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Ill.mo Sig. SINDACO del Comune di
E N N A


Nella qualità di Presidente della Associazione Socio Culturale ETHOS, oltre che a nome di parecchi amici ennesi e mio personale, ritengo doveroso indirizzarLe la presente sperando di porre alla Sua attenzione un fatto increscioso e parecchio sconfortante.
Premetto che, pur risiedendo altrove per esigenze familiari e di lavoro, essendo nato e cresciuto ad Enna ho mantenuto un costante rapporto affettivo con la nostra impareggiabile Città. 
In funzione di tale privilegiato rapporto i miei viaggi ad Enna sono frequenti e, nel presentarsi di tale evenienza, provo un senso di intima soddisfazione quando riesco a coinvolgere conoscenti, amici e parenti cui presentare, dal vivo, le straordinarie caratteristiche storiche, monumentali e ambientali che non mi stanco mai di esaltare e di descrivere. Aggiungo che, in occasione di ricorrenze e festività mi sono fatto promotore, quale Presidente della citata Associazione, di gite turistico - culturali che hanno avuto un buon successo e hanno registrato la partecipazione di folte comitive. 
Senza inutili preamboli o giri di parole, ritengo doveroso entrare subito in argomento.
Sono stato recentemente ad Enna e non è stato piacevole constatare gli aspetti negativi che, di volta in volta sembrano accrescersi e accentuarsi, confermando il pensiero di chi afferma che Enna non è più quella di una volta. I suoi rinomati siti storici, monumentali e artistici sono in uno stato di pressoché totale degrado e lasciano ai visitatori un senso di amara e profonda delusione. Mi riferisco, in particolare, al deplorevole stato in cui versa il parco della Torre di Federico, la stessa Torre abbandonata a se stessa, la Piazza antistante la Chiesa di Montesalvo, la zona del Castello di Lombardia e l’interno dello stesso, la passeggiata “Belvedere”, la piazza N. Colajanni, le strade di accesso al centro storico (Via Pergusa e Via Sant’Agata), per citare solo alcuni dei luoghi più noti. Incuria, sporcizia, rifiuti d’ogni specie, spazzatura non rimossa, deturpanti vandalismi, lavori approssimati o incompleti, la fanno ormai da padrone in ogni dove, azzerando quel fondamentale principio di tutela dell’ambiente cittadino che dovrebbe contraddistinguere l’operato di ogni Amministrazione Pubblica che si rispetti. 
Basta osservare come, ad esempio, all’interno del citato parco della Torre di Federico non vi siano più alberi bene in salute (a che giovano le rigorose (?) norme che il “Corpo Forestale” dovrebbe far rispettare ?), non vi siano più aiole e fiori, zone verdi, viali e vialetti curati e illuminati a dovere, non vi siano più sedili comodi e ben tenuti, non vi siano più chiare, complete e decorose indicazioni storico - epocali dei luoghi. Le vetuste opere murarie d’epoca antica e storica che attorniano la Torre, sono in uno stato di collasso, quando non totalmente coperte da erbacce che ne impediscono la vista e le cui radici stanno sistematicamente sgretolando l’originaria consistenza delle stesse. Tale vergognoso spettacolo ha quasi annullato le rinomate e splendide caratteristiche della “Villa comunale” che, ancor prima della guerra e sino a qualche decennio addietro, era il fiore all’occhiello della comunità ennese e rappresentava, per molte famiglie, il luogo ideale ove far trascorrere ai propri bambini salutari ore di svago. 
Lo stesso ragionamento vale per la zona del Castello di Lombardia e della Rocca di Cerere, una volta frequente meta di gradevoli e rilassanti passeggiate. 
Sarebbe prolisso citare le tante altre vestigia monumentali e storiche, amate dagli ennesi e ammirate dai turisti ma palesemente trascurate dalla civica amministrazione. 
Senza dire, per inciso, dello stato miserando in cui versa l’anello stradale che si snoda attorno al Lago di Pergusa, ormai strozzato, forse irreversibilmente, dalle sconvolgenti e deturpanti strutture di quel “circuito” che solo con molta fantasia può essere denominato “autodromo”. Strutture che, a quanto sembra, sono anch’esse in uno stato di latente abbandono e degrado. Quale sarà il suo triste destino? 
E pensare che l’Associazione che rappresento s’era fatta promotrice dell’inserimento del Villaggio Pergusa nel piano di tutela storico-ambientale di parecchie zone siciliane varato dalla Confederazione di Associazioni Culturali (CONFAC).
E’ superfluo ricordare il danno che, così facendo, s’arreca al “vero” turismo, concreta e insostituibile fonte di ricchezza. Sarebbe doveroso, viceversa, incentivarlo mediante l’offerta di un’immagine dignitosa, ordinata e pulita della Città. 
Non se ne dolga, Sig. Sindaco, se il presente sfogo rasenta i limiti dello sdegno e dell’arrabbiatura.
Una riflessione, a questo punto, sorge spontanea: quali sono le motivazioni di un tale incredibile stato di cose ?
Forse la mancanza di risorse finanziarie? Non si direbbe, se solo si pensasse a limitare le spese per oneri di facciata e di rappresentanza, per indennità ai consiglieri e ai vari assessori, per vacue e costose manifestazioni, per sfarzo di luci, per contributi ai vari comitati festaioli, per sciupii vari, ecc. ecc. Non spetta a noi suggerire quali potrebbero essere le “voci di bilancio” attraverso cui è possibile “risparmiare”. E’ evidente, però, che parecchie “spese” sono di gran lunga meno importanti rispetto alla primaria esigenza della tutela del patrimonio artistico – culturale – monumentale, a parte l’obbligo di assicurare l’indispensabile decoro della Città. 
Forse la mancanza di personale? Non si direbbe ove si decidesse d’impiegare più razionalmente quelle fasce di organico spesso sotto utilizzate o impropriamente “dirottate” verso servizi di retrovia o di comodo; sarebbe sempre possibile, in alternativa, rivolgersi alla folta schiera di “disoccupati di professione” che, in attesa di percepire più o meno sostanziose indennità assistenziali, se ne stanno in giro a bighellonare. A fronte di una pur modesta regalia, tanti giovani volenterosi sicuramente s’impegnerebbero a fondo. 
Forse perché, per qualsivoglia lavoro di pubblica utilità, è ormai invalsa l’abitudine di chiedere specifici finanziamenti regionali, statali o comunitari? Ciò, sicuramente, non è un valido motivo ove, responsabilmente, si faccia un raffronto con le varie Amministrazioni degli anni ’50 - ‘60 che, in ossequio al principio di gestire la cosa pubblica con lo spirito del “buon padre di famiglia”, riuscivano a realizzare, senza interventi esterni e in economia, parecchie durature opere di mantenimento e di abbellimento. Esse, oltretutto, tenevano alto il complessivo decoro del paese.
Mi scusi, Sig. Sindaco, se mi permetto di rammentare che mai e poi mai la gestione della “res pubblica” dovrebbe essere condizionata dalle diatribe dei partiti, dalla corsa alla spartizione del potere, dalle soggettive ambizioni dei detentori di “pacchetti di voti elettorali”. Pur sapendo che, invece, un po’ tutte le strutture elettive del Paese sono rose da un simile tarlo, è anche risaputo che ogni fenomeno di cattivo uso delle risorse pubbliche può essere imbrigliato, combattuto e tenuto sotto controllo se ciascun politico chiamato a svolgere funzioni di rappresentanza istituzionale, s’impegnasse ad essere, coscienziosamente, ligio alle proprie responsabilità oltre che a proiettarsi al di sopra delle ambizioni di parte o di gruppi .
Sperando in un migliore futuro, che consenta di rivalutare e ripristinare le antiche e preziose caratteristiche della “Henna Urbis Inexpugnabilis”, colgo l’occasione di esprimerle i più fervidi auguri di buon lavoro e un sentito ossequio. 


Enna, li 26 settembre 2010 

(Augusto Lucchese)

Associazione ETHOS

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  Via Lavina, 368 – 95025 Aci Sant’Antonio
Presidente Augusto Lucchese
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