24 giugno 2016
IL REFERENDUM INGLESE
Tanto tuonò, che piovve |
L'Inghilterra ha scelto con referendum di uscire dall'area
europea.
Problema che si è trascinato per circa quindici anni, dal
momento che
l'Unione europea sancita con il trattato di Maastricht ,
artefice il Presidente Prodi, deliberò la istituzione della
moneta unica con decorrenza 1° gennaio 2002.
Solo l'Inghilterra ottenne, pur restando all'interno
dell'Unione, di non aderire subito precisando che, ritenuto il
problema di grande importanza, riteneva indispensabile di
sottoporne l'approvazione con un regolare referendum.
Per svolgere questo referendum l'Inghilterra ha impiegato circa
quindici anni.
Solo la mediocrità della classe politica di allora, anche se
quella di oggi certamente non è migliore, ha potuto accettare
quella riserva e, nel contempo, continuare a fare affluire
direttamente ed indirettamente contributi, finanziamenti e tanti
altri vari benefici, nella sostanza sottratti a tutti quei paesi
membri dell'Unione
E' la stessa classe politica che nel 1981 accettò l'ingresso
della Grecia, non rilevando le falsità contenute nel bilancio
presentato, opportunamente controllato da un gruppo di esperti
di altissimo valore e competenza.
Falsità rilevate soltanto dopo oltre trent'anni, in occasione di
una delle tanti crisi nei rapporti Grecia- l'U.E.
L'avere consentito all'Inghilterra di temporeggiare è stata la
causa del disastro determinato, non solo in Europa ma in tutto
il mondo, dal risultano negativo del referendum.
Oggi si contano i morti per quanto riguarda il mercato
finanziario, che non è solo luogo d' incontro degli speculatori,
ma da domani l'U.E: dovrà cominciare a studiare tutti i problemi
connessi ad un possibile contagio che il risultato referendario
avrà certamente in molti altri paesi che, in occasione di
recenti elezioni, hanno visto notevolmente aumentare la
pattuglia, meglio il battaglione, degli euro scettici.
Angiolo Alerci
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