LA NUOVA
BOLLETTA ENEL
In questo ultimo periodo s’è discusso parecchio della BOLLETTA
ENEL poiché, secondo le decisioni del Governo, sarà incluso
nella stessa anche il pagamento del canone Rai. Ma in pochi
hanno saputo o letto, invece, delle importanti novità (sempre in
danno dell’utente di base) introdotte dall’Autorità per
l’energia con una la delibera 582/2015 del 2 dicembre 2015.
Novità che si possono sintetizzare in poche parole: meno consumi
più paghi.
Tale paradosso scaturisce dalla riforma delle tariffe entrata in
vigore dal primo gennaio 2016. Circa 30 milioni di utenti hanno
ricevuto una nuova tipologia di bolletta che, nell’ingannevole
versione pubblicizzata dall’ENEL, dovrebbe rendere il costo dei
servizi «più trasparente ed equo». Tale è anche la maschera
indossata dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, nel
momento in cui ha approvato, ad insaputa dell’utente ma
ovviamente con l’interessato consenso del Governo,
l’inqualificabile delibera di cui sopra che, come ormai di
consueto, segue pedissequamente le illogiche, generalizzate e
irrazionali direttive europee.
Sta di fatto che le bollette di chi consuma di più o sciupa di
più (enti pubblici, grosse aziende, enti religiosi, organi
istituzionali, in primo piano) pagheranno di meno, in danno del
maltrattato piccolo consumatore che, viceversa, pagherà
parecchio di più. In taluni casi (tra ammennicoli vari, accise,
contributi enti locali e imposte varie) vedrà aumentare sino al
100% - rispetto agli effettivi consumi energetici (materia
prima) - l’ammontare complessivo da pagare. Ciò illustra
ampiamente quanto parecchie “ regole europee” siano insensate,
faziose e calamitose.
Il Governo italiano nel suo complesso, le Istituzioni preposte e
forse anche la Magistratura, la Presidenza della Repubblica,
stanno tranquillamente a guardare lo sfascio dei bilanci delle
già abbondantemente tartassate famiglie monoreddito o con
reddito medio basso. Fra queste ultime categorie non sono
annoverabili, ovviamente, gli evasori (protetti e meno
protetti), gli elusori d’alto bordo, i molti parassiti
istituzionali, i farabutti speculatori d’ogni ceto e dimensione.
Altro che incentivare i consumi e la produzione. Si è in
presenza di umanizzate sanguisughe che per coprire i loro
incontrollati oneri, mettono la mano (continuativamente) nella
tasca dei cittadini rispettosi delle regole. Con buona pace
delle burlesche fanfaronate di marca renziana riguardanti il
miraggio nel deserto della riduzione della pressione fiscale per
i ceti meno abbienti. Perché seguitare ad ingannare la gente per
bene con futuribili promesse di sapore elettorale o addirittura
frutto di mala fede?
La sconcia riforma d cui sopra è basata su due punti. Il primo
riguarda la cosiddetta “abolizione della progressività”, ossia
il meccanismo introdotto 40 anni fa per la crisi petrolifera
degli anni ’70 che prevedeva di far pagare di più a chi
consumava di più (spesso sconsideratamente) e di meno a chi
rientrava nei bassi consumi. Il secondo punto verte sui “costi
di rete” che rappresentano circa il 40% della tariffa
energetica. Trattasi dei costi relativi alla trasmissione,
distribuzione e misurazione dell’energia erogata. I deviati
cervelloni che studiano come fregare il povero per favorire i
ricchi, hanno dispoticamente sentenziato, nella qualità di
signorotti d’origine e mentalità medioevale, che detti oneri
vengano spostati sulla parte fissa della bolletta, non più in
percentuale sui consumi effettivi bensì sul “punto di prelievo”
(contatore) e potenza impegnata.
Secondo la demenziale e ingannevole spiegazione fornita
dall’Autorità per l’energia “ogni utente pagherà in modo equo,
per i servizi che utilizza”. Basta analizzare i dati contenuti
nella nuova bolletta (escogitata dai sadici burocrati del
settore ma che, purtroppo, solo ben pochi sono in grado di
leggere e interpretare) per rendersi conto di quale sia il
sostanziale aggravio mensile per l’utente
L’energia elettrica e il gas (come del resto l’acqua) rientrano
oggi nella indispensabilità d’ogni famiglia (con esclusione dei
casi sopra menzionati) e dovrebbero rappresentare, quindi, un
“servizio pubblico”, non la fonte di latrocini legalizzati.
Dove sono i difensori civici, dove sono i sindacati, dove sono i
papponi delle pressoché inutili organizzazioni dei consumatori,
dove sono i volponi degli ingordi mass media?
Si dovrebbe malauguratamente tornare alla deprecabile situazione
di fondo del 1789 (rivoluzione francese) per nutrire la speranza
di vedere schiarire la mente e la coscienza di chi, magari
opportunisticamente o interessatamente, governa questa “povera
Italia di dolore ostello ….” ?
A. Lucchese
www.ethosassociazione.com
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