ESASPERATO
ESIBIZIONISMO
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Non
sarebbe male istituire, magari a livello accademico, un
“corso
di spontaneità e naturalezza” cui iscrivere
d’ufficio quei “personaggi pubblici” che, per porre in
evidenza, spesso sfacciatamente, il loro più o meno utile
“impegno sociale” (talvolta più apparente che
sostanziale), affollano il palcoscenico dei “mass media”
imperversando sul “piccolo schermo” e sulle prime pagine
della “carta stampata”.
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Trattasi,
in genere, di politici tuttofare, di sindacalisti ben
pasciuti, di manager affetti da paperonismo, di magistrati e
tutori dell’ordine inclini all’esibizionismo, di tronfi
cattedratici o pseudo scienziati, di giornalisti d’ogni
livello e risma, senza dimenticare la folta schiera di
presentatori e presentatrici, o di “rubricanti” e
quizzaioli televisivi di bassa lega. Basta osservarli,
magari di sfuggita, per rendersi conto di quanto innaturale
sia l’ostentazione di sorrisi melensi e ipocriti o di
quanto forzati appaiano taluni atteggiamenti d’apparente
disinvoltura.
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Non
si rendono conto, evidentemente, di quanto appaiono
antipatici, lacrimevoli, sconfortanti e talvolta ridicoli.
La colpa, tuttavia, non è loro: è di chi gli ha
fatto intendere che basta porsi al cospetto di una
telecamera o di una macchina fotografica, magari
sproloquiando alla grande, per divenire una “star”,
sperando di raccogliere facili consensi.
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Si e no riceveranno, al di fuori di quelli talvolta elargiti
da orchestrate o prezzolate “claques”, qualche applauso
spontaneo che è da sperare non provenga, in ogni caso, da
gente sciocca, mediocre o priva della pur minima sensibilità
discernitiva.
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