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CAPIRE MEGLIO LA STORIA

PER CAPIRE MEGLIO LA RUSSIA D'OGGI

©2008 di Ljudmila Korotkova, Sarov


Ogni qual volta scoppia una guerra la gente si chiede: che cosa l'ha fatta scoppiare? Perchè è andata proprio così? In Occidente, oggi, si parla delle azioni militari che la Russia sta conducendo contro la Georgia. ... Purtroppo l'abitudine di guardare alla Russia attraverso il prisma della guerra fredda è rimasta, ma la Russia oggi è un'altra e i motivi che l'hanno spinta ad un'azione militare sono più che seri. Non siamo né a Praga né a Budapest. Non è la Russia che aggredisce. Oggi la Russia difende i russi e difende gli Alano-osseti. 
Di notte, fra il 7 e l'8 agosto Michele Saaksc'vili ha deciso il bombardamento della città di Zkhinvali che si trova nel territorio dell'Ossezia (o Alania) del sud. Sono stati distrutti, in tal modo, decine di villaggi osseti, sono morte migliaia di persone, molti sono i feriti e tante le case distrutte. Se formalmente l'Ossezia del sud appartiene alla Georgia, allora perché il suo Presidente ha dato l’ordine di bombardare le città e i villaggi che appartengono alla Georgia ? E perchè migliaia di Osseti del sud fuggono via in Russia? L'Ossezia, alla fine, vuole essere parte della Russia?
L'italiano o il tedesco comune ha difficoltà ad immaginare addirittura dove si trovino Zkhinvali, l'Ossezia (o Alania) del sud e perché la Georgia ha dato inizio ad una massiccia aggressione a questa "sua" regione. Neppure sugli schermi TV le informazioni mandate in onda sono state abbastanza chiare per tali comuni cittadini occidentali. Si sa soltanto che c’è una guerra fra Russia e Georgia, e basta! Di nuovo si tenta di presentare la Russia nelle vesti di aggressore e di occupante le terre altrui. Penso che a questo punto dobbiamo osservare meglio quello che sta succedendo. 
Zkhinvali è una città dell'Ossezia del sud che formalmente appartiene alla Georgia. In realtà l'Ossezia è una repubblica autonoma con un Presidente autonomamente eletto e un governo autonomo e tutto questo funziona già da una decina d'anni. Nel 1992 sono arrivati ivi gli eserciti russo e georgiano. A che fare? Per mantenere la pace nel territorio, si disse. Come mai, sono necessari gli eserciti per mantenere la pace? Contro chi questi eserciti avrebbero dovuto mantenere tale pace e da cosa, in generale, sono nati tanti problemi?
La storia dell'Ossezia del sud è complicata e contraddittoria e la Georgia, oggi, sta cercando di scrivere una sua propria storia relativamente a questa regione. Ciò, però, non può avvenire contro i fatti oggettivi, ed ecco quali.
Fino alla metà del secolo scorso l'Ossezia del sud non ha mai fatto parte del territorio definito “georgiano”, facendo parte, invece, della comunità interetnica dei popoli iranici del Caucaso. Tuttavia molte volte i governanti georgiani hanno tentato, con la forza delle armi, di impadronirsi di questa regione al di qua del Caucaso e porla sotto il loro controllo militare e politico. L'Ossezia, malgrado ciò, ha continuato a mantenere la sua autonomia rispetto al governo della Georgia.
Nel 1174 l'Ossezia o Alania, ancora non divisa in Ossezia al di qua (Sud) e Ossezia al di là (Nord) del Caucaso, entrò nella compagine dell'Impero Russo e, fino al 1830, tutta la parte montagnosa della regione (inclusa l'Ossezia del sud) rimase in effetti al di fuori del controllo dell'amministrazione imperiale, benché nominalmente ne facesse parte. Nei fatti poi, nel 1830, anche l'Ossezia di montagna passò definitivamente sotto il controllo diretto dell'Impero zarista.
Questo atto di incorporazione dell'Ossezia nell'Impero Russo, non fu accompagnato, però, da alcun riconoscimento, da parte di quest’ultimo, di una qualsiasi accorpamento al territorio della Georgia. Ciò malgrado, i rappresentanti della nobiltà feudale georgiana, i principi Maciabeli e Eristavi, iniziarono, nell'ambito dell'Impero Russo, a fare i primi tentativi, avvalendosi dell'aiuto armato russo, di assoggettare territorio e popolazione di quella parte della montagna interna che è l'Ossezia del sud. Il Senato russo tuttavia annullò queste pretese dichiarando che: "è respinta la richiesta dei principi Maciabeli di imporre la propria autorità, usando del supporto russo, sulle popolazioni ossete." (ZGA GSSR, Fondo del Comitato Caucasico, d. N° 844, foglio 68. in Saggi di storia osseta, pag. 128). 
L'opinione dello stesso Imperatore sull'argomento, fu espressa in questo modo: "qualunque sia la decisione finale dei nostri alti organi giudiziari, sarà difficile riconoscere e mettere in atto una decisione a favore dei Maciabeli; è a nostra conoscenza, a parte i tentativi, il fatto che gli Osseti di Montagna non saranno mai costretti ad essere soggetti a questi signori se non ricorrendo all'uso delle armi; ne è nostra intenzione dover ogni due o tre anni pensare di mandare costì, a causa di ciò, dei soldati per intraprendere delle campagne militari." (ZGA GSSR Fondo del Comitato Caucasico, d. N° 844 foglio 68, in Saggi di Storia Osseta, pag. 128).
Dopo la caduta dell'Impero Russo, nel 1917, uscita dalla compagine delle nazioni dell'Impero stesso, la Georgia tentò di annettere unilateralmente l'Ossezia di Montagna andando contro le richieste della stessa popolazione e ciò provocò l'inizio di una guerra di protesta da parte degli Osseti.
Il 20 giugno 1920 l'Ossezia di Montagna subì un'aggressione armata da parte del governo georgiano e alla fine di un pesantissimo genocidio in cui quasi 18 mila persone furono uccise e 50 mila scacciati oltre il Caucaso nell'Ossezia del nord, la regione fu annessa al territorio georgiano. Questo è un fatto storicamente accertato!
All'instaurarsi del potere sovietico in Georgia, grossolanamente e senza espressioni di volontà della sua popolazione, l'Ossezia entrò a far parte del territorio georgiano ma, successivamente, con Decreto del 20 aprile 1922, del VZIK e del Consiglio Superiore dei commissari del popolo dell'URSS, fu creata la Repubblica Autonoma dell'Ossezia del sud. Corre anche voce che tutto ciò non avvenne senza l'opinione e l'appoggio di un certo grande rivoluzionario georgiano (di madre osseta), Giuseppe figlio di Bessarione Dzhugasc'vili, detto Stalin. 
Il 23 nov. 1989, tuttavia, a Zkhinvali, capitale della Repubblica Autonoma Osseta del sud si videro arrivare colonne di autobus (400) pieni di dimostranti e di auto (3000) da Tbilisi, dirette in una specie di "crociata" nazionalista georgiana sotto la conduzione politica di E. Gamsakhurdia, capopolo georgiano. Questa manifestazione con la presenza di personalità del governo, ufficialmente fu spiegata come un tentativo di incontrasi a Zkhinvali per un meeting di pace. Lo strano è che fra tutte queste persone convenute erano stati ammessi anche moltissimi uomini armati di fucili automatici! La popolazione osseta maschile fu subito mobilitata e l'entrata a Zkhinvali fu impedita. Gli armati decisero in consiglio un blocco della città circondandola da tutti i lati. I Popi georgiani concessero passaggi alle persone che per qualche ragione dovevano venire fuori dalla città, ma esse furono catturate come ostaggi e sottoposte alla tortura e agli insulti personali (molto importanti da queste parti). L'assedio durò ben tre mesi, 5 uomini furono uccisi e ben 400 ricevettero ferite e offese corporali, oltre 2000 persone furono deportate dai loro villaggi dopo aver dato alle fiamme le loro abitazioni (qui le case di famiglia sono tutte di legno!). Ogni tentativo di rivolgersi alle autorità superiori dell'URSS, affinché esprimessero il loro biasimo e prendessero misure contro questi eventi, risultò vano!
Nel 1990 la Georgia uscì dall’Unione Sovietica e in questa occasione, in una sessione dei deputati del popolo osseta del sud, fu messo a punto un pacchetto di decisioni da prendere nell'immediato per il proprio territorio. Dichiarazione di sovranità, applicazione della Costituzione e delle leggi ancora in vigore nell'URSS e conferma dell'esistenza della Repubblica Autonoma dell'Ossezia del sud.
Il 9 dicembre 1990 ci furono le elezioni per il Senato della repubblica e gli osservatori mandati dalla Russia dichiararono che esse si erano svolte entro le leggi vigenti.
La notte fra il 5 e il 6 gennaio 1991 il Governo georgiano mandò in Ossezia alunni battaglioni di polizia che cominciarono a fare perquisizioni, arresti, assassini, incendi di case e relativi saccheggi, atti di terrorismo contro gli osseti.
A questo punto non c'era altra scelta che prendere le dovute misure per la difesa da questi attacchi e furono organizzati alcuni battaglioni di osseti che cominciarono a respingere i georgiani fuori del territorio. Naturalmente ciò corrispose a delle rappresaglie contro i villaggi che i georgiani attraversavano man mano che si ritiravano, pur senza mai desistere dal progetto di un assalto di sorpresa alla capitale Zkhinvali.
Il 1 febbraio seguente, l'Unione dei Fornitori di Energia della Georgia interruppero le forniture all'Ossezia. Nel duro inverno la popolazione soffrì pesantemente per il freddo, con decine di morti fra gli anziani e i bambini. La situazione andava rivista e il 23 marzo si riunì una seduta plenaria di tutti i deputati osseti, durante la quale, su esecuzione del Decreto del Presidente dell'URSS dal 7 gennaio, la posizione dell'Ossezia del Sud si configura con lo statuto della regione e verso la formazione di un territorio repubblicano autonomo, affidando il governo alla gestione di un Comitato ad hoc. Il 4 maggio, in risposta alla promessa di Mosca di impedire il genocidio osseta, l'Assemblea dei Deputati decide di trasformare unilateralmente il territorio in Repubblica Indipendente e Autonoma. Ciò non ferma, però, le azioni di genocidio da parte della Georgia che, non appena viene eletto il nuovo Presidente Eviad Gamsakhurdia, riprendono con maggior forza. 
Il 1 settembre 1991 una sessione dei Deputati del popolo Osseta del sud revoca le decisioni prese dalle Assemblee precedenti, sostenendo la loro incompatibilità giuridica per non aver portato ad una stabilizzazione della situazione, e mette fuori legge tali Assemblee.
In totale a questo punto, dal 6 gennaio al 1 settembre, il terrore georgiano ha seminato 209 morti, ferito gravemente 460 cittadini inermi e 150 altri risultano dispersi. L'11 ottobre 1991 uno cecchino dalla Georgia uccide una bimba di 2 anni e 8 mesi: Vitalika Tibilova nel cortile di un kindergarten nel villaggio di Znaur... E' la goccia che fa traboccare il vaso! Si indice un referendum e unanimemente è decisa la dichiarazione dell'indipendenza della Repubblica Osseta del Sud e la sua associazione alla federazione Russa. E' il 19 gennaio 1992.
A febbraio l'artiglieria georgiana si dispone intorno alla città di Zkhinvali e cominciano un bombardamento continuo sui quartieri della città e sulle scuole che durerà fino all'estate (luglio). Anche stavolta risultano decine di morti fra donne bambini e anziani. Il brutto è che la gente, sotto il fuoco continuo, andava a lavorare o a scuola e veniva uccisa proprio in questi momenti. Malgrado ciò la vita amministrativa non si è mai interrotta e, quasi a portare nuove speranze, l'8 marzo ritorna in qualità di Presidente del Parlamento georgiano Eduard Sc'evarnadze. Tuttavia la politica verso l'Ossezia non muta, anzi la situazione di blocco armato continua e si appesantisce in Ossezia del sud.
Il 20 maggio avviene uno dei peggiori eventi in Ossezia. Una colonna di fuggiaschi osseti che si avventurava a lasciare Zkhinvali, viene investita da raffiche da fuoco e muoiono 36 persone, dagli 11 ai 76 anni, senza alcuna giustificazione. Poche ore prima, nel villaggio di Jeredvi, i combattenti georgiani avevano sepolto vive 12 persone solo perché seguivano la colonna di auto diretta a Zkhinvali. Il 24 maggio, il Senato della Repubblica Osseta approva e prende atto della Dichiarazione d'indipendenza e il 24 giugno, nella vicina città russa di Soci, è sottoscritto un patto a quattro: russi - osseti del sud - osseti del nord – georgiani, in cui vengono dichiarati i principi sui quali si prenderanno tutte le misure possibili affinché il conflitto venga immediatamente interrotto e, il 14 giugno 1992, si costituisce un corpo armato misto (dei quattro) a guardia della pace in Ossezia del sud.
Dal novembre 1989 fino a luglio 1992, in totale, a quel che risulta, l'aggressione della georgia all'Ossezia del sud è costata a quest'ultima oltre 3 mila morti, 300 dispersi e quarantamila profughi emigrati in Russia, oltre un centinaio di villaggi che risultano ormai distrutti per sempre.
Un decennio e più di convivenza geografica forzata fra Osseti e Georgiani già nel passato XX sec. ha dimostrato che la persecuzione, il delitto, l'imposizione con la forza e il genocidio sistematico non permettono in alcun modo a questi due popoli caucasici di continuare a vivere da buoni vicini finche il più forte (in questo caso la Georgia) non si metta da parte e rinunci a pretendere l'incorporazione dell'Ossezia nel territorio dell'attuale Repubblica di Georgia.

Ed ecco il motivo del contendere:
La British Petroleum (Bp) ha chiuso l'oleodotto di Baku-Supsa e il gasdotto del Sud del Caucaso (Scp), per precauzione, visto il conflitto in corso in Georgia. La principale compagnia petrolifera britannica lo ha reso noto oggi in una nota ufficiale. Già la scorsa settimana era stato chiuso l'oleodotto di Baku-Tbilisi-Ceyhan (Btc), gestito sempre dalla Bp. Quest'ultima decisione si era resa necessaria per riparare i danni provocati da un'esplosione avvenuta il 5 agosto in territorio turco, in seguito rivendicata da gruppi separatisti curdi. La Bp aveva però dichiarato, tramite un portavoce, di non avere conferma di un attacco russo all'impianto Btc, secondo quanto riferito dal governo georgiano. Le tre infrastrutture chiuse sono la principale rete di trasporto del petrolio dell'Azerbaigian dal Mar Caspio verso i mercati occidentali, assieme all'oleodotto di Baku-Novorossisk che arriva in Russia. 


©2008 di Ljudmila Korotkova, Sarov
Traduzione di Aldo C. Marturano

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