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70° anniversario 
dell’invasione alleata della Sicilia
(10 luglio 1943)



CENTRO CULTURALE “PATERNO’ TEDESCHI”    -   23 giugno 2013-06-23

Nell’approssimarsi del 70° anniversario dell’invasione alleata della Sicilia (10 luglio 1943) s’è svolto, nei locali della Associazione “Paternò Tedeschi”, un affollato incontro dedicato all’argomento.
Presentatore: Santo Privitera – Presidente Centro Culturale “Paternò Tedeschi”
Relatore :   Augusto Lucchese – Presidente Associazione Socio Culturale “Ethos”.  

Ecco in sintesi, alcune delle più importanti argomentazioni.

Premessa:

·        Trattandosi di un tema da molti ritenuto “barboso”, il relatore ha sottolineato che, alla pari delle varie materie che a pieno titolo fanno parte dello scibile culturale (poesia, narrativa, pittura, musica, arte, archeologia ecc.), anche la storia ha diritto a vedersi attribuito un posto privilegiato.  Specie quando essa riguarda epoche recenti che hanno coinvolto il nostro Paese e, magari molto da vicino o addirittura personalmente, molti dei presenti.

·        Chi non conosce la storia del proprio Paese è come una persona che non sa da dove proviene e sconosce i propri dati anagrafici. Molto peggio che un apolide. E’ un “mediocre” (come ha detto un valente psicologo americano, riferendosi al livello culturale di moltissimi italiani) chi non s’accosta alla storia per pura prevenzione; costoro non hanno compreso che tutto trae origine dalla storia e tutto fa capo ad essa; benedetta ignoranza o maledetta presunzione?

·        L’analisi e lo studio della storia andrebbero riproposti con determinazione, oltre che in ambiente scolastico e accademico, nello specifico settore operativo delle Associazioni Culturali; per trasmettere un forte messaggio alle giovani generazioni che, non avendo ricevuto un adeguato e obiettivo apprendimento a livello scolastico, sono provatamente disinformate.

·        Non è vero che la storia la scrivono i vincitori;

·        Oggi, attraverso la libera consultazione degli archivi delle Forze Armate (non più coperti dal segreto militare, sia per volontaria concessione che per decadenza dei termini) e degli organi politici di riferimento di quasi tutte le Nazioni,  è  possibile avvalersi di una infinità di informazioni al fine di ricercare la verità dei fatti storici.

·        Questi ultimi, quindi, possono essere studiati e analizzati a fondo anche se, talvolta, viene fuori un quadro di gran lunga diverso rispetto a quello comunemente noto, o recepito ….. solo per sentito dire.

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Entrando in argomento il relatore s’è soffermato, con dati alla mano, sui seguenti sintetici punti:

·     Dalla data della dichiarazione di guerra (10 giugno 1940) la Sicilia ebbe a subire circa 460 incursioni aeree che,  specie nel primo semestre del 1943, assunsero caratteristiche d’inaudita violenza;

·     Il primo bombardamento su Catania risale al giorno 6 luglio 1940 (reiterato il 10 luglio), a pochi giorni dalla dichiarazione di guerra.

·     La prima città siciliana bombardata fu Augusta, il 2 luglio 1940.

·     Nel corso degli anni, Catania subì ben 87 attacchi aerei, Palermo 63, Messina 59. Il centro storico di Catania, come da foto dell’epoca, fu gravemente danneggiato

·     Parimenti un po’ tutti i territori delle Provincie di Trapani, Caltanissetta, Enna, Siracusa, Agrigento)  finirono,  senza ritegno e scrupolo, sotto le bombe alleate,  … anche la piccola e insignificante Brucoli.

·     E’ ampiamente provato che, quasi sempre, gli obiettivi militari venivano clamorosamente mancati mentre le bombe cadevano a grappoli sui centri urbani e colpivano abitazioni e popolazioni civili.  

·     Era prevalso il metodo dei cosiddetti “bombardamenti a tappeto” effettuati da numerose formazioni di potenti aerei anglo americani (fra cui le famose “fortezze volanti” B/17 – USA) capaci di trasportare, ognuno, parecchie tonnellate di quei micidiali ordigni che portavano, ovunque, morte e distruzione .

·     Fu un inumano e criminale modo di condurre la guerra (peraltro determinatamente voluto e autorizzato dai capi politici alleati dell’epoca (fra cui Roosevelt, Churchill, Stalin, Truman ecc.) e reso dettagliatamente operativo dai capi militari (Eisenhower, Harris, Alexander, Patton & c.). I piloti divennero autentici killer.

·     Esiste, in merito, un vasto carteggio che condanna, almeno moralmente, la follia omicida di chi decise e attuò tale tipo di guerra.

·     Il tutto in aperto dispregio del “trattato di Ginevra” .

·     Non si può accusare di crudeltà solo i nemici vinti (pur se rei dei feroci e diabolici sistemi di sterminio di massa e di ritorsione posti in atto dai nazisti di Hitler) quando da parte dei vincitori sono stati commessi altrettanto gravi crimini di guerra che hanno determinato l’inumano massacro di inermi civili.

·     Solo in Italia le vittime civili furono 64.354 e i feriti e invalidi oltre 800/mila.  Le vittime civili della repressione tedesca dopo l’8 settembre, originate da ben altre motivazioni - pur sempre ingiustificabili, feroci e indiscriminate - risultano essere, numericamente, di gran lunga inferiori e imparagonabili.

·     I morti civili per gli attacchi condotti dagli alleati con migliaia di aerei su Berlino, Amburgo, Dresda e altri importanti centri abitati tedeschi si fanno ascendere (pur se approssimativamente) ad oltre 1/ milione; anche città olandesi, belghe e francesi furono duramente colpite, specie Rotterdam.

·     L’esecrabile e inumana criminalità non è stata solo appannaggio dei feroci nazisti di Hitler bensì anche degli spietati americani di Roosevelt e Truman, degli inglesi di Churchill e dei sovietici di Stalin.

·     Il processo di Norimberga avrebbe dovuto accomunare tutti i criminali di guerra, non solo quelli della croce uncinata.

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Altri aspetti dell’invasione alleata della Sicilia, connessi al 10 luglio 1943, sono i seguenti:

-      Solo i tedeschi (divisioni corazzate Goering e Sizilien oltre a diversi raggruppamenti motocorazzati e a due divisioni di paracadutisti – di cui una in soli due giorni trasferita dalla Francia ) - disponevano di un discreto potenziale atto a fronteggiare lo strapotere alleato.

-      Gli italiani (pur se numericamente superiori - circa 163.000 uomini – non avevano a disposizione che mezzi antiquati e obsoleti .

-      Non bastò quindi il valore e l’abnegazione dei reparti che per primi affrontarono gli invasori. La Divisione “Livorno”  fu letteralmente distrutta nel corso dei duri scontri avvenuti nella piana di Gela (lapide apposta su Monte Castelluccio, il cui commovente testo è stato brillantemente declamato da Orazio Costorella);

-      Il comando della VI armata (Gen. Guzzoni - da meno di due mesi subentrato al Gen. Roatta - autore degli errati e inadeguati piani di difesa della Sicilia oltre che del deprecato proclama “voi siciliani e noi italiani”), trasferitosi affrettatamente da Enna a Randazzo, aveva perso il controllo della situazione e dopo alcuni giorni gran parte dei reparti italiani erano allo sbando, sia organicamente che operativamente.  In definitiva solo i tedeschi poterono opporre una valida resistenza al dilagare delle strapotenti forze anglo americane sbarcate nelle spiagge del litorale gelese e in quelle fra Pachino e Avola nel siracusano.

-      In soli 39 giorni tutta l’Isola cadde in mani nemiche dopo che s’ era delineata la “gara” fra gli americani di Patton e gli inglesi di Montgomery per chi raggiungesse per primo Messina. Sul filo di lana (poche ore) vinse Patton.

-      Il traghettamento attraverso lo stretto di Messina fu un autentico successo tedesco da molti storici definito “la Dunkerque siciliana”.

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In chiusura s’è parlato esaurientemente della collusione fra i servizi segreti americani e la mafia siculo americana di Vito Genovese, Adonis, Costello, Anastasia, Profaci,  col beneplacito della quale giunse in Sicilia il famoso bandito Luki Luciano appositamente liberato dal carcere in cui si trovava.  Il contestato pseudo colonnello POLETTI - capo dell’AMGOT  e definito “l’emiro di Palermo” - in ossequio agli accordi segreti fra mafia e Servizi USA di Alan Dulles - fu l’artefice del rilancio del fenomeno mafioso in Sicilia e  nominò in posti di alto interesse istituzionale molti noti capi mafiosi (Genco Russo, Calogero Vizzini, Lucio Tasca, Michele Navarra, Vincenzo Di Carlo, Max Mugnani, Damiano Lumia e altri).

 

 

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  Via Lavina, 368 – 95025 Aci Sant’Antonio
Presidente Augusto Lucchese
Tel. - Fax: 095-790.11.80 - Cell.: 340-251.39.36 - e-mail: augustolucchese@virgilio.it