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 9 maggio 2018
 
				LA 
				CRISI IN PILLOLE
 
				Seguendo con una certa attenzione lo svolgersi delle 
				trattative per la soluzione della crisi , dopo le dichiarazioni 
				del Presidente Mattarella ho voluto fare alcune considerazioni:
 1- Di Maio e Salvini, due vincitori della tornata elettorale con 
				una non indifferente differenza: il primo con i suoi 32% di 
				voti, il secondo con una coalizione formata da quattro 
				componenti, con il 37% di voti, di cui solo il 17% attribuito a 
				Salvini.
 I due vincitori che si ritenevano entrambi “titolari” del 
				diritto di essere designati dal Presidente della Repubblica per 
				la formazione del nuovo Governo, nel giro di pochi giorni 
				riuscirono di comune accordo a definire gli assetti delle due 
				Camere, con la elezione dei Presidenti e degli altri organismi.
 In questa occasione Di Maio accettò per la Presidenza del 
				Senato, seconda carica dello Stato, il nome della Senatrice 
				Casellati, persona vicinissima a Berlusconi.
 Trattando il secondo punto: la maggioranza per la formazione del 
				Governo, Di Maio pose la pregiudiziale della esclusione di Forza 
				Italia il cui capo, non parlamentare, era un condannato.
 Personalmente non vedo alcuna grossa differenza tra la nomina 
				della seconda carica dello Stato e l’eventuale nomina di un 
				ministro o di un sottosegretario di Forza Italia.
 Di Maio ha compreso che questa sua scelta non è stata condivisa 
				dalla maggioranza del popolo 5 Stelle, fatto che ha notevolmente 
				contribuito a creare l difficoltà nella creazione di una 
				maggioranza governativa.
 Inoltre è inspiegabile la decisione di Di Maio, forse nel 
				tentativo di correggere l’errore commesso, di minacciare subito 
				elezioni anticipate, soltanto dopo pochi giorni che Grillo, a 
				domanda di un giornalista “ si va verso elezioni anticipate? ” 
				ha risposto “ questa è una barzelletta che fa ridere più delle 
				mie”.
 2- Salvini, con il 37% dei voti attribuiti alla sua coalizione, 
				ha subito la netta posizione assunta da Berlusconi perché, 
				mancando i voti di Forza Italia, personalmente si trovava molto 
				al disotto del 32% di Di Maio, quindi nella condizione di non 
				potere pretendere una sua designazione per la formazione del 
				nuovo Governo.
 
 Per questo motivo e per non consentire al suo “rivale” di poter 
				guidare il Governo ha preferito non mollare Berlusconi.
 Al di là e al di fuori di ogni altra considerazione il 
				comportamento dilettantesco dei due ha notevolmente contribuito 
				a complicare la possibile sollecita soluzione della crisi.
 Speriamo che la porta lasciata aperta dal Presidente Mattarella, 
				per ancora poco tempo, possa convincere Salvini , al di là della 
				posizione di Berlusconi, a contribuire a consentire 
				nell’interesse supremo del paese, al Movimento 5 Stelle di poter 
				formare il nuovo Governo 5 Stelle – Lega.
 Un Governo politico è indispensabile, in questo momento 
				particolare, per il nostro Paese.
 
 angiolo alerci
 
 
 
                  
                
 
                 
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