dei rimborsi elettorali della Lega Nord, lo scandalo che ha coinvolto Luigi Lusi ex tesoriere della Margherita, quello di Franco Fiorito della regione Lazio e di Roberto Formigoni nello scandalo che ha coinvolto il S.Raffaele di Milano
Aspettiamo gli sviluppi relativi allo scandalo che ha coinvolto la gestione dei lavori dell'Expo di Milano, ma non possiamo non riferire il caso di Primo Greganti, conosciuto come il “ compagno G”, storico tesoriere del vecchio PCI ,che sacrificò se stesso pur di non coinvolgere il partito nella triturazione fatta da “mani pulite”.
Il buon sangue non mente e Primo Greganti è tornato alla ribalta nell'ambito dell' inchiesta relativa all'Expo di Milano.
Ma tutti questi fatti cominciano ad avere una importanza relativa rispetto a quanto sta accadendo a Roma con la mafia capitale.
Mentre tutti gli scandali fin qui indicati si sono sviluppati in cerchie ben delimitate, quello che sta accadendo a Roma è un fenomeno di rilevanza straordinaria, dal momento che il rapporto congiunto politica, dirigenza, mal governo, malavita organizzata e mafia, ha dimostrato di essere in grado di condizionare scelte criminali, contemporaneamente in tutta l'Italia.
Fatti questi che, collegati con la crisi che ancora attanaglia la nostra economia e che ha determinato notevoli sacche di povertà, potranno determinare nei cittadini reazioni tali a sconvolgere anche l'attuale assetto politico.
Non bisogna dimenticare che “mani pulite”, mente ottenne ben poco dal punto di vista giudiziario, riuscì a fare scomparire dall'agone politico di allora la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista, il Partito Socialdemocratico, il Partito Repubblicano e il Partito Liberale.
Cambiano i nomi, e a volte nemmeno quelli, ma i vizi della politica restano sempre gli stessi.
Dalla prima alla seconda Repubblica la tentazione di arricchirsi da parte di coloro i quali hanno responsabilità nelle istituzioni nazionali, regionali e locali, in modo trasversale, è largamente diffuso senza alcuna differenza tra destra,centro e sinistra.
Il Movimento Cinque Stelle, al bordo del fiume, attende il passaggio dei cadaveri .

Angiolo Alerci



 

 

 

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