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                                                                    10 ottobre 2016

 CORTE COSTITUZIONALE E REFERENDUM


Con l'approssimarsi della data di celebrazione del referendum costituzionale il clima, già particolare, va assumendo toni sempre più esasperati che non lasciano intravedere nulla di buono..
Alla contrapposizione netta tra i fautori del no e di quelli del si, che ogni giorno crea situazioni nuove, si è aggiunta la discutibile decisione della Corte Costituzionale di differire la pubblicazione della sentenza, che avrebbe dovuto decidere il 4 ottobre scorso su diversi ricorsi presentati per verificare la costituzionalità di alcune norme della legge elettorale, e di pubblicarla dopo l' effettuazione del referendum costituzionale.
Si dice “ per non interferire sul referendum” ma in realtà la mancata decisione non ha fatto che acuire la contrapposizione dei due gruppi.
Se la Corte invece di rinviarne la decisione l' avesse resa pubblica, avrebbe tolto molta carne dal fuoco della campagna elettorale.
Molti elettori e molti insigni costituzionalisti sono convinti che la Corte è intervenuta almeno su due punti della tanto discussa legge elettorale:
- la nomina dei capolista: che avrebbe comportato la nomina e la non elezione di un numero di deputati maggiore di quanti ne comportò il tanto discusso “porcellum”
- il criterio del premio di maggioranza al partito che avrebbe ottenuto il maggior numero dei voti.
La Corte non ha considerato che questi due punti rimasti in sospeso potranno condizionare il risultato del referendum costituzionale.
Anche la formale apertura di Renzi di rivedere l'Italicum, approvato dalle due Camere a colpi di “voti di fiducia”, richiedendo alle opposizioni di proporre le proprie proposte di modifica, è una operazione di scarsa strategia.
All' opposizione interessa soltanto tenere alto il clima elettorale dal momento che l'eventuale non approvazione della riforma costituzionale potrebbe aprire nuovi scenari per far fuori Renzi.
Non possiamo non affermare che spesso le decisioni adottate dalla Corte Costituzionali hanno il pregio dell’intempestività.


Angiolo Alerci




 

 


 

 

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