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1 maggio 2015

                                                                                            ore 16,30

 

 

LE CINQUE GIORNATE DI MILANO

 

 

Quello che oggi sta accadendo a Milano, non mi riferisco alla inaugurazione

dell'EXPO ma ai disordini creati dai gruppi NO/EXPO, i quali avevano preavvertito che  in coincidenza con la manifestazione di apertura dell' Expo,   avevano anche programmato una riedizione delle famose cinque giornate di Milano, si sta verificando.

A questo annunzio il nostro Ministro degli Interni Alfano aveva assicurato che questa volta lo Stato non sarebbe stato preso alla sprovvista, in quanto tremila uomini delle forze dell'ordine erano stati allertati per garantire  lo svolgimento di una pacifica manifestazione autorizzata.

Non aveva tenuto in alcun conto che le informazioni avute parlavano della presenza a Milano di circa trentamila persone esaltate, provenienti da mezza Europa.

In occasione del G8 di Genova si parlava di minoranze che si confondevano tra i partecipanti in manifestazioni regolarmente autorizzate, quelle minoranze che crearono le condizioni di  tutto quello che accadde a Genova.

Anche a Milano si parla di manifestazione autorizzata che, come a Genova, ha causato danni ancora non valutabili.

La coincidenza di gravissimi tumulti creati sempre dai cosiddetti NO /….

in occasione di manifestazioni autorizzate, mi ha lasciato sempre molto perplesso.

Ministro Alfano non ha mai pensato che tra gli organizzatori delle cosiddette manifestazioni “autorizzate” possono esserci anche personaggi direttamente o indirettamente ricollegabili alle frange anarchiche e di centri sociali, con i quali programmano le loro iniziative ?

Non avere compreso la inopportunità di autorizzare una manifestazione cosiddetta pacifica ,  proprio per il giorno di inaugurazione dell'Expo, non è un peccato veniale ma di superbia.

Un errore imperdonabile per un Ministro degli Interni che non può non essere censurato dal Parlamento al quale dovrà fornire molti  elementi e che, per serietà, di fronte al quale  dovrebbe presentarsi da Ministro dimissionario.

 

Angiolo Alerci

 

 

 

 

 

 

 

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