Il mio incontro con l’associazione Ethos
E’ da poco più di un anno che ho avuto la fortuna di rivedere, dopo diversi lustri, Augusto Lucchese. Con gioia e con stupore ho scoperto il suo infaticabile prodigarsi nell’attività filantropica con la stessa energia e abnegazione da lui mostrate nei suoi e nei miei anni verdi, come se il tempo lo avesse via via irrobustito nelle sue convinzioni etiche e morali, fino a fare di lui, ennese di nascita ma etneo per elezione, un “pacifico” vulcano, dispensatore di amicizia e di suggerimenti. Le ragioni della civile convivenza, della “pietas” e della precarietà della condizione umana sono i temi ch’egli coltiva e privilegia con la passione di un missionario, sia pur laico.
Egli sa ripercorrere con sagacia la storia e da essa trarre di volta in volta le interpretazioni utili per ricostruirne le vicende offrendo, con raro spirito civico, ai suoi numerosi interlocutori le ragionevoli indicazioni e le opportune chiavi di lettura per comprendere, attraverso lo studio del passato recente e meno recente, il difficile mondo moderno.
Augusto è un uomo “impegnato” che non lesina mai il richiamo ai valori universali, purtroppo rivolto ad un mondo dominato da retrive forme di agnosticismo e di qualunquismo.
Il suo, quindi, è un faticoso e generoso tentativo di comunicazione e trasmissione del suo ricco patrimonio ideologico a chi, spesso, nega i valori della spiritualità, fondamento della società e delle sue regole.
Egli crede nella religione del sapere e della conoscenza e da tale sublime credenza ritengo che riceva ampia gratificazione, che lo aiuta e lo stimola; e ciò accade ogni volta ha il piacere, riservato solo agli uomini probi, di accorgersi che sono molti gli amici che riconoscono e apprezzano la sua opera e il suo nobile progetto di vita.
Un grazie e un abbraccio
Catania, 14 settembre 2010
Pino
Ferrante
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