LA VERA STORIA DEL
MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Era mia intenzione, dopo avere scritto un libro su “Le vite
parallele di Berlusconi e Renzi” scrivere una nota con il titolo
“Le vite parallele del Montepaschi di Siena e dell’Alitalia”
Ho deciso, invece per non tediare a lungo i miei lettori, di
trattarli separatamente.
Oggi “La vera storia del Monte dei Paschi.
Il 31 luglio 2016, con il titolo“Sofferenze bancarie e stress
test” scrivevo (pagg 83/85 del 2° volume di Cronaca e
riflessioni sulla politica italiana”):
“Dopo la valutazione delle nostre banche, fatta con il famoso
“stress test” che ha riconosciuto la solidità del nostro
sistema, con la sola eccezione della particolare situazione del
Monte dei Paschi, ritengo opportuno fare un po’ di chiarezza
sulla effettiva situazione delle cosiddette “sofferenze
bancarie”, che tante preoccupazioni, e altrettante speculazioni,
hanno creato in molti negli ultimi anni.
Chi scrive è stato direttore di Agenzie, Ispettore, direttore di
Filiale, direttore di Sede e Ragioniere Generale della Cassa
Centrale di Risparmio V.E., quando questo Istituto si trovava
per importanza al 2° posto nella graduatoria nazionale della
categoria.
Da direttore di Agenzia sono stato nelle condizioni di creare
condizioni di tolleranza e di sofferenza di alcune partite, da
direttore di Sede e Filiale, oltre a creare le stesse
condizioni, ho dovuto anche gestirle, da Ispettore ho dovuto
verbalizzarne lo stato e la rispondenza tra debito e adeguata
garanzia, mentre da Ragioniere Generale ho direttamente gestito
la regolare collocazione nel bilancio delle sofferenze.
Ho parlato di tolleranza e sofferenza, indicando con questi
termini due differenti condizioni. Tolleranza: il periodo
successivo alla scadenza del debito che, a richiesta, la banca
può accordare al cliente; sofferenza: quando, trascorso invano
il periodo di tolleranza accordato, il cliente non è stato in
grado di rispettare l’impegno e, quindi, si da inizio alle
previste procedure legali.
La banca, per legge, annualmente ha l’obbligo di accantonare una
percentuale degli utili in un conto chiamato “Rischi su
crediti”, che normalmente viene utilizzato a chiusura
dell’azione legale, per coprire un eventuale importo risultato
incapiente. Premesso quanto sopra, ritengo utile fare la
seguente considerazione sulla base dei dati ufficiali forniti:
- l’importo delle sofferenze bancarie è stato valutato al lordo
per 320/milioni di eu;
- l’importo dei “fondi rischi” ammontava a eu 240/milioni;
- l’importo delle sofferenze, quindi, al nettoammontavano ad eu
80/milioni con garanzie per oltre 120/milioni.
- Con questi dati lo stress test confermò la solidità
dell’intero sistema bancario, con la sola eccezione del Monte
dei Paschi.
Il 23 dicembre 2016 (Pagine 126/127 dello stesso libro) con il
titolo “La lunga agonia del Monte dei Paschi di Siena” scrivevo:
Ho seguito con non poco interesse la lunga agonia che ha
determinato la fine del glorioso Monte dei Paschi di Siena, la
più antica Banca Italiana.
Il tentativo da parte del Governo di mantenerla in vita con un
intervento pubblico, contrario alle norme europee, non potrà mai
ridare prestigio a quel marchio che è stato per centinaia di
anni il vanto del sistema bancario, non solo italiano.
Molte e diverse sono le responsabilità di coloro i quali hanno
contribuito a determinarne sostanzialmente la fine.
La cattiva gestione, che non ha avuto inizio con la crisi che ha
attraversato ed attraversa il nostro Paese, ma che risale a
molti anni prima.
La responsabilità degli organismi interni (collegio sindacale)
ed esterni (Banca d’Italia e Consob) ed ultima quella della
Banca Centrale Europea che ha rifiutato di accordare una proroga
di soli venti giorni, dal 31 dicembre al 20 gennaio, per tentare
di definire molte iniziative in corso di perfezionamento, per
quell’aumento del capitale sociale che avrebbe salvato
l’Istituto mentre, invece, ha bruciato le residue possibilità di
salvarlo.
Tutto da tutte le parti è stato detto, ma tutti non hanno
sottolineato quest’ultimo aspetto cheè,stato quello che ha
determinato l’allontanamento degli investitori stranieri,che da
tempo si erano dichiarati disposti a contribuire e a determinare
le condizioni per un favorevole esito del richiesto aumento di
capitale.
L’incertezza creata dalla irresponsabile decisione della BCE,
che si è comportata come il peggiore usuraio, ha trovato il
silenzio più assoluto da parte di tutti i responsabili della
vita politica, economica e finanziaria del nostro Paese.
L’intervento del Governo potrà solo marginalmente attenuare il
grave danno procurato a milioni di investitori ed agli
azionisti, che hanno visto completamente azzerare il valore
delle azioni in loro possesso.
Con decisioni inutili si crearono le condizioni per far
continuare l’agonia di quell’Istituto di credito dal nobile
nome.
Il 29 dicembre 2016 (pagg 128 e 129 dello stesso libro),
scrivevo con il titolo “Le responsabilità delle crisi delle
banche”
Sono ormai anni che quotidianamente la stampa ed i mass media ci
forniscono dati sempre più negativi sulla situazione del nostro
sistema bancario.
Nel contempo abbiamo assistito al fallimento di diverse banche
popolari, alla necessità di aumenti del capitale sociale di
molte banche, aumenti che le particolari condizioni del momento
hanno quasi sempre vanificato, ed oggi il dramma del Monte dei
Paschi di Siena nato nel 1472, la più antica banca in attività,
ritenuta anche la più longeva al mondo.
La crisi del sistema bancario nell’ultimo decennio ha colpito le
banche di moltissimi Paesi, non escludendo gli Stati Uniti che,
con la crisi del subprime del 2006 ha contagiato l’economia
mondiale, in particolare quella dei Paesi sviluppati del mondo
occidentale, innescando la recessione e la peggiore crisi
economica.
La crisi negli Stati Uniti, nel 2007, causò il fallimento di
grosse banche d’affari tra le quali la Lemon Brothers e ridusse
a banche normali i colossi Goldan Sachs e Morgan Stanley.
Nel 2008 l’Europa cercò di valutare in fondo lo stato degli
istituti bancari della propria area, predisponendo un piano per
un possibile salvataggio in caso di necessità, effettuando
numerosi interventi per oltre 800/miliardi di euro, in gran
parte utilizzati nel modo seguente nel periodo 2008/2014:
- Germania 238/miliardi di euro
- Spagna 52/miliardi di euro
- Irlanda 42/miliardi di euro
- Grecia 40/miliardi di euro
- Italia 4/miliardi di euro
- Francia non utilizzati
Dal 1° gennaio 2015, con l’entrata in vigore del cosiddetto
“bail in”, non è più possibile utilizzare risorse europee per
potenziare i patrimoni bancari e salvare le banche.
Dai dati sopra riportati appaiono chiare due cose:
- la miopia, per non averlo usato inmodo più pesante dai nostri
governati che hanno sottovalutato, nel periodo di validità della
norma, la reale situazione delle nostre banche, utilizzandolo
solo per 4/miliardi di euro;
- la furbizia della Germania che, utilizzandolo ben 238/miliardi
di euro, ha creato quelle condizioni che oggi le consentono, non
solo di guardare tutti dall’alto in basso, ma di pretendere
l’assoluto rispetto di certe norme.
Oggi noi paghiamo un salato conto per l’incapacità di coloro i
quali sono i veri responsabili di questo disastro, i cui nomi
voglio ricordare e sono quelli dei responsabili dei Governi in
carica dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2014, data ultima per
poter utilizzare le risorse europee.
- Presidente del Consiglio Romano Prodi dal 1/1/2008
all’8/5/2008
- Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dall’8/5/2008 al
16/11/2011
- Presidente del Consiglio Mario Monti dal 17/11/2011 al
27/4/2013
- Presidente del Consiglio Enrico Letta dal 24/4/2013 al
21/2/2014
- Presidente del Consiglio Matteo Renzi dal 22/2/2014 al 31
/12/2014.
L’immobilismo di tutti i governi che si sono succeduti, che
ancora oggi riportano a galla dopo cinque anni di inutile
meditazione, la penosa situazione del Monte dei Paschi,
notevolmente peggiorata con le altre grosse perdite nel tempo
accumulate,messa all’asta nel difficile tentativo di trovare una
qualsiasi soluzione.
Queste sono state le mie considerazioni fatte soltanto cinque
anni fa.
Nel mentre anche il Presidente Draghi resta a guardare.
angiolo alerci
4 agosto 2021
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