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"ERAVAMO SOLO IN MILLE” UNO SVARIONE DELLA RAI


Signori buongiorno.

Ho appena visto alla TV la 9° puntata de "Storie D'Italia". Precisamente la replica de "Eravamo meno di mille". Qui dove vivo ricevo una ottantina di canali via cavo invasi da produzioni di storie per lo più”improbabili”, per cui a confronto le puntate RAI figurano come una eccellenza del settimo arte. Forse contribuisce anche il sentimento di essere lontano dal mio paese di origine, pero ammetto che questa produzione RAI mi ha interessato e divertito certamente più della maggior parte dei film di cassetta hollywoodiani di mirabolante fattura.

Al punto che mi metto in Internet per sapere la data della prossime puntata. Casualmente incontro la vostra critica: “ERAVAMO SOLO IN MILLE” UNO SVARIONE DELLA RAI. 

Sul sito www.ethosassociazione.it/rai.html che trovo divertente per riconoscere l’incrollabile spirito insofferente dei critici italiani. Se posso fare anch’io una osservazione, non da critico ma da chi vuole divertirsi, voglio dirvi: 1 - Tutto è relativo: il vostro redattore evidenzia la fedeltà della qualità tecnica e di fedeltà storica. Però si è dimenticato che trattiamo dell’arte di interessare e far divertire.

 Che piaccia o no è così che la gente va a vedere uno spettacolo.2 - Che con tutta la porcheria che ci propina Hollywood, un po’ di romanzo nel contesto di una storia reale direi che è l'ingrediente per allontanare la noia di un racconto fedele visto e rivisto. Quello che mi chiedo semmai è perché voi critici non considerate mai o quasi il fattore emotivo del pubblico mentre vi accanite sui particolari che influiscono ben poco sulla gente che vuole solo divertirsi. Ora capisco perché è risaputo che quando il voto della critica è basso quello del pubblico è alto e la produzione incassa di più. Ma non vi siete stancati del vostro ruolo contraddittorio? Grazie per l'attenzione. 

 

Roberto Bonanomi. 

 

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