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Catania 16 Maggio 2020.

 Silvia Romano e la sindrome di Stoccolma .


Sono passati otto giorni dalla liberazione di Silvia Romano ed il suo rientro in Italia , e le polemiche , non si attenuano , bensì “ lievitano “ in un crescendo indiscriminato ed indiscriminabile , proveniente da tutte le frange sociali del nostro “ Bel Paese “ . Avevo deciso di tenermi alla larga dalle polemiche sul caso specifico, che ha per giorni “ riempito “ lo spazio di tutti i social , ligi come sono al loro compito di “ sciacallaggio “ , pronti a cibarsi , digerire e dare in pasto ai loro figli , gli ascoltatori passivi , che pendono dalle loro “ insulse “ labbra . Manipolatori e manovratori esperti nel fate “ miracoli mirabolanti “ , altro che la trasformazione dell’acqua in vino , loro sono capaci di “ resuscitate “ i morti e dargli una “ vita nuova “ inimmaginata ed inesistente ; né ipotizzabile dallo spettatore comune , per il quale non è vero ciò che è vero , ma è vero quello è solo quello che dicono : la televisione , il politico del partito di appartenenza , il professore universitario “ onnisciente “ , o, infine , la testata del giornale , giornalmente ‘ spolpato ‘ in ogni rigo . Si ! , anche gli annunci funebri e la ricerca di un facile amore . Bene , abbiamo appurato quanto sia facile “ distrarre “ la mente dell’uomo totalmente integrato nell’attuale sistema governato da “ internet “ . Questo è niente , vedrete nel proseguo dei tempi , cosa vi sarà riservato . Preparatevi a cose inimmaginabili . Vedrete cosa si inventeranno i figli di “ mammona “ , per succhiare il cervello e la ‘ linfa vitale ‘ , di voi : povere cavie da laboratorio “ . Prima di parlare di Silvia Romano , vi spiegherò, in maniera un po’ più chiara cos’è “ la sindrome di Stoccolma “ , e , soprattutto, cercherò di farvi entrare nella mente di chi “ subisce “ il condizionamento che può, in una ‘ escalation ‘ , portare sino al suicidio . Quest’ultima soluzione è la conseguenza alienante causata dalla totale inaccettabilità di come si è diventati , nei confronti di come si vorrebbe o dovrebbe essere . Esempi concreti , due per tutti : Marilyn Monroe, Marco Pantani ( il pirata ) . Per salvare, casi disperati come questi , è una lotta dura e difficilissima , perché “ il male “ si insedia nell’anima , non solo nella mente e nel corpo , di chi ne patisce le conseguenze . Se qualcuno vuole approfondire il tema , si legga il romanzo “ Tenera è la notte “ di Francis Scott Fitzgerald . Per ‘ sindrome di Stoccolma ‘ si intende il processo mentale che porta un soggetto ad identificarsi con la mentalità, gli scopi e gli obiettivi dell’aguzzino o aguzzini che hanno il potere di vita e di morte del soggetto sequestrato , circuito , o incarcerato . Cerchiamo di entrare nella mente del soggetto che si sente in balia di chi gli usa violenza , o addirittura lo tiene sotto costante minaccia di vita o di morte . Mentre scrivo mi viene in mente la storia infame del “ sequestro dell’Onorevole Moro “ . Stiamo parlando di un uomo integerrimo , grande conoscitore della psiche popolare , di un popolo che avrebbe voluto più simile a se , che non ai figli “ allo sbando “ , componenti delle “ brigate rosse “ . Eppure , anche lui , nei cinquantacinque giorni di prigionia , ebbe a subire le amare conseguenze di una sindrome che lo portò a revisionare tutta la sua vita , come sotto la mannaia di una spada di Damocle . Ma con l’ottica deformata della “ sindrome di Stoccolma “ , la’ dove la vittima comincia a considerare ed accettare alcuni principi del proprio/ i aguzzino/ i . Cosa che non sarebbe avvenuta se la mente della vittima non fosse obbligata a cercare accanitamente una via d’uscita per la salvezza della vita , adeguandovisi . Questo perché, davanti alla morte , ogni essere umano diventa ‘ bambino ‘ , ed agisce con l’istinto di conservazione . Diceva Foscolo : “ anche la speme , ultima dea , fugge i sepolcri “ . Cioè, l’uomo davanti alla morte , si aggrappa disperatamente alla vita . Il Cristo in croce , prima di esalare l’ ultimo respiro , invoca il Padre : “ Eloi’ , Eloi’, lama’ sabactami ? - Dio mio , Dio mio , perché mi hai abbandonato ? “ ( Matteo 27 : 46 ) . Per chi non ha mai vissuto un’esperienza sotto la minaccia di vita o di morte , non può capire , ed è più propenso a vedere le cose dal pulpito di giudice , e non dalla miseria interiore della vittima con la mente sconvolta. Nel caso specifico di Silvia Romano , non sappiamo quando la mente , il corpo e l’anima , di questa povera ragazza potranno , se potranno , rientrare in possesso delle proprie facoltà, e dei propri sentimenti ‘ originari ‘ . Non ci resta che aspettare che il suo spirito rielabori , sempre che sia in grado di farlo , l’esperienza subita . Da parte mia glielo auguro , dal più profondo del cuore . Per ciò che riguarda “ lo Jalbab” , l’ abito jihadista , e le dichiarazioni della conversione “ SPONTANEA “ all’islamismo , improvvidamente dichiarate appena messo piede sul suolo italiano , considerateli l’enunciato di un’anima sottoposta al “ supplizio “ per un tempo lunghissimo . Una “ sindrome di Stoccolma “ , in piena regola . Scendete dal piedistallo di “ giudici inflessibili “ , pronti ad usare la stessa violenza , o peggio , la stessa minaccia dei carnefici a cui la vittima è tutt’ora sottoposta . Statevene buoni , nei vostri “ covi di lupi famelici “ , al sicuro di leggi fin troppo protezioniste e comprensive dei vostri “ squilibri mentali “ . Statevenne a casa , muti muti e cheti cheti , rifugio sicuro è insostituibile per tutti coloro che , come voi : “ buttano la pietra e nascondono la mano “ . Povere menti esaltate .

flf
 

    Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  
Presidente Augusto Lucchese
  e-mail: augustolucchese@virgilio.it