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DIALOGO IMMAGINARIO, MA NON TROPPO !

 

Messina 17.01.2011

…e ad un certo punto, il più furbo dei presenti sbottò, rivolto al padrone di casa, ma anche agli altri della comitiva:”Sapete che vi dico, qui ci vorrebbe una bella fidanzata!”.
Si fece un gran silenzio, ed il cervello di tutti i presenti cominciò a lavorare a gran carriera, mentre il viso del padrone di casa mostrava un interesse superiore a quello che aveva riservato agli interventi di quegli altri che per tutta la serata avevano disquisito di tutto e di più, cercando di trovare il bandolo di una matassa, che più discutevano e più si ingarbugliava.
Chi aveva fatto quella singolare sortita era certamente il più furbo di tutti, ma era anche uomo di buone letture, e l’idea gli era venuta proprio la notte prima, mentre, per vincere l’insonnia, ripassava per l’ennesima volta la Vita Nova del sommo Poeta, le cui allegorie aveva spesso saccheggiato nei suoi innumerevoli interventi, politici e non, godendo intimamente per lo sconcerto che ogni volta vedeva aleggiare sul viso di chi lo ascoltava e che quasi sempre ignorava di quale diavoleria si trattasse.
Proprio rileggendo quell’opera si era nuovamente imbattuto in una figura poetica, la donna dello schermo, che Dante aveva immaginato con l’intento di nascondere all’universo mondo di allora il suo reale interesse, che era invece per Beatrice, come sapevano anche le pietre di cui erano lastricate le strade di Firenze..
Per ben due volte, in quel libro, Dante aveva finto di amare una donna che forse neppure esisteva, e c’era riuscito, sembra, talmente bene sino al punto da ottenere l’effetto, certo non voluto, di ingelosire la stessa Beatrice, che di amare il Poeta proprio non ne voleva sapere, ma che sopportava anche meno l’idea che un’altra donna potesse esserle preferita, sia pure in versi.
Era allora che gli era venuta l’idea, che più ci pensava e più gli sembrava risolutiva, e pensò, tra sé e sé: “la donna dello schermo è ciò che ci vuole, e quale migliore schermo di una bella fidanzata?”
E quindi, sul più bello della riunione, quando tutto sembrava perduto nella confusione generata da mille idee, ognuna più inverosimile dell’altra, ecco il suo colpo di teatro.
Il più furbo della comitiva, ovviamente, si guardò bene dall’esplicitare ai presenti la fonte letteraria di tanta genialità, un po’ perché preferiva lasciarli nella loro superficiale ignoranza, il che gli permetteva comunque di emergere agli occhi del padrone di casa, ed un po’ anche perché era tutto intento ad osservare l’effetto che la sua sortita aveva fatto sul viso di ognuno di loro.
“Eh si”, cominciò qualcuno, credendo di avere colto l’interesse del padrone di casa per quella estemporanea sortita, ma anche un po’ scherzando (non sia mai avesse equivocato) “forse hai ragione, una fidanzata al giorno toglie la procura di torno”.
Nessuno rise, e lo sguardo gelido del padrone di casa per quella che, a chi l’aveva fatta, era sembrata una spiritosaggine, pietrificò l’incauto interlocutore.
Nessun altro osò pronunziare verbo e tutti gli sguardi si fissarono nuovamente sul proponente, che, a questo punto, pensò di essere tenuto a dare qualche spiegazione.
“Beh”, aggiunse, “a me sembra che se l’interessato avesse una fidanzata fissa, e se questa avesse anche partecipato a tutte le serate nelle quali il telefonino della nostra giovane amica (si fa per dire) è stato localizzato in questi dintorni, allora la tesi dell’innocenza assoluta di quelle serate, se anche non fosse vera, potrebbe apparire verosimile, e scacciare così il velo di sospetto che da qualche tempo aleggia su tutti i movimenti del nostro ospite; a quel punto, chi ptrà sostenere che una fidanzata possa accettare di essere (scusate l’espressione) cornificata, come dire (e chiedo ancora scusa per il latinorum) “in praesentia et ante litteram?”
E, a questo punto, si godette l’effetto.
La spiegazione servì a distendere l’atmosfera, ed anche a sturare il flusso dei commenti che in quei pochi momenti di suspence si erano stratificati poco a poco nella mente di ciascuno dei presenti, e che via via andarono guadagnando l’uscita attraverso interventi sempre più confusi e sovrapposti di tutti i presenti, nel frattempo sempre più rassicurati dalla crescente, ancorché silenziosa, attenzione dell’interessato.
Sino a che, il padrone di casa alzò la mano ad invocare un silenzio, che, qualche istante dopo, diventò tombale, tutti attendendo ciò che l’interessato stava per dire, e ciascuno speranzoso di essere citato come autore dell’emendamento più significativo rispetto alla proposta iniziale, ma anche timoroso che qualche parola di troppo potesse essergli rimproverata.
Tuttavia, non ci furono né citazioni né rimproveri, solo poche parole, che però rivelavano che la proposta del più furbo della comitiva aveva fatto breccia nel cervello del padrone di casa.
“Beh”, disse, “penso che si possa fare, ma ad una condizione”. 
E, senza consentire l’intervento di alcuno, continuò:”Si, una bella fidanzata potrebbe toglierci da ogni imbarazzo; ma che sia anche una fidanzata bella!”.
E qui comincio a sorridere, così inducendo tutta la comitiva ad unirsi in una risata che, iniziata sommessamente, finì per essere corale e fragorosa.
Sino a che, il solito buontempone, quello stesso che poco prima aveva fatto l’improvvida battuta sulla “procura levata di torno da una fidanzata al giorno”, se ne uscì con un’altra delle sue:”E però, per favore, che non sia minorenne, se no siamo di nuovo a tredici!”
Questa volta nessuno rise, e la comitiva, come si era riunita, così si sciolse, con la morte nel cuore per il battutista, che cominciava temere per le sue fortune, e con la certezza del più furbo della comitiva di avere ancora una volta tirato fuori il coniglio dal suo cilindro di grande illusionista.

 

 

 

 

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